I bianconeri resistono quaranta minuti, grazie alla prima linea e a Koskinen, poi cedono allo Zurigo, che rimane imbattuto nella sua nuova casa
Nella serata del rientro in formazione di Raphael Herburger (e Alessandro Villa) il Lugano subisce una nuova sconfitta, contro uno Zurigo semplicemente superiore sotto praticamente tutti gli aspetti. Eppure per due tempi i bianconeri riescono a rimanere attaccati agli avversari, grazie al contributo di Koskinen (autore di numerosi interventi decisivi), della prima linea (all’origine delle prime due reti) e di un po’ di buona sorte (si vedano i pali colpiti da Wallmark e Andrighetto). Alle reti di Lehtonen (in doppia superiorità numerica) e Weber avevano infatti risposto Zanetti (dopo un disco recuperato da Arcobello e Granlund) e Wolf (ottimamente assistito da Granlund). Ma nel periodo conclusivo i Lions allungano decisivamente con le reti di Bodenmann, Andrighetto e Bachofner tra il 45’ e il 48’. La partita finisce lì, ma il risultato finale è di 6-3 per opera delle reti di Sopa e Marco Müller, al primo centro in maglia bianconera. Il Lugano non ha certo meritato di vincere, tuttavia negli ultimi venti minuti ha ceduto un po’ troppo facilmente, vanificando quanto di buono fatto fin lì. Se infatti la squadra di Gianinazzi riuscisse a mantenere costante il livello per sessanta minuti potrebbe certamente ambire, anche nelle serate più difficili, a strappare qualche punto, utile sia per muovere la classifica (in questo momento Arcobello e compagni viaggiano alla media di un punto esatto a partita) in una parte bassa compatta, ma che si sta staccando da chi la precede; sia per il morale ancora fragile. Quando infatti vince, lo fa con agio (dodici reti segnate e quattro subite nei due successi nell’"era Gianinazzi"), ma pure le sconfitte si concludono con passivi pesanti (nove reti segnate e ventitré subite, nello stesso periodo). Inoltre quella sottocenerina è l’unica compagine finora a non aver disputato nemmeno un overtime.
I bianconeri hanno particolarmente sofferto il forecheck intenso dei Lions, finendo col perdere una miriade di dischi e trascorrendo così un’ampia parte dei sessanta minuti nel proprio terzo difensivo, nel tentativo di rincorrere gli avversari. Mentre per fare male a Hrubec sarebbe servito per esempio un apporto maggiore di un powerplay mai veramente pericoloso nelle tre occasioni e mezza avute a disposizione. Eppure l’attitudine è stata quella giusta, ma la differenza tecnica è parsa troppo grande per sperare in un esito diverso. Il problema allora è che le altre tre linee offensive sono state impalpabili, fra gli errori di un incostante Connolly, Fazzini che ha sprecato l’unica occasione avuta, un abulico Thürkauf e una quarta linea generosa ma che non è quella deputata in prima istanza a creare gioco offensivo.
Nemmeno al quinto tentativo il Lugano riesce dunque a ottenere una seconda vittoria consecutiva e finisce invece col subire la decima sconfitta stagionale, la quarta consecutiva in trasferta.
Samuel Guerra, intervistato dall’Rsi, commenta così la serata luganese: «Specialmente nel secondo tempo lo Zurigo ci ha messo sotto pressione, ma abbiamo mantenuto la disciplina, peccato che nel terzo tempo abbiamo lasciato andare una partita che era ancora lì. Nel nostro processo di crescita dobbiamo imparare dagli errori commessi a Zurigo».
Guerra e compagni saranno ora chiamati a proseguire questo cammino di apprendimento venerdì alla Cornèr Arena (presso la quale ultimamente sono arrivate le prestazioni più convincenti) contro la capolista Ginevra, reduce dalla vittoria 6-1 contro lo Zugo. V.B.