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Ambrì col rammarico: ‘Servono 60’ come i secondi venti’

A Losanna i biancoblù si arrendono per qualche occasione sprecata, ma soprattutto per le tre reti in boxplay. McIsaac: ‘Sono state tre distrazioni fatali’

Senza Spacek il topscorer era Dauphin, ma offensivamente lo si è visto poco
(Keystone)
23 febbraio 2024
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Tre inferiorità numeriche e tre reti subite. È presto spiegato come l’Ambrì Piotta è uscito sconfitto dalla Vaudoise Arena. Anche perché alle assenze per infortunio di Pestoni e Zwerger, si è aggiunta quella per malattia di Spacek ed è così inevitabile che le armi offensive a disposizione di Luca Cereda siano insufficienti per compensare questo deficit. A far arrabbiare i leventinesi è anche il modo in cui le tre reti sono arrivate: la prima, di Raffl, a cinque secondi dal rientro di Eggenberger, la seconda, di Riat, a dodici secondi dalla prima sirena e dopo la possibilità di alleggerimento fallita da Juvonen e Virtanen, e la terza, ancora del numero 9, grazie a un tiro sul primo palo, con gli ospiti scoperti. «Il Losanna ha un buon powerplay, ma uscire con lo 0% è sicuramente stato fatale. Sono stati tre momenti di distrazione che hanno visto tutti quanti il disco finire in fondo alla nostra porta. In ogni caso posso dire, pur essendo la mia prima volta qui, che quella vodese è veramente una bella squadra», commenta Jared McIsaac, alla seconda presenza dopo quella di Berna.

Un vero peccato, perché invece a ranghi completi i biancoblù si sono dimostrati perlomeno all’altezza di una compagine che con questo successo ha raggiunto lo Zugo al terzo posto. Particolarmente positivo è stato il secondo tempo, fatta eccezione per qualche minuto di difficoltà in impostazione che ha indotto Cereda a chiamare il timeout, con il gol di Kneubuehler, un paio di grandi parate di Hughes e un palo, colpito da McIsaac, nell’unico powerplay avuto. «Complessivamente abbiamo giocato un buon hockey, in particolare in cinque contro cinque. Sicuramente se il mio tiro fosse riuscito a segnare avremmo avuto l’opportunità di cambiare la partita, a ogni modo abbiamo iniziato molto bene il secondo tempo».

I casi di malattia si stanno susseguendo nello spogliatoio biancoblù, diversi giocatori hanno giocato non al meglio. Settimana scorsa era del resto toccato a Juvonen rimanere a margine, anche lui forse non è ancora pienamente recuperato e lo si è visto con due incertezze. Qualche parata importante il finlandese l’ha comunque piazzata e in fondo non si può sempre contare su una prestazione stratosferica del proprio portiere per raccogliere punti. Dopo il 3-1 i biancoblù hanno infatti provato a rientrare in partita, ma la lucidità iniziava ormai a scarseggiare: «Le assenze di alcuni nostri migliori giocatori si sono sentite, ma in squadra abbiamo comunque un buon numero di bravi giocatori. Nel finale abbiamo continuato a spingere per provare a rientrare, ma ci sono appunto delle piccole cose che dobbiamo sistemare».

Stasera alla Gottardo Arena arriva un Davos in piena lotta per accedere direttamente ai playoff, ma sicuramente avere dei rimpianti pur senza aver brillato è un discreto punto di partenza. «Dovremo restare più costanti sui livelli mostrati ieri nel periodo centrale e gestire meglio il disco, per evitare quei turnover che ci costringono a trascorrere più tempo del necessario nella nostra zona difensiva».

Per i leventinesi notizie positive arrivano dalle altre piste, con le sconfitte di Bienne e Langnau. «Ovviamente guardiamo gli altri risultati. Del resto sono arrivato proprio per dare una mano ai compagni a raggiungere i playoff. Ma l’attenzione rimane principalmente rivolta su di noi, come singoli e come gruppo».

L’annotazione

Più che un rimpiazzo

Qualcuno al suo arrivo avrebbe potuto pensare a una semplice assicurazione in caso di indisponibilità di Heed e Virtanen, indiscutibilmente gli elementi più preziosi dello scacchiere biancoblù e anche ieri ha verosimilmente approfittato delle assenze di Spacek e Fohrler. Tuttavia Jared McIsaac sta dimostrando di essere più di ciò. Dopo un esordio solido a Berna, il difensore canadese è stato nuovamente gettato nella mischia a Losanna, dove ha mostrato una bella personalità, con la propensione alla giocata semplice e a mettere il disco sulla porta, concludendo la sfida con 15’ di ghiaccio, compresi powerplay e boxplay.

Blueliner della seconda unità di superiorità, il ventitreenne è anche sfortunato, visto che la sua conclusione al 22’41” si stampa sul palo alla destra di Hughes. «Penso di essere migliorato rispetto a Berna, mi sto ancora adattando alla dimensione più grande delle piste, ciò che difensivamente significa avere una superficie maggiore di ghiaccio da proteggere. Complessivamente posso però essere soddisfatto di quanto fatto finora», osserva il difensore di proprietà di Detroit.