Novak Djokovic contrario all'idea d iuna vaccinazione obbligatoria per i protagonisti del circuito internazionale
Pollice verso a una possibile vaccinazione obbligatoria contro il coronavirus che consentirebbe la ripresa dei tornei. Il pollice in questione è quello di Novak Djokovic, il quale, comunque, riconosce che viaggiare sarà «la sfida numero uno» per i tennisti. «Dovremo viaggiare e penso che questa sarà la sfida numero uno (...). Gli spostamenti saranno l'ostacolo principale», spiega il numero uno al mondo in una conversazione con diversi sportivi serbi sulla sua pagina Facebook. «Sono il primo nell'incertezza. Come mi occupo dei viaggi? Io, personalmente, non sono favorevole ai vaccini. Non vorrei che qualcuno mi costringesse a farmi vaccinare quando viaggio», prosegue Nole. Djokovic, che è anche presidente del Consiglio dei giocatori dell'Atp, ha preso l'opinione opposta dell'ex giocatore francese Amélie Mauresmo, che il mese scorso ha stimato che i tornei di tennis non potrebbero riprendere senza lo sviluppo di un vaccino contro Covid-19. «Nessun vaccino = niente tennis», aveva twittato.
«Se questa è la regola, la legge, cosa succederà? Poi dovrei decidere se voglio rispettarla o meno. Per ora, sono di questo parere. Non so se cambierò avviso», chiarisce Djokovic dalla Spagna, dove è bloccato con la sua famiglia dall'inizio della pandemia di Covid-19. Il serbo, che ha vinto l'Australian Open all'inizio dell'anno, ipotizza anche che i tornei non riprendano prima di «settembre o ottobre», sebbene il tennis mondiale sia ufficialmente fermo per ora solo fino a metà luglio. «La stagione riprenderà ufficialmente quando tutti saranno sicuri al 100% che le persone possono venire, che non ci sono rischi, che le persone sono resistenti al virus, e ci vorrà del tempo».