Tennis

La soddisfazione di Swiatek. ‘La gente non se l’aspettava’

A New York la regina del tennis si gode il trionfo sul cemento e le foto con Seal. ‘Dopo averlo incontrato, mi son detta che in fondo già avevo vinto’

‘È stato geniale incontrare Seal. Solo qui possono succedere certe cose’
11 settembre 2022
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Dopo due Slam sulla terra battuta è arrivato il momento del cemento, quello newyorkese di Flushing Meadows, dove ieri notte Iga Swiatek, regina polacca del tennis mondiale, ha sconfitto in finale la tunisina Ons Jabeur: 6-2 7-6 in nemmeno due ore (1 ora e 51 minuti, per la precisione). «Sono molto orgogliosa di me stessa, perché questa non era una partita facile – dice la ventunenne tennista di Varsavia –. Pur se dominata a inizio incontro, sapevo che sarebbe stata una finale combattuta, e che Ons avrebbe approfittato di ogni mio errore. Nel secondo set la partita è diventata molto fisica e sono contenta che il mio livello di energia sia salito di nuovo, in modo da poter essere un po’ più precisa nei momenti chiave e chiudere il match. Abbiamo giocato una partita di un livello molto alto, e io sono particolarmente fiera di riuscire a reggere il confronto anche sul piano mentale, ciò che mi permette di non abbattermi nei momenti difficili. È così che succede: anche quando perdo non ho rimpianti, perché so di aver dato il cento per cento. E rispetto a prima so di avere molte più soluzioni, sia nel gioco, sia a livello di strategia».

Quella dell’Us Open per Iga è una sorta di consacrazione, siccome ha dimostrato a tutti di poter vincere anche su una superficie diversa dalla terra battuta. «Questo è un trionfo davvero importante per me. Già all’inizio della stagione avevo capito che avrei potuto ottenere risultati in tutto il circuito, dopo essere arrivata in semifinale agli Australian Open. Tuttavia, non ero sicura di essere in grado di vincere un altro Slam, soprattutto su una superficie tanto veloce come quella dell’US Open. Di certo, io non me l’aspettavo, ma questa è la conferma che non ho dei limiti».

La domanda, a questo punto, è scontata: meglio vincere il Roland Garros o l’Us Open? «È difficile fare paragoni. Al Roland Garros sento sempre di avere il controllo e quando sono in campo sul Philippe-Chatrier mi sento a mio agio. Qui all’Arthur Ashe, invece, faccio fatica ad abituarmi all’atmosfera. Quando ho vinto il mio secondo titolo a Parigi avevo molta pressione, tutti si aspettavano che vincessi. Qui invece le mie aspettative erano più basse e sono riuscita a superarle. Credo che la gente non si aspettasse che io vincessi su una superficie come questa. Quindi credo che fare il bis al Roland Garros sia stato un po’ più complicato».

New York, però, è New York. «Quando ho incontrato Seal (il cantante, ndr), dopo avergli parlato ho pensato: "Anche se dovessi perdere, in fondo avrei già vinto perché sono riuscita a farmi scattare delle foto con lui". È stato fantastico. È qualcosa che probabilmente solo qui può accadere».

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