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Petteri il lettone: ‘Una grande opportunità per la mia carriera’

Nummelin è ai Mondiali come assistente di Vitolins sulla panchina della Lettonia, che cerca un posto ai quarti contro la Svizzera: ‘Sappiamo come gioca’

In visita a Lugano l’anno scorso
(Ti-Press/Crinari)
22 maggio 2023
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Ai Mondiali di Riga c'è anche Petteri Nummelin, che dopo avervi partecipato per quindici volte con la maglia della nazionale finlandese, è ora assistente della nazionale lettone di Harijs Vitolins: «Harijs mi ha telefonato lo scorso agosto chiedendomi se volessi far parte dello staff tecnico – racconta l'ex difensore del Lugano – e io naturalmente ho risposto subito di sì, perché questa è una grande opportunità per me. È veramente molto bello essere ai Campionati del mondo e oltretutto la Lettonia è una delle nazioni organizzatrici».

Prima di raggiungere la nazionale lettone, Nummelin ha vissuto una prima stagione da assistente allenatore sulla panchina dell'Ajoie, con cui ha ancora un contratto per la prossima stagione. Dopo aver personalmente sostituito Filip Pesan, il direttore sportivo Julien Vauclair sta ora cercando un nuovo allenatore. È vero che hai detto che ‘se mi chiede di farlo io, lo farò’? «Sì, perché no, ho già l’esperienza di una stagione, conosco la squadra, sarà praticamente la stessa dello scorso campionato, probabilmente un po’ migliore. So come si deve lavorare, ho tante idee su cosa è possibile migliorare ancora, vedremo cosa succederà».

E per il futuro hai già dei progetti? «No, non ancora, vedremo cosa mi regalerà la vita – poi aggiunge ridendo –, innanzitutto spero di essere ancora vivo».

Tra l'altro anche l'altro assistente dei giurassiani, Ivano Zanatta è presente a questa rassegna iridata, come assistente di Philippe Bozon sulla panchina della Francia (impegnata però nel girone di Tampere). Avete avuto modo di sentirvi? «Durante i Mondiali no, ma prima dell’inizio sì. Entrambi però abbiamo tanto da fare e gli orari sono diversi, quando sono io sul ghiaccio per un allenamento, lui è libero e viceversa».

Intanto però la concentrazione è rivolta all'ultimo impegno dei baltici nella fase a gironi, proprio contro la Svizzera, martedì alle 19.20. A Kenins e compagni basta un punto per tornare a disputare i quarti di finale per la prima volta dal 2018: «Sarà la partita decisiva per entrare tra le migliori quattro, contro la Svizzera abbiamo giocato a Riga due amichevoli prima dei Mondiali, ma adesso non li ho più visti. Abbiamo comunque una chiara idea di come gioca la nazionale elvetica, sebbene la selezione attuale sia molto diversa da quella che abbiamo affrontato in amichevole». Se la Slovacchia non dovesse però portare a casa la posta piena contro la Norvegia, i lettoni sarebbero anticipatamente qualificati, ma potrebbero ancora scavalcare la perdente di Canada-Repubblica Ceca per issarsi al terzo posto.

‘Sono ancora in contatto con gente di Lugano’

Anche se per i colori rossocrociati quest'ultimo impegno della fase preliminare ha ormai i crismi dell'amichevole, per tutti i tifosi del Lugano sarà però un'occasione speciale per ritrovare il proprio numero 33, protagonista alla Resega di due titoli in dieci stagioni. Sei sempre in contatto con la gente di Lugano? «Sì, ci sono alcune persone con cui sono in contatto, come Vicky Mantegazza, Andy Näser e Mirko Bertoli. Quando con l'Ajoie giochiamo contro il Lugano ne approfittiamo per incontrarci».

Dopo aver lasciato Lugano nel 2013, l'oggi 50enne ha ancora giocato fino al 2019 tra Finlandia, Norvegia e persino Giappone, raccontaci di questa esperienza: «Sì, ho giocato in Giappone, in Asian League, campionato avevano preso parte squadre della Corea del Sud, una dalla Russia e quattro dal Giappone. In realtà è stata davvero una bella esperienza, l’organizzazione era molto buona, il campionato molto competitivo e le partite molto equilibrate. Poi è stata la mia ultima stagione come giocatore professionista, per cui è stata una bellissima esperienza».

Quindi l'inizio della carriera da assistente allo Storhamar in Norvegia (dove ancora risiede durante l'estate), poi l'arrivo a Porrentruy e ora, appunto, l'esperienza mondiale: «Far parte di uno staff tecnico ai Campionati del mondo è una esperienza non solo bellissima, ma anche molto utile per vedere e imparare nuove cose. Per esempio posso osservare da un lato diverso, come i lettoni gestiscono la squadra, o come funzionano i loro allenamenti. Così non vedo soltanto come si lavora in Svizzera, ma anche in ambito internazionale. Inoltre ho giocato anche tantissime volte per la nazionale finlandese so molto bene cosa si fa lì e come si lavora. Tutto quanto è veramente molto bello e mi aiuta certamente per la mia carriera».