Non ci sono prove che un islamista di Winterthur sia coinvolto negli attentati dell’autunno 2020. Rimane aperto il fascicolo riguardante un secondo uomo.
Berna – Secondo il Ministero pubblico della Confederazione (MPC), non ci sono prove che un islamista di Winterthur (ZH) sia coinvolto negli attentati di Vienna dell’autunno 2020. Ha pertanto abbandonato il procedimento nei confronti dell’uomo, che aveva visitato l’autore della strage alcuni mesi prima dell’attacco e aveva passato la notte con lui.
La decisione è definitiva, ha precisato oggi l’MPC, confermando una notizia diffusa dai portali di Tamedia. Resta invece aperto, e in dirittura d’arrivo, un fascicolo nei confronti di un secondo uomo di Winterthur, anch’egli presente durante la visita nella capitale austriaca.
Il 2 novembre 2020, un simpatizzante del sedicente Stato islamico (Isis) aveva aperto il fuoco nel centro di Vienna, uccidendo quattro persone e ferendone altre 23, alcune delle quali in modo grave. L’indomani, la polizia zurighese aveva arrestato a Winterthur due uomini, che già erano nel suo mirino.
Nel corso dell’indagine, l’MPC è giunto alla conclusione che il cittadino svizzero, 24enne al momento dell’arresto, aveva un grande interesse per l’ideologia dell’Isis. Era tra l’altro abbonato a un gran numero di canali contenenti discorsi che glorificavano il terrorismo o parlavano di attacchi terroristici in Europa.
Non ha mai preso credibilmente le distanze dall’Isis e dai suoi crimini, secondo la procura federale, subendone l’influenza. L’indagine non ha però permesso di raccogliere nessuna prova che il giovane fosse coinvolto in qualche modo nell’attacco o ne fosse a conoscenza in anticipo.
Un altro procedimento è comunque ancora aperto nei suoi confronti e riguarda la sospetta violazione della legge che vieta i gruppi “al-Qaida” e “Stato islamico”. Questo fascicolo non ha alcuna connessione con l’attacco a Vienna.