Il Lugano pareggia i conti e resta in corsa nel quarto con i ginevrini. Gianinazzi: ‘Ora è un best of five, ma i favoriti sono ancora loro’
Lugano – Così, davvero, è tutta un’altra storia. Per la gioia di Luca Gianinazzi e di tutto il Lugano, che torna a indossare gli abiti da lavoro, stendendo il Ginevra in gara 2 dei quarti. In quella che, a tutti gli effetti, checché se ne dica, è una di quelle gare da non perdere. Perché se già non è facile – e per nessuno – espugnare una volta il ghiaccio delle Vernets, figuriamoci due.
Alla fine, e con pieno merito, il risultato della seconda sfida sul ghiaccio della Cornèr Arena premia la squadra migliore. Un Lugano quadrato, che dimentica i dubbi del martedì dimostrando di poter trovare la quadratura del cerchio, dimostrando che, nonostante tutto, questo Servette non è imbattibile. A patto, naturalmente, di riuscire a giocare in questo modo. Con quell’energia, quella grinta e, soprattutto, quella solidarietà che uno scatenato Fazzini e i suoi compagni d’avventura mettono in pista sin da subito. In una serata in cui gli spazi sono chiusi, perché tutti sanno che nei playoff può anche bastare perdere un solo disco, per combinarla davvero grossa. E infatti lo 0-0 per oltre mezz’ora, fino a quel nono minuto del periodo centrale in cui, d’un botto, le due squadre finiscono con l’allungarsi a dismisura, dando origine ai primi repentini capovolgimenti di fronte: il primo ad allertarsi è l’imperturbabile Mikko Koskinen, costretto a metterci una pezza sul tentativo di uno Jooris che gli sbuca davanti dal nulla; il Lugano, dal canto suo, risponde con due tentativi di un Markus Granlund privato dei galloni del top scorer e di un attivo Kris Bennett. Finché, finalmente, arriva il primo gol di gara 2: Zanetti prova a rimettere un disco in mezzo, e davvero non si capisce cosa vorrebbe fare Maurer con quel piattone stile calcio, se non preparare il lavoro a un Calle Andersson che con tutta la rabbia che ha in corpo arma il tiro che non lascia scampo a Descloux. È l’1-0 al 31’13’’.
Se già le premesse c’erano tutte, a quel punto il Lugano dimostra anche al Servette, il primo della classe al termine della regular season, che nei playoff tutto può capitare. In un giovedì sera in cui, nonostante la posta in gioco sia elevata, tra i protagonisti le cose filano via lisce fino al minuto numero trentaquattro, quando il nervosismo tocca il suo apice dopo che Hartikainen lancia Zanetti addosso alla balaustra (e in quell’occasione gli arbitri si fanno sorprendere, perché i due minuti ci stanno tutti), e mentre l’azione prosegue i bianconeri provano a farsi giustizia da soli, con Thürkauf che con il bastone si mette a colpire tutto ciò che gli capita a tiro, finendo naturalmente col doversi poi accomodare in panchina, mentre dalle tribune sul ghiaccio piove di tutto.
I bianconeri, però, non si lasciano distrarre e continuano a mettere pressione sugli avversari, cercando al contempo di mettere sulla porta di Descloux quanti più dischi possibili. Anche se nella seconda metà del confronto, l’occasione più ghiotta di tutti capita al solito Jooris (il solo a farsi trovare sempre pronto in un terzetto completato da un Hartikainen nervosetto e da un Omark fin qui piuttosto spento), con il disco che per una volta sfugge a Koskinen – tra i gambali –, ma Mirco Müller gli dà una mano spazzando prima della linea. Sembra essere un’anteprima di ciò che potrebbe attendere i bianconeri in un concitato finale di gara, invece no: alla prima occasione, Marco Zanetti e uno scintillante Daniel Carr vanno via di prepotenza, con un fraseggio tutto di prima che fa ammattire Maurer e Omark, prima che il nuovo top scorer del Lugano si faccia beffe anche del povero Descloux, depositando poi il disco nella porta vuota. A quel punto, sul ghiaccio piove nuovamente di tutto. Stavolta, però, per ben altro motivo.
«È stata una partita in cui la pazienza ci ha portato a conquistare una bella vittoria – dice, a caldo, un raggiante Raphael Herburger –. Una sfida apertissima fino all’ultimo secondo, con un Koskinen bravissimo: le sue parate ci hanno dato molta fiducia. A livello difensivo siamo stati bravi a commettere pochi errori e anche a stare lontani dalla panchina dei penalizzati. È stato un tipico incontro da playoff, con molte occasioni e poche reti: noi siamo stati bravi a trovarne due, molto bella la seconda segnatura di Carr. Penso che alla fine la vittoria è meritata. Siamo stati molto compatti e ce la siamo sempre giocata con i quattro blocchi, così da mettere in difficoltà il nostro avversario. Domani a Ginevra dovremo continuare a giocare esattamente così: siamo sull’1-1 e va benissimo, direi che da parte nostra c’è stato un passo avanti. Gli arbitri? Chiaro, quando vinci va sempre tutto bene, ma oggi mi è piaciuto come hanno diretto, perché in tutta la partita hanno tenuto una certa linea molto chiara, e anche per noi giocatori è molto importante sapere cosa si può fare e cosa no».
Nell’euforia del giovedì sera, il messaggio che vuol far passare Luca Gianinazzi è chiaro a tutti. «Sono contento della prestazione, molto migliore di gara 1, ma è una serie di playoff, siamo sull’uno a uno e non abbiamo ancora vinto nulla – dice il coach bianconero –. Siamo usciti forte nel primo tempo, applicando fin da subito il nostro gioco e il primo tempo in questo senso è stato un ottimo segnale. Volevamo reagire dopo che a Ginevra non avevamo mostrato una delle nostre migliori serate, ed è pur vero che è ormai da tre o quattro settimane che siamo in modalità playoff. Le situazioni a due contro uno le abbiamo create soprattutto verso fine partita, quando loro sono andati in modalità "all-in", mentre la copertura dello slot sappiamo che è fondamentale contro di loro. Già in gara 1 trovo che a tratti l’avevamo fatto molto bene, venendo però puniti quando ciò non era successo. Oggi siamo invece stati costanti per sessanta minuti».
Stavolta hanno brillato un po’ tutti. A cominciare da Marco Zanetti. «Ha fatto sicuramente una bella partita, ma non è stata la vittoria dei singoli, trovo. Tuttavia, quell’assist a Carr sarebbe stato tanta roba anche per un veterano. Anche Mikko è stato eccellente, e ci ha dato una mano quando ha avuto del lavoro da fare. Adesso la serie si trasforma in un ‘best of 5’: loro rimangono i favoriti, però quando noi scendiamo sul ghiaccio non pensiamo a chi è il favorito, bensì a fare in modo di vincere. Giocare a casa loro è diverso che a casa nostra, il pubblico ci ha dato una bella spinta. Ma il controllo delle emozioni è fondamentale: sia lungo la serie, sia durante ogni singola partita. Magari, nell’angolo, dopo l’intervento di Hartikainen su Zanetti un po’ di nervosismo c’era, ma sull’arco della partita siamo rimasti focalizzati soltanto su noi stessi, senza guardare altrove. Per il resto, ci sono ancora diverse cose da migliorare, ma – conclude Gianinazzi – non dirò quali».
In gara 2 del quarto con il Lugano, Yohann Auvitu è tornato in formazione al posto dell’ammalato Tömmernes. Nessun demerito per il francese dei ginevrini, ma la differenza tra i due si è vista, eccome. «Non abbiamo trovato la chiave per segnare, ma in fondo stiamo affrontando una buona squadra che ha sfruttato bene il vantaggio casalingo e che è entrata aggressiva in partita. Ce lo attendavamo, sarà una serie lunga, dovremo essere ancora più pronti».
Rispetto a martedì non siete riusciti a entrare nello slot e avete pagato il gol di Andersson in un momento con le difese parecchio allegre: «Chiaramente quando si tira da così distante i tiri sono di minore qualità ed è difficile trovare gol sporchi. In difesa è vero che in qualche momento siamo stati un po’ sconnessi, ma sono momenti che possono arrivare durante una partita, starà a noi non commettere più errori del genere».