Da poco scoccata la mezzanotte, ora svizzera, Belinda Bencic è scesa in campo sul cemento di Sydney in occasione del match inaugurale (contro la Francia) della United Cup. Una manifestazione in cui la rappresentativa elvetica – formata pure da Céline Naef, Conny Perrin, il nostro Rémy Bertola e Jakub Paul – ritorna dopo un anno di pausa. Il torneo non ha molta rilevanza, ma serve alla neomamma così da testare la propria condizione in vista dell’Open d’Australia. Rientrata solo a fine ottobre, la sangallese ha già mostrato lampi delle sue capacità in tornei minori e nel corso della Billie Jean King Cup. Ma, ora, le sue rivali sono più quotate. Alcuni punti interrogativi aleggiano pure su Dominic Stricker. Dopo i problemi alla schiena, che l’hanno tenuto fuori gioco per sei mesi, il bernese ha faticato a riprendersi dimostrando però ancora il suo indiscusso potenziale raggiungendo i quarti a Stoccolma.
Iga Swiatek (Wta 2) ha ribadito di volersi lasciare alle spalle lo scandalo doping affiorato qualche mese fa. La polacca era risultata positiva alla trimetazidina in un controllo effettuato al di fuori delle competizioni nel mese di agosto, quando era la numero 1 del mondo. Il caso è venuto alla luce solo tre mesi dopo, allorché la giocatrice è stata sospesa per trenta giorni. L’International Tennis Integrity Agency (Itia) ha stabilito che l’infrazione non era intenzionale. Un caso simile a quello di Jannik Sinner, positivo per due volte a marzo a tracce di clostebol. E, infine, scagionato dall’Itia. La Wada ha tuttavia presentato ricorso a settembre, la decisione è ancora in sospeso.
Mentre si prepara a lanciare la propria stagione alla United Cup, Swiatek ha dichiarato di non aspettarsi che la Wada segua la medesima procedura nel suo caso. “Ho procurato tutte le prove possibili e onestamente non c’è molto altro da fare. Sono riuscita a fornire la fonte della contaminazione abbastanza rapidamente. Per questo il caso è stato chiuso in fretta”, ha commentato. “Non mi aspetto che facciano appello, ma non posso esercitare alcuna influenza su ciò che accadrà”. La 23enne ha pure riferito che, sebbene l’incidente sia stato “mentalmente difficile”, la reazione dell’opinione pubblica è stata generalmente positiva, fugando i suoi timori.