SCI DI FONDO

La staffetta maschile si colora d'argento vivo

Cyril Fähndrich, Jonas Baumann, Jason Rüesch e Valerio Grond nella storia: era dal 1972 che la Svizzera non conquistava una medaglia nella specialità

(Keystone)
6 marzo 2025
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Un'impresa che rimarrà ben impressa nei libri di storia: Cyril Fähndrich, Jonas Baumann, Jason Rüesch e Valerio Grond hanno conquistato una splendida, quanto assai insperata, medaglia d'argento. Nella staffetta 4x7,5 km dei Mondiali di Trondheim il quartetto rossocrociato ha fornito una prestazione d'assieme a dir poco encomiabile, permettendo così alla Svizzera di mettere fine a un digiuno che perdurava da più di cinquant'anni. Sì, perché l'ultima volta che i nostri rappresentanti erano riusciti a issarsi sul podio nella medesima specialità era durante i Giochi olimpici del 1972 a Sapporo. Questa è la decima medaglia iridata rossocrociata nella storia dello sci di fondo: Dario Cologna ne ha collezionate tre, mentre la prima era stata messa in bacheca nel 1968 da Josef Haas a Grenoble. È dunque la prima volta in assoluto che la Svizzera riesce a conquistare la bellezza di tre medaglie in una sola rassegna. L'argento della staffetta fa infatti seguito ai bronzi ottenuti da Nadine Fähndrich nella sprint individuale e nella sprint a squadre con Anja Weber.

Tutti e quattro i fondisti rossocrociati hanno eseguito il proprio compito alla perfezione. Cyril Fähndrich ha passato il testimone a Jonas Baumann in ottava piazza complessiva. Il veterano, che sulle nevi scandinave disputa il suo ultimo Mondiale, ha colmato il divario dal primo gruppo d'inseguitori – alle spalle della Norvegia – recuperando due posizioni. È stato dunque seguito da Jason Rüesch, capace di tenere il passo di Canada, Francia, Italia e Svezia permettendo così a Valerio Grond di scattare da posizione ideale. Lo specialista dello sprint, che non era riuscito a raggiungere l'ultimo atto nella competizione individuale e si era piazzato ottavo in quella a squadre, non ha commesso errori. Nell'ultimo giro ha quindi alzato i giri del motore, facendo valere le sue qualità sull'ultima asperità del percorso. Un forcing a cui ha risposto lo svedese Edvin Anger, che, tuttavia, nell'ultima curva è stato bruciato dal rossocrociato. Nel (lunghissimo) rettilineo finale si è inoltre permesso il lusso di esultare prima del traguardo alzando le braccia al cielo e cadendo stremato nell'abbraccio dei compagni.

A dettar legge è stata la Norvegia, campione del mondo in carica, che ha confermato il ruolo di favorita dominando la corsa dalla prima all'ultima frazione. Erik Valnes, Martin Nyenget, Harald Amundsen e Johannes Klaebo hanno firmato l'ennesimo successo del team scandinavo, che in campo maschile, nella rassegna iridata, può contare già cinque ori su altrettante competizioni. Klaebo con la gara odierna è salito a quota cinque ori qui a Trondheim, e nella 50 km tecnica libera di sabato può cercare di entrare ulteriormente nella storia conquistando il titolo in tutte le prove individuali (e a squadre) in un Mondiale. L'eroe locale ha infatti già vinto la sprint, la 20 km in skiathlon e la 10 km nella sua città natale, oltre che la sprint a squadre in compagnia di Valnes. Per il 28enne si tratta della 14esima medaglia d'oro iridata della carriera. Il connazionale di Klaebo e fino a ieri recordman in solitaria, Petter Northug, si era fermato a 13. A oggi, sei diverse nazioni hanno saputo vincere la staffetta iridata. Il Paese più blasonato in assoluto è proprio la Norvegia, capace di proporsi sul gradino più alto del podio per 20 volte, di cui peraltro tredici consecutive in una clamorosa striscia tuttora aperta.

Domani toccherà alle donne (partenza alle ore 13.15), che gareggeranno per la prima volta ai Mondiali in una staffetta su queste distanze. Ossia 7,5 km.