Era stato arrestato dopo l'attacco dello scorso novembre. 'Mantenere il 24enne in detenzione preventiva non era più proporzionato' ha detto l'Mpc
È stato rilasciato anche il secondo svizzero arrestato dopo l'attacco a Vienna dello scorso novembre. Il tribunale competente ha deciso la scarcerazione dalla detenzione preventiva e ha ordinato misure sostitutive.
Mantenere il 24enne in detenzione preventiva non era più proporzionato, ha detto oggi il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) in risposta a una richiesta dell'agenzia di stampa Keystone-ATS. Per questo motivo, è stato rimesso in libertà e dovrà attenersi alle misure decise dal tribunale dei provvedimenti coercitivi. Il più giovane dei due accusati era già stato rilasciato a metà aprile per gli stessi motivi. In caso di mancato rispetto delle misure sostitutive, gli accusati rischiano di essere nuovamente posti in detenzione.
I due giovani svizzeri, di 24 e 18 anni, arrestati a Winterthur (ZH) all'inizio di novembre in relazione all'attentato di Vienna, erano già noti alla giustizia perché coinvolti in procedimenti penali per terrorismo. I procedimenti, aperti nel 2018 e nel 2019, sono ancora in corso. Il MPC ha ripreso anche i dossier della magistratura dei minorenni di Winterthur e della Procura di Zurigo. La presunzione di innocenza si applica ai due uomini, precisa ancora la Procura federale.
Il 2 novembre 2020 Kujtim F. aveva aperto il fuoco con un fucile d'assalto nel centro storico della capitale austriaca, uccidendo quattro persone e ferendone altre 23, prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia. L'attentato era stato rivendicato dall'Isis. Il giorno dopo erano scattate le manette ai polsi dei due cittadini svizzeri.
Entrambi sono sospettati di aver violato la Legge federale del 12 dicembre 2014 che vieta i gruppi Al-Qaida e Stato islamico nonché le organizzazioni associate. Sono anche sospettati di sostegno o partecipazione a un'organizzazione criminale, atti preparatori punibili e di aver contribuito a perpetrare l'attentato. Il più giovane è anche sotto inchiesta per rappresentazione di violenza.
Ci sono forti sospetti che i due svizzeri conoscessero personalmente l'attentatore visto che hanno passato la notte con lui a Vienna nel luglio dello scorso anno. Sono stati posti in detenzione preventiva a causa del rischio di fuga e di collusione. Secondo il MPC, questa misura può essere ordinata solo per il tempo necessario.