laR+ qatar 2022

Il debutto è riuscito, il gioco ancora da registrare

Contro il Camerun arrivano tre punti fondamentali, grazie a Embolo. In vista di Brasile e Serbia è chiesto un passo avanti, ma qualche dato positivo c’è

Il momento decisivo
(Keystone)
24 novembre 2022
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Vittoria doveva essere, vittoria è stata, anche se non tutto è già andato per il verso giusto, in particolare nel primo tempo, giocato con un ritmo troppo basso per poter emergere in una tale vetrina e senza la necessaria fantasia per pungere in fase offensiva. Al rientro dall’intervallo la Svizzera ha mostrato un volto più propositivo e al tirare delle somme la vittoria è meritata, anche se in caso di pareggio nessuno avrebbe avuto di che recriminare. La prestazione tecnica non è però certamente una delle più memorabili di sempre, forse per il caldo, forse per l’orario inconsueto (le 13 in Qatar), forse per la tensione tipica d’inizio torneo o forse per la breve fase di preparazione, la Svizzera è parsa vivere più di fiammate che non di una chiara impostazione della partita.

Va però anche detto che Sommer non ha dovuto superarsi per mantenere la porta inviolata. Il Camerun ha infatti essenzialmente creato solo tre vere occasioni, due delle quali nella stessa azione, prima di scomparire dalla metà campo offensiva nella ripresa. Mbeumo e Toko Ekambi al 10’ e l’anticipo all’ultimo momento di Widmer su Toko Ekambi al 35’ hanno fatto scorrere più di un brivido lungo la schiena dei rossocrociati. Solo negli ultimi cinque minuti la Svizzera (che a dire la verità non era nemmeno partita così male nei primi dieci minuti) inizia a farsi vedere dalle parti di Onana, che tuttavia nel primo tempo non deve mai intervenire. Infatti Embolo ha un buono spunto, ma non si decide a tirare, mentre i colpi di testa di Elvedi e Akanji dopo calcio d’angolo terminano a lato.

Nella pausa Murat Yakin deve aver trovato le parole giuste per scuotere i suoi, come dimostra l’azione del gol: il pallone circola rapidamente dai piedi di Xhaka a quelli di Freuler, Shaqiri ed Embolo, libero in piena area. Acquisito il vantaggio la Svizzera dimostra grande maturità (non a caso sostantivo utilizzato sia da Yakin che da Embolo per descrivere la prestazione) nella difesa, mentre il Camerun, che fin lì aveva dimostrato grande compattezza e rapidità nel ripartire, non sa da che parte iniziare per tentare di rimettere in parità la partita. Il ruolo dei due portieri infatti si inverte, con Sommer che può rimanere tutto sommato tranquillo, mentre l’estremo difensore dell’Inter è molto bravo a negare il raddoppio a Vargas e nel finale è aiutato da Castelletto su Seferovic.

La solida tradizione della ‘prima’

La Svizzera conferma dunque la sua capacità di iniziare con il piede giusto la sua campagna iridata che dal 2006 in avanti l’ha vista vincere tre volte la partita di debutto (oltre a ieri anche nel 2010 con la Spagna e nel 2014 con l’Ecuador) e pareggiarla due volte contro delle big (quattro anni fa con il Brasile e nel 2006 con la Francia). Tutto bene dunque almeno per ora, perché è un fatto incontestabile che per fare risultato contro Brasile e Serbia e superare di conseguenza il girone sarà assolutamente necessario migliorare vari aspetti.

In fase difensiva innanzitutto, Rodriguez (sostituito stremato al 90’ da Cömert) non dà più le garanzie di una volta e se puntato in velocità rischia di soffrire le pene dell’inferno, inoltre contro il Camerun, s’è vista qualche imprecisione anche al passaggio. Agli esterni d’attacco sarà anche richiesto un maggiore contributo in fase di ripiegamento, rispetto a quanto apportato da Shaqiri, Vargas e in un secondo momento Okafor. Infine i due centrali Akanji ed Elvedi hanno mostrato la solita sicurezza, ma sono entrambi gravati da un ammonimento, forse evitabile quello del difensore del Manchester City. In fase offensiva invece Shaqiri e Vargas non hanno per nulla brillato, in particolare a livello di continuità, cosicché Embolo nei primi quaranta minuti è spesso dovuto rincasare fino sulla trequarti per ricevere qualche pallone giocabile. Il centrocampo è stato invece il reparto più convincente, grazie soprattutto a un Freuler fondamentale a dettare gli equilibri, Xhaka al centro della manovra e un Sow più deputato al lavoro oscuro.

Le statistiche dicono Svizzera

Un aspetto incoraggiante è invece l’impressione che questa Nazionale si trovi molto più a suo agio quando può lasciare il controllo delle operazioni alla compagine avversaria, situazione che si presenterà sicuramente più spesso contro Brasile e Serbia rispetto a contro i Leoni Indomabili, che pure hanno avuto un possesso palla lievemente superiore, stando almeno alle statistiche Fifa (che parlano di 44% a 42 e un 14% conteso, sui siti specializzati si trova invece un 51% a 49 per la Svizzera). La compagine di Murat Yakin ha anche tentato più volte il tiro, rispetto agli avversari (8 volte a 7) e ha effettuato più incursioni (51 contro 47) nella trequarti offensiva.