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Peng Shuai a L’Équipe: ‘Perché tanta preoccupazione?’

‘Molte persone mi hanno mandato messaggi, era impossibile rispondere a tutti. Non ho mai detto che qualcuno mi avesse aggredito sessualmente’

7 febbraio 2022
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Peng Shuai è ricomparsa in un’intervista rilasciata a L’Équipe da una stanza d’albergo a Pechino, scortata da Wang Kan, capo del Comitato olimpico cinese. L’ex tennista ha ribadito la marcia indietro fatta sulle accuse di abusi sessuali contro l’ex vicepremier Zhang Gaoli (tramite un messaggio del 2 novembre poi rimosso dopo mezz’ora), mostrando gratitudine a quanti hanno espresso preoccupazione per il suo benessere negli ultimi tre mesi, pur non comprendendone le ragioni. «Prima di tutto vorrei ringraziare i giocatori dell’Atp e della Wta, tutti gli atleti e le personalità in gran numero che si sono preoccupate per me – ha detto –. Ma non pensavo ci sarebbe stata una tale preoccupazione, della quale vorrei conoscere il motivo. Non sono mai scomparsa, tutti potevano vedermi», ha poi aggiunto Peng. Cos’è successo? Ho già risposto a questa domanda, durante un’intervista a Shanghai oltre che con un’e-mail alla Wta e in altre occasioni. Questo post ha dato origine a un enorme malinteso da parte del mondo esterno. Spero che non si distorca più il suo significato. E spero anche che non si aggiunga altro clamore», ha precisato la tennista, ex numero uno al mondo di doppio. «Non sono mai scomparsa. Molte persone mi hanno mandato messaggi ed era del tutto impossibile rispondere a tutti. Non ho mai detto che qualcuno mi avesse aggredito sessualmente», ha aggiunto Peng spiegando di aver cancellato il post su Weibo, il Twitter in mandarino, perché lo «voleva» lei e che il motivo della sua mancanza di comunicazione con la Wta era un malfunzionamento del computer. «Con i miei amici più cari sono sempre rimasta in stretto contatto. Ho discusso con loro, ho risposto alle loro e-mail, ho discusso anche con la Wta».

Peng ha scelto di non mescolare sport e politica, un tema dei messaggi del governo cinese durante la saga. «Vorrei dire prima di tutto che i sentimenti, lo sport e la politica sono tre cose ben distinte. I miei problemi sentimentali, la mia vita privata, non devono essere coinvolti nello sport e nella politica. E lo sport non deve essere politicizzato perché, quando lo è, il più delle volte equivale a voltare le spalle allo spirito olimpico e va contro la volontà del mondo dello sport e degli atleti».

Peng ha anche chiarito perché ha scelto di comunicare con il presidente del Cio Thomas Bach – incontrato insieme all’altra componente del Cio Kirsty Coventry durante una cena all’Olympic Club di Pechino – piuttosto che con Steve Simon, a capo della Wta, l’associazione del circuito professionistico mondiale del tennis femminile. «Non ho scelto nulla. Come tutti, ho visto la dichiarazione sul sito ufficiale della Wta. Era molto insolito per me, perché avrei dovuto avere bisogno di assistenza psicologica o cose del genere? Ma se gli psicologi della Wta non riuscivano a contattarmi e pensavano che fossi scomparsa, penso che sia un po’ esagerato. Quindi, dopo aver letto questa dichiarazione, ho risposto io stesso al presidente della Wta Steve Simon». Per quanto riguarda la vita di Peng dai primi di novembre, lei stessa ha glissato con un «è come dovrebbe essere, niente di speciale».

In occasione dell’incontro con Bach, l’ex tennista ha confermato l’intenzione di viaggiare in Europa quando la pandemia sarà finita, convenendo che qualsiasi ulteriore comunicazione sul contenuto della riunione sarebbe stata lasciata alla discrezione dell’atleta.