Russia 2018

La Costa Rica di Ramirez vuol stupire ancora

I centroamericani, che affronteranno la Svizzera mercoledì 27 giugno, sognano di ripetere l'exploît del 2014, quando arrivarono fino ai quarti

Keystone
14 giugno 2018
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Il sogno russo della Costa Rica non può essere che uno: ripetere l’impresa di quattro anni fa in Brasile. Ma i Ticos sono i primi a sapere che non sarà affatto facile arrivare fino ai quarti di finale: ogni Mondiale ha la sua storia, e gli ‘eroi’ di Brasile 2014 verranno comunque ricordati. Anche perché, con l’Olanda, Keylor Navas e compagni persero solo ai rigori, e per la mossa vincente di Van Gaal che fece uscire al 120’ il portiere titolare Cillessen sostituendolo con Krul, che nella serie di tiri dal dischetto parò due rigori. Per la Costa Rica, numero 26 del ranking Fifa, sarà il quinto Mondiale, al quale arriva dopo essersi piazzata seconda nel girone finale della zona Concacaf, dietro al Messico, e davanti a Panama, Honduras e agli Stati Uniti, team grande escluso di questa parte del pianeta Pallone. Il miglior realizzatore delle qualificazioni è stato Christiam Bolaños, autore di 4 reti.

Il commissario tecnico è Oscar Ramirez, in carica dall'agosto 2015 quando è subentrato al dimissionario Paulo Wanchope, giramondo con un passato da attaccante in Inghilterra, Spagna, Giappone e Usa. Per Ramirez, 75 presenze con la maglia della nazionale costaricana quando giocava a centrocampo, l’incarico di ct è stato il coronamento di un sogno dopo anni di gavetta da allenatore. Ai Mondiali in Germania, nel 2006, è stato l’assistente del brasiliano Alexandre Guimaraes (il cui figlio Celso Borges è ora uno dei cardini del centrocampo di questa nazionale), poi ha allenato con profitto l’Alajuelense. Dalla Coppa del mondo di quattro anni fa, la Costa Rica ha subìto una sorta di rivoluzione, con la partenza della leggenda Paulo Wanchope, che era subentrato alla guida tecnica al colombiano Jorge Luis Pinto nel 2014. L’ex giocatore del Derby County non è mai stato in grado di imporre il suo marchio alla squadra, e così l’anno successivo il testimone è passato nelle mani di Oscar Ramirez. Che, appena si è saputo l’esito del sorteggio dei gironi di Russia 2018, si è messo a studiare le tre avversarie della sua selezione, in particolare, ha ammesso, Brasile e Serbia, «su cui avevo molto più materiale». Ma ha garantito che anche contro la Svizzera si farà trovare altrettanto preparato. Intanto il tecnico è stato attaccato dalla stampa del suo Paese, come del resto succede in ogni parte del mondo, per il modo troppo difensivista in cui ha impostato la squadra (il modulo preferito da Ramirez è il 5-4-1). E di perplessità ne aveva pure sollevate per aver chiamato, nei test premondiali di marzo, tre giocatori di scarsa esperienza come Ian Smith (Ifk Norrköping), Yeltsin Tejeda (Losanna) e Yendrick Ruiz (Herediano), lasciando fuori il bomber del campionato locale Jonathan McDonald, sorta di idolo dei tifosi dell’Alajuelense.

Ma qualcuno doveva pur essere provato, visto che il gruppo ha ancora molti dei protagonisti del 2014. Così i punti di forza della Costa Rica sono sempre il portiere Keylor Navas, che nel Mondiale di quattro anni fa si mise talmente in evidenza da meritarsi la chiamata del Real Madrid, e il trio Bolaños-Ruiz-Ureña. Su quest’ultimo grava però un grosso punto interrogativo circa le sue condizioni di salute: vittima di quattro microfratture al volto, il giocatore del Los Angeles Fc si è ripresentato all’allenamento con una maschera protettiva. Resta insomma da capire se il bomber che vanta 15 reti con la maglia della nazionale saprà dare il suo massimo contributo in Russia. Sotto la guida di Ramirez, la Costa Rica ha indubbiamente guadagnano un certo rigore, ma ha perso un po’ quel granello di follia che le aveva permesso di smuovere montagne alla Coppa del mondo di quattro anni fa, quando aveva raggiunto di slancio gli ottavi di finale grazie a due successi contro Uruguay (3-1) e Italia (1-0) e al pareggio a reti inviolate imposto all’Inghilterra.