‘Sono stati sei mesi molto duri, ma sento che i miei sforzi saranno certamente ripagati’
Susan Bandecchi è ferma ormai da luglio per una frattura da stress al piede sinistro ed è scivolata in 341a posizione Wta. Come procede la riabilitazione? «Sono guarita e sabato parto per il primo torneo dopo sei mesi e già questa è una grande notizia».
Quali sono le sensazioni? «La fiducia è buona, quando ho ripreso ad allenarmi non ho mai avuto paura, mi sono fidata del mio fisico. Non vedo l’ora di ripartire, ho sfruttato questi mesi per lavorare molto su questo aspetto. Sono curiosa di vedere come andrà».
La parola d’ordine sarà comunque "pazienza": «Ho richiesto il ranking protetto (col quale sarei in 201esima posizione) e mi è stato concesso, ma visto che ti fa disputare solo otto tornei, ho deciso col mio team di usarlo solo per tornei Wta e per gli Slam. Riparto dunque da un Itf 60’000 ad Andrezieux-Bouthéon, e poi c’è il Wta di Lione, al quale però non so ancora se posso accedere. Altrimenti farò altri tornei Itf».
Come hai lavorato in questi mesi difficili? «Ho agito molto sul fattore mentale. Non che prima non lo facessi, ma ci dedicavo meno tempo. Questo lavoro mi ha aiutato molto anche ad allenarmi nel resto del tempo. La prima parte è stata difficile, per i primi tre mesi non ho potuto giocare, ma ho cercato di fare tutto ciò che potevo, come piscina, bici o palestra, ero seguita molto bene. Poi, tornata in campo, ho cominciato subito ad allenarmi con la giusta intensità e i giusti tempi. Siamo stati molto bravi a gestire la tempistica del rientro. Inoltre ho iniziato a lavorare con un nuovo preparatore atletico: anche su quel piano sono stata seguita meglio di prima, e sono curiosa di vedere i risultati di questo duro lavoro. Secondo me questi sforzi verranno ripagati».
A livello sportivo ti sei posta obiettivi? «Forse la sparo un po’ grossa, ma secondo me oggi sto giocando meglio di prima di farmi male. Rientro a un livello molto buono, ovviamente la classifica è quello che è, ma è normale, essendo stata ferma sei mesi e avendo perso molti punti. Ma se qualcuno ha il livello, prima o poi arriva dove deve. Il mio obiettivo è tornare dov’ero, se non oltre. Ovvio, non sarà tra due mesi, ma so che – se riesco a esprimere davvero il mio tennis e a mettere a frutto quanto fatto in questi sei mesi – posso arrivarci. L’obiettivo è riuscirci entro fine anno».
Nel frattempo sono in corso gli Australian Open, dove la Svizzera è ormai rappresentata solo da Belinda Bencic… «Dei maschi tanti partivano dalle qualificazioni: sono tre partite difficili, specie a inizio anno. Stricker e Riedi non ce l’hanno fatta, ma sono molto giovani e penso che sia un risultato accettabile. Hüsler è la terza volta che si qualifica per uno Slam e che perde al quinto set: non si può dire che non ci abbia provato. Wawrinka invece se l’è un po’ mangiata, sbagliando due dritti facili sul 5-4 sul suo servizio nel quarto set, e poi nel quinto set – alla sua età – non è facile. Tra le ragazze, Golubic ha avuto un sorteggio complicato e ci sta che abbia perso. Sono rimasta più sorpresa dalla sconfitta di Teichmann, mentre ho visto Bencic giocare sia ad Adelaide, dove ha vinto il torneo, sia nel primo turno a Melbourne. Mi pare in forma, spero possa tenere alta la bandiera svizzera: se va avanti così, potrà dire la sua in questo torneo».
La vittoria in Billie Jean King Cup può dare lustro al tennis svizzero: «Sì, l’ho seguita ed è stato molto emozionante, sono davvero contenta per la squadra, visto che conosco tutte le ragazze ed è stato bello vederle vincere dopo che un anno fa non ci erano riuscite per un soffio. Per essere una nazione piccola, c’è un buon movimento sia femminile che maschile».