I biancoblù, di misura, sono costretti alla resa dal Friborgo. ‘Ha avuto più determinazione di noi. Forse non molta, ma è bastato per fare la differenza’
Ambrì – Due minuti col fiato sospeso. Senza Benji Conz tra i pali e tutti e sei i biancoblù confinati nel terzo del Friborgo, alla disperata ricerca di un pareggio in extremis che, invece, non arriverà mai. Nonostante gli sforzi e qualche ghiotta occasione. Come quella che capita sul bastone di Chlapik negli ultimissimi istanti prima della sirena: a dire di no al numero 14, in tuffo, è quel Vaino che si era già messo di traverso all’8’23’’ del periodo centrale, togliendo dalla linea di porta un disco destinato a finire in rete. Salvataggio miracoloso quanto fortunato, perché dal replay ci si accorge che il puck finisce comunque sul gambale di Hughes, ma grazie alla buona sorte l’ex portiere dei Rockets riesce a salvarsi. Vecchia conoscenza dell’Ambrì dei tempi che furono, il ventiseienne svizzerocanadese merita ampiamente il premio di migliore dei suoi, specialmente per le 15 parate in un terzo tempo in cui i biancoblù si rimboccano le maniche, provando a reagire a un secondo tempo complicato. E non solo pensando ai gol incassato, il secondo delle quali arriva addirittura in shorthand, durante una penalità per una bastonata inflitta a Jacob De la Rose, svedese purosangue a dispetto del nome: ebbene, in quei due minuti i biancoblù perdono pericolosamente due volte il controllo del disco, e nella seconda occasione (dopo un tentativo di pressione di Shore senza copertura alle spalle) quelli del Friborgo si sganciano in due, con Jörg che decide di fare da sé, sorprendendo Conz sul palo più lontano.
Strada facendo, per correggere il tiro Luca Cereda decide di fare qualche ritocco al lineup, dapprima riunendo Chlapik e Spacek a fianco di Pestoni (spostando Hofer con Zwerger e Shore), e poi mette mano una seconda volta alle linee nel terzo tempo piazzando McMillan con i due cechi e dirottando Pestoni nel terzetto completato da Shore e Zwerger. «È andata un pelino meglio – spiega a caldo il coach biancoblù – ma quei cambiamenti non si sono rivelati determinanti. La verità è che avremmo dovuto segnare di più nel primo tempo, dove avevamo opportunità a sufficienza: alla fine il Friborgo ha meritato di vincere, perché era più determinato di noi. Forse non molto più di noi, ma è bastato per fare la differenza. Il Berna? Stasera dovremo essere più grintosi sin dall’inizio, lottando di più e con più determinazione».
Eppure, anche contro il Friborgo la partita sembra nascere con le intenzioni migliori. Con l’Ambrì che segna presto il punto dell’1-0, trovando pure una seconda rete, con Zwerger, che però non supererà l’esame moviola. È in quei primi venti minuti che i biancoblù dovrebbero gettare le basi di un successo che pare ampiamente alla loro portata, e invece la serata si chiuderà in altro modo. «Abbiamo avuto diverse occasioni per segnare che normalmente sfruttiamo, mentre stavolta invece i passaggi non erano precisi e le cose non andavano come avrebbero dovuto. Lo si è visto anche nell’assalto finale senza portiere – dice il ventitreenne difensore Dario Wüthrich –. Il lavoro in forechecking non è stato sufficiente e abbiamo lasciato troppo spazio al Friborgo, ce l’ha detto anche Cereda alla seconda pausa. Abbiamo perso le battaglie perché nei duelli non siamo andati per vincerli a ogni costo. È per questo che il disco non girava in nostro favore».
Aspetta quel momento da un po’, Dominic Zwerger. Infatti il numero 16 non segna più dalla seconda di campionato, contro il Berna, a anche stavolta l’urlo gli resta strozzato in gola, nonostante quel tocco decisivo al 10’27’’, in situazione di superiorità numerica (fuori c’è Diaz per un aggancio), che vale il gol del 2-0. Presunto. Il problema infatti è che su richiesta dello staff tecnico friborghese gli arbitri vanno a consultare le immagini tivù, perché v’è sospetto che l’entrata nel terzo di Brandon McMillan in retromarcia una trentina di secondi prima non fosse del tutto regolare: la regola dice che si può entrare nel terzo pattinando all’indietro, a condizione però di avere pieno controllo del disco nel momento in cui i pattini si trovano sulla blu. Cosa che nella fattispecie non succede, e la tv lo dimostra: ancora una volta l’arma della moviola dà ragione a chi ricorre. Da quando il coach’s challenge è stato introdotto in Svizzera (era il 2017), all’incirca appena un quarto delle richieste di verifica viene sconfessato: è la prova provata che non solo nessuno specula, ma pure che quando si decide di tentare, lo si fa a colpo sicuro (o quasi).
Ambrì Piotta - Friborgo (1-0 0-2 0-0) 1-2
Reti: 1’41’’ Kneubuehler (Bürgler, Heim) 1-0. 27’02’’ Sprunger (Bertschy/esp. Fohrler) 1-1. 36’30’’ Jörg (esp. De la Rose!) 1-2.
Ambrì Piotta: Conz; Heed, Burren; Fohrler, Isacco Dotti; Virtanen, Fischer; Wüthrich; Grassi, Kostner, McMillan; Chlapik, Shoren, Zwerger; Kneubuehler, Heim, Bürgler; Pestoni, Spacek, Hofer; Trisconi.
Friborgo: Hughes; Jecker, Sutter; Vainio, Gunderson; Dufner, Diaz; Chavaillaz; Mottet, Desharnais, Sprunger; Bykov, De la Rose, Bertschy; Jörg, Walser, Marchon; Kuokkanen, Rask, Schnyder; Rossi.
Arbitri: Dipietro, Hebeisen; Burgy, Gnemmi.
Note: 6’447 spettatori. Penalità: 2 x 2’ contro entrambe le squadre. Tiri: 33-29 (13-9, 6-13, 14-7). Ambrì privo di Zaccheo Dotti (ammalato), Zündel, Marchand (soprannumero) e Juvonen (straniero in soprannumero); Friborgo senza Sörensen, Berra, Jobin e Binias (tutti infortunati). Al 10’27’’ rete annullata a Zwerger dopo analisi delle immagini tivù (coach’s challenge). Al 33’32’’ traversa colpita da De la Rose. Al 57’38’’ timeout chiesto dall’Ambrì, che gioca senza portiere fino al termine. Premiati a fine partita, quali migliori giocatori in pista, Johnny Kneubuehler e Connor Hughes.