La 36.enne bielorussa, che vive in esilio, è stata giudicata colpevole da un tribunale di Minsk di ‘creazione di una formazione estremista’
Aliaksandra Herasimenia, medaglia olimpica, è stata condannata in contumacia a 12 anni di prigione in Bielorussia per "creazione di una formazione estremista". Lo ha annunciato Viasna, un’organizzazione di difesa dei diritti umani. La 36.enne Herasimenia, vincitrice di due medaglie d’argento e una di bronzo ai Giochi del 2012 e 2016, è stata dichiarata colpevole dal tribunale di Minsk. Secondo l’Ong Viasna, l’ex nuotatrice, ritiratasi nel 2019 e che attualmente vive in esilio, è stata condannata anche per aver chiesto "sanzioni contro la Bielorussia" e per "diffusione di false informazione sugli eventi del 2020". Due anni fa, nel mezzo delle proteste contro la rielezione alla presidenza della nazione di Alexander Lukashenko, al potere dal 1994, la Herasimenia aveva firmato, unitamente ad altri sportivi bielorussi, una lettera aperta con la quale chiedeva "libere elezioni". Di seguito, si era fatta promotrice della creazione della Fondazione bielorussa di solidarietà sportiva, organizzazione che fornisce aiuto economico e giuridico a quegli sportivi presi di mira dal regime. Un’organizzazione che, però, le autorità di Minsk hanno dichiarato "estremista".
Nell’aprile 2021, la Herasimenia aveva venduto all’asta la medaglia d’oro conquistata ai Mondiali 2012 e ne aveva ricavato 13’500 dollari, destinati a sostenere gli atleti oppositori del governo bielorusso.
Da oltre due anni il regime di Minsk conduce una repressione spietata e sistematica. La quasi totalità delle figure d’opposizione – non solo sportive – sono state imprigionate o costrette all’esilio.