Malgrado gli enormi investimenti e il fascino suscitato dalla Città del peccato, la terza tappa stagionale in Usa della F1 presenta pure qualche rischio
Col Gran Premio di Las Vegas in programma il prossimo weekend, la Formula 1 tornerà negli Stati Uniti addirittura per la terza volta nel corso del calendario Mondiale 2023, dopo la tappa di Miami nel mese di maggio e quella di Austin lo scorso ottobre.
Si tratta senz’altro di qualcosa di raro, nel circus, ma è del resto comprensibile che ciò avvenga, dal momento che a controllare il giocattolo ormai dal 2017 sono gli americani di Liberty Media, il cui obiettivo dichiarato è l’affermazione sempre più massiccia della F1 nel Paese che tradizionalmente preferisce invece delirare per la Nascar e l’IndyCar.
Fin qui pare che, in questo senso, tutto stia funzionando a meraviglia: i dati dicono infatti che gli yankee si stanno sempre più appassionando alla materia, complice anche il grande successo della serie tv ‘Drive to survive’, prodotta in collaborazione da Netflix e, non a caso, dal management della categoria regina delle gare automobilistiche.
Indice del crescente interesse che la Formula 1 sta suscitando Oltreoceano è pure la creazione di una nuova scuderia a stelle e strisce – la Andretti Cadillac – che dovrebbe debuttare nel 2025 e che dal 2028 monterà con ogni probabilità propulsori griffati da un altro simbolo statunitense, e cioè la General Motors.
Non stupisce che come sede di questa nuova gara sia stata scelta proprio Las Vegas, città che per antonomasia rappresenta lo show, lo sfarzo, l’azzardo e che da sempre, per attrarre sempre più giocatori ai suoi tavoli e alle sue slot machine, ha puntato sullo sport. Basti ricordare che negli anni Settanta e Ottanta – ultima meravigliosa stagione del grande pugilato – quasi tutti i maggiori incontri di boxe furono organizzati proprio nel deserto del Nevada, e non è un segreto che albergatori e autorità cittadine stiano lavorando ai fianchi i vertici della Nba affinché accordino il benestare per la fondazione in città di una franchigia Nba, il massimo campionato di basket al mondo.
In realtà, non è la prima volta che la Formula 1 fa tappa nella Sin City, la città del peccato: già nel 1981 e l’anno seguente, infatti, turisti e ludopatici avevano avuto il privilegio di veder sfrecciare i bolidi sotto i propri occhi. E anche a quei tempi gli Usa organizzavano ben 3 Gp sui 16 in calendario: gli altri due si svolgevano a Long Beach e Detroit.
Era l’epoca di Piquet, di Jacques Laffite e del nostro Marc Surer. Allora si gareggiava sull’enorme parcheggio del Caesar’s Palace, mentre stavolta sarà l’iconica Strip ad accogliere le monoposto, su un circuito di oltre 6 km che si snoda fra il Bellagio, la Sfera e tutte le altre maggiori attrazioni della mecca del divertimento. Se a tutto ciò aggiungiamo che si correrà in notturna e che la gara invece che di domenica si disputerà il sabato (unico precedente in Sudafrica nel 1985), pare davvero che non manchi nulla affinché il prossimo Gp si riveli un enorme successo.
Non tutto ciò che luccica però – nemmeno a Las Vegas – è garanzia di riuscita: negli ultimi mesi sono infatti state moltissime le lamentele per via dei cantieri che hanno reso difficile spostarsi nel centro cittadino, specie per le svariate migliaia di impiegati nell’hôtellerie e nei casinò, ma anche per i turisti e i residenti. Il rifacimento del manto stradale e la costruzione di strutture permanenti per ospitare il paddock – durati ben oltre il previsto (circa 8 mesi) – hanno esasperato la gente, e a nulla pare siano servite rassicurazioni e lusinghe fornite da Greg Maffei, numero 1 di Liberty, secondo il quale l’indotto generato sfiorerà i 2 miliardi di dollari, somma che dovrebbe ampiamente indennizzare le molestie.
Sarà anche vero, noi ci fidiamo, ma la cosa che maggiormente fa dubitare della reale riuscita di questa maxi-operazione è che, a pochissimi giorni dall’evento, una quantità enorme di biglietti risulta ancora invenduta, e botteghini e bagarini – per evitare il cappio – stanno iniziando a svendere i tagliandi, che nelle ultime ore hanno visto i prezzi precipitare vertiginosamente.