Dopo il bel successo di Berna, il Lugano compie un passo a ritroso. L'amarazza di Schlegel: ‘Non eravamo pronti a sufficienza’
Lugano – Gli ‘oooh’ di disappunto riecheggiano sotto le volte della Cornèr Arena. Parte anche qualche imprecazione. È il 36’08” e la sfortuna ha appena negato a Joly quello che poteva essere il punto del 2-2 del Lugano. Il topscorer dei bianconeri ha davanti a sé tutto lo spazio necessario per piazzare la bordata, arma il tiro e… patatrac: sul più bello il bastone si spezza e il disco scivola via lemme lemme. Quell’episodio è il riassunto di una partita che il Lugano, inconcludente per la prima metà del confronto, si fa sfilare di mano da un Ginevra-Servette non trascendentale, ma decisamente più concreto. E se alla prima pausa il vantaggio degli uomini di Jan Cadieux è di una sola rete è perché anche sul fronte dei romandi prima la malasorte, e poi un bravo Schlegel fanno la loro parte. Al 5’26” una deviazione sotto porta di Miranda, su centro di Spacek, s’infrange contro la traversa della porta bianconera, mentre nell’uno-contro uno che capita all’attaccante slovacco ex biancoblù (col Ginevra che sta giostrando con un uomo in meno sul ghiaccio) a spuntarla è appunto l’estremo difensore. Quanto basta per dire che il parziale di 0-1 alla prima pausa sta anche stretto ai ginevrini. «Non eravamo pronti, e abbiamo concesso troppi regali ai nostri avversari, facilitando loro il compito – si rammarica a fine partita Niklas Schlegel –. Avremmo dovuti contrastarli maggiormente, invece abbiamo permesso loro di giocare una partita tranquilla e spuntarla. Peccato, questa sconfitta è molto frustrante...».
Il match si fa poi ancora più in salita quando gli ospiti, in avvio di secondo tempo, il raddoppio lo trovano per davvero. I minuti passano, ma sul fronte bianconero non sembrano arrivare gli impulsi necessari per far cambiare direzione al vento che soffia sotto le volte della Cornèr Arena. Fino a metà partita, in concreto, per gli uomini di Gianinazzi le emozioni arrivano infatti con il contagocce. Una fiondata di Arcobello nei minuti finali del primo tempo, ben parata da Raanta, e poco altro. A metà partita Sekac prova a dare un impulso ai bianconeri a modo suo, ossia inscenando un battibecco con Berni che gli frutta una penalità minore più 10’ per comportamento antisportivo. Qualcosa effettivamente cambia, anche se la vera scossa la dà Carr quando scarica il tiro che permette al Lugano di dimezzare lo scarto. È a quel punto che i padroni di casa iniziano a giocare per davvero, e sul ghiaccio della Cornèr Arena la partita cambia volto. Cinque minuti più tardi, sullo slancio, Joly arma il tiro che potrebbe anche riportare tutti alla casella di partenza. Con l’esito che però è appunto quello citato in partenza. Quel pareggio non arriverà mai, anche perché nel terzo tempo il Lugano torna a essere una squadra passiva, e in coda a una superiorità numerica Chanton fa 1-3. L’ultimo assalto dei bianconeri è poi vanificato da una penalità di Arcobello, gestita con furbizia dal Ginevra Servette, che per due minuti fa girare il puck nel suo settore offensivo senza tirare, guadagnando tempo.
Dopo il bel successo di Berna, il Lugano compie dunque un passo a ritroso, per esito finale, ma anche per qualità (e quantità) di gioco. «Sì, effettivamente sono state due partite diametralmente opposte. Il perché di questa involuzione non me lo so spiegare. A ogni buon conto va anche riconosciuto il merito al portiere e ai difensori avversari, che hanno protetto bene il loro slot. Io? Il Ginevra ha trovato tre gol davvero belli e malgrado ciò la partita è stata in bilico praticamente fino alla fine, per cui non ho giocato così male».
Era metà ottobre quando Dominic Nyffeler si presentava alla Cornèr Arena per un ‘try-out’, con l’obiettivo di guadagnarsi un contratto. Con il Lugano che aveva appena ritrovato Niklas Schlegel dopo essere passato da un’emergenza portieri (con Joren van Pottelberghe fuori causa ancora per diverso tempo dopo l’infortunio a caviglia e piede) che aveva portato alla corte di Gianinazzi una girandola di estremi difensori: Alessio Beglieri e Remo Giovannini, prelevati rispettivamente da Visp e Sierre, nonché lo slovacco Adam Huska. A cui – ufficialmente da martedì a Berna, quando ha fatto la sua prima apparizione sulla panchina dei bianconeri come backup del citato Schlegel – si è dunque aggiunto Nyffeler. Missione compiuta per il 31enne, che dopo aver trovato (finalmente) anche la sua collocazione sul sito ufficiale della squadra (per il nome sulla maglia dovrà ancora portare pazienza), ieri contro il Ginevra Servette ha pure fatto il suo esordio (da riserva) davanti al pubblico della Cornèr Arena.