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L'Ambrì, le imprese e André Heim: ‘Dovevo liberarmi in fretta’

Nel weekend del ritorno del bernese e di Formenton, i biancoblù sbranano i Leoni e poi ci riprovano (invano) con le Aquile. ‘Loro hanno avuto più fame’

Lilja ci prova, ma Descloux gli chiude la porta in faccia
(Keystone)

«Adesso andiamo a Ginevra con l’intenzione di rubare i tre punti». E c’è mancato poco che l’auspicio strappato ad André Heim nel vivo delle emozioni dell’euforico postpartita di sabato alla Gottardo Arena, si trasformasse in una previsione azzeccata. In quella che è una domenica iniziata benissimo, siccome i biancoblù alle Vernets vanno in rete al primo affondo, dopo soli quindici secondi di gioco (grazie a Rocco Pezzullo e al suo primo gol in carriera, almeno nella massima serie) e che sarebbe anche potuta finire meglio, se solo il puck non fosse sfuggito, all’ultimo, al controllo di Laurent Dauphin, nell’occasione che avrebbe potuto raddrizzare del tutto il match. Un vero e proprio regalo, quello confezionato da Simon Le Coultre a sette minuti e mezzo dalla fine: il difensore ginevrino non trova di meglio da fare che spostare il bastone spezzato, abbandonato sul ghiaccio da un compagno, per impedire allo stesso Dauphin di servire Bürgler, costringendo gli arbitri a decretare il rigore. Rientrati in partita soli cinque minuti prima, grazie al 4-3 di Landry (pure per lui si tratta del primo centro in National League), i biancoblù hanno una ghiottissima occasione per provare a ripetere l’impresa della sera prima contro i Lions: tuttavia, dopo aver fatto tutto giusto il ventottenne canadese non riesce a concludere la propria finta come vorrebbe, proprio mentre Descloux sta effettuando lo spostamento e, di conseguenza, avrebbe le gambe divaricate. Quando si dice che a volte è solo questione di millimetri.

Scampato il pericolo, trascinato da un Hartikainen che dà sempre l’impressione di poter inventar qualcosa quando ha il puck sul bastone, il Servette riesce a traghettare in porto la sesta vittoria in altrettante partite davanti al proprio pubblico. Questo nonostante l’Ambrì gli faccia venire più volte i dubbi, in particolare in un indiavolato primo periodo, giocato con grande intensità dai ticinesi, che hanno un sacco di dischi giocabili nel terzo offensivo, frutto della loro pressione in zona offensiva. Nel periodo centrale, invece, gli uomini di Cadieux sembrano trovare il modo per limitare i danni, concedendo meno spazio alle ripartenze biancoblù, ma soprattutto dimostrando un efficacia ben maggiore alle conclusioni, tanto da segnare ben cinque reti (pur se l’ultima arriverà nella porta vuota) con soli ventitré tiri. «Penso che abbiamo giocato una partita molto equilibrata – dice Rocco Pezzullo ai microfoni di Rsi –. Sarebbe potuta scivolare dalla nostra parte come dalla loro, ma alla fine ha vinto il Ginevra che ha dimostrato di avere più fame davanti alla porta: anche noi abbiamo avuto le nostre occasioni, ma non siamo riusciti a fare la stessa cosa».

il personaggio

‘Mi hanno detto che per me non c'era spazio neppure a Springfield’

Gli ultimi giorni sono stati a dir poco frenetici per André Heim. Eppure, il venticinquenne centro bernese, di ritorno sabato sera sul ghiaccio di Ambrì dopo una brevissima parentesi in Nordamerica, non ha neppure l’aria stravolta. «È successo tutto così in fretta – racconta Heim, al termine di Ambrì-Zurigo –. Dopo essere stato tagliato al termine del campo d’allenamento a St. Louis ho giocato tre partite con la maglia con i Thunderbirds, in Ahl, e martedì ho ricevuto una telefonata dal mio agente, Gaëtan Voisard. Il messaggio era semplice: non solo non avrei avuto alcuna chance di tornare a St. Louis, ma per me non c’era spazio neppure a Springfield».

In sostanza, i Blues avrebbero voluto mandarlo a giocare in East Coast Hockey League. «Ciò che hanno detto – spiega Heim – è che avevo delle carenze a livello di pattinaggio e che mi mancava il ritmo e l’agilità per muovermi con disinvoltura sulle piste piccole. A quel punto, io e il mio agente ci siamo detti che dovevamo attivarci per sciogliere il contratto il prima possibile. Poi, scadute le 24 ore sulla lista dehli ‘unconditional waivers’, così da permettere a un qualunque altro club Nhl di farsi eventualmente avanti annunciando il proprio interesse, ero libero di partire».

Poi è andato tutto davvero di fretta. «Giovedì sono salito su un volo per Zurigo, e dopo essere atterrato alle 6 del mattino di venerdì, quattro ore dopo ero già in pista ad Ambrì per il primo allenamento. Ne avevo bisogno, per mettere in moto le gambe. Poi, al pomeriggio mi sono sforzato di non dormire, perché volevo riposare bene la notte per riprendere i ritmi e annullare il jetlag, e direi di esserci riuscito, visto che sabato ero già in pista per la prima partita».

Senza dubbio, miglior debutto non avrebbe potuto esserci. «È stato davvero un ottimo inizio: credo che in pochi avrebbero scommesso su di noi dopo che ci siamo ritrovati sotto 3-1. Noi, invece, ci abbiamo sempre creduto, e sapevamo che avremmo potuto ancora combinare qualcosa, se avessimo trovato la seconda rete. E siamo ancora riusciti a vincere all’overtime in un epilogo di partita incredibile, e se ce l’abbiamo fatta è semplicemente perché quei due punti rimasti in palio li volevamo a tutti i costi».

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