La Svizzera si è qualificata per gli ottavi di finale della Coppa del mondo e martedì alle 16.00 a San Pietroburgo affronterà la Svezia.
La Svizzera si è qualificata per gli ottavi di finale della Coppa del mondo e martedì alle 16.00 a San Pietroburgo affronterà la Svezia. Ed è questo, a ben guardare, l’unico dato positivo di una serata che si voleva esaltante, ma che si è invece rivelata un chiaro passo a ritroso dopo le due belle prestazioni contro Brasile e Serbia. Certo, il risultato minimo da ottenere era rappresentato dal pareggio (pure la sconfitta sarebbe andata bene alla luce della vittoria del Brasile contro la Serbia) e l’obiettivo è stato raggiunto, ma con tanta, troppa fatica. Imprecisa, slegata, mal posizionata sul rettangolo da gioco, la Svizzera è rimasta troppo a lungo in balia della Costa Rica. In una prima mezz’ora da incubo a salvare capra e cavoli è stato Yann Sommer, con almeno tre interventi decisivi, uno dei quali addirittura strepitoso e che ha ricordato la “parata del secolo” di Gordon Banks su Pelé ai Mondiali del 1970.
Nonostante gli inciampi, i rossocrociati si sono ritrovati due volte in vantaggio (prima con Dzemaili, poi nel finale di partita con Drmic), senza peraltro riuscire a gestire il risultato.
Sta a Vladimir Petkovic, a questo punto, capire cosa sia successo. Va dato merito alla Costa Rica di aver disputato una prestazione di cuore nonostante un’eliminazione già acquisita, ma gli impacci dei rossocrociati sono stati troppi e troppo evidenti per poter essere nascosti dietro la buona prova dei centroamericani. I due cambi voluti dal tecnico elvetico si sono rivelati dei boomerang: né Gavranovic, né Embolo sono infatti riusciti a fornire l’atteso supporto alla manovra e alla fine sono entrambi naufragati nel grigiore generale. Non che gli altri abbiano fatto molto meglio: dopo le saette scagliate contro la Serbia, sia Xhaka, sia Shaqiri sono rientrati nella normalità di una prestazione senza lode e senza infamia. È andata ancora peggio a Lichtsteiner e Schär, ammoniti per falli ingenui e costretti a saltare l’ottavo di finale con la Svezia. A guadagnarci, dalla terza serata mondiale, soltanto Josip Drmic che nella ventina di minuti concessagli al posto di Gavranovic ha colto un palo e firmato il gol del 2-1: una bella ipoteca per una maglia da titolare contro la Svezia.
Appare paradossale stare a parlare di una prestazione deficitaria quando la Svizzera ha comunque chiuso al secondo posto e imbattuta un girone nel quale figuravano Brasile, Serbia e Costa Rica (quattro anni fa ai quarti di finale, non dimentichiamolo). Ma nei primi due impegni gli elvetici hanno dimostrato di saper fare ben altro e tutti si aspettano che anche quando il coinvolgimento emotivo non raggiunge l’apice, il valore della prestazione non cali in modo tanto evidente.
Tutti speravano di evitare la Germania e il desiderio si è avverato. Ma la Svezia non sarà affatto un avversario facile, praticamente impermeabile in difesa e veloce nelle ripartenze. Le assenze di Schär e Lichtsteiner peseranno, ma difficilmente poteva esserci occasione più ghiotta per sfatare il tabù degli ottavi di finale e accedere ai quarti, dai quali manchiamo dal 1954. Ci vorrà, però, una Svizzera molto diversa da quella balbettante di ieri sera: ci vorrà la Svizzera che ha tenuto in scacco Brasile e Serbia.