Quattro reti nel solo secondo tempo, contro un avversario a cui riesce praticamente tutto, segnano le sorti dei bianconeri sul ghiaccio dei campioni
Quattro reti in un solo tempo affossano il Lugano. Che sull’ostica pista di Zugo decide di ripresentarsi sul ghiaccio con la medesima formazione sconfitta mercoledì sera dallo Zurigo, mentre i campioni svizzeri ritrovano invece il loro leader offensivo Lino Martschini, schierato a fianco di Kovar e del ticinese Simion. Dovrà invece ancora pazientare un poco Grégory Hofmann prima di festeggiare il suo ritorno sulle piste svizzere, dopo la sua improvvisa partenza da Columbus.
Lugano parte subito forte, ed è immediatamente pericoloso con Fazzini, che fa subito venire i brividi a Hollenstein. Ma proprio mentre i bianconeri sembrano in grado di dettare il ritmo alla partita, arriva l’occasione più clamorosa di tutte, già al quarto minuto, ed è sul conto dello Zugo: dimenticato da tutti davanti a Schlegel, Dario Simion viene liberato da un astuto tocco di Djoos, ma riesce nell’impresa di colpire clamorosamente i due pali, con altrettante conclusioni, nell’incredulità generale. Per gli svizzerocentrali l’appuntamento con il gol è però solo rinviato: un appoggio fuori misura di Kreis finisce contro la balaustra e si trasforma nel migliore degli assist per lo svedese Klingberg, che ribadisce in rete a botta sicura. E lo Zugo non smette di spingere, con Marco Müller, futuro bianconero fra qualche mese, che avrebbe sul bastone il disco buono per radddoppiare, ma manca l’opportunità. Poi la partita torna a farsi equilibrata, e il Lugano che va alla pausa sotto di una rete è perfettamente in partita.
Per i ticinesi, però, le cose precipitano nel periodo centrale. Già nel secondo minuto, quando Loeffel si fa sorprendere da un tocco un po‘ corto dietro la porta di Mirco Müller, e Klingberg si avventa sul puck come il più letale dei cecchini, battendo Schlegel sul palo più distante dopo l’aggiramento della gabbia. Non passano che trentanove secondi e lo Zugo si porta subito sul 3-0: Alatalo e Riva non si capiscono sulla linea blu offensiva, e dopo il vano tentativo di recupero del ticinese, il tiro fuori bersaglio di Leuenberger trova nuovamente un aiutino dalle assi di fondo, esattamente come in occasione dell’1-0 di Klingberg, e Suri brucia Schlegel sul tempo. È il gol di troppo per il portiere zurighese, rilevato tra i pali dal giovane Fatton. Il Lugano darà tutt’altra impressione di chi si lascia andare, ma nel finale è comunque costretto a sprofondare nuovamente sotto i colpi di uno Zugo che segna altre due volte in poco meno di cinquanta secondi: prima il 4-0 di Herzog al 33’45’’, in powerplay, che sfrutta un fortuito tocco col pattino di Wolf, poi il 5-0 di Lander dopo involontaria deviazione di Morini...
Inutile dire che, a quel punto, la partita è ampiamente giocata. Per un Lugano che domani pomeriggio proverà subito a rifarsi sul ghiaccio della Cornèr Arena contro il Bienne, in un duello che avrà quasi il peso di un esame di riparazione.
Zugo - Lugano (1-0 4-0 0-0) 5-0
Reti: 5’37’’ Klingberg (Kreis) 1-0. 21’34’’ Klingberg 2-0. 22’13’’ Suri (De Nisco) 3-0. 33’45’’ Herzog (Zehnder) 4-0. 34’33’’ Lander (Allenspach) 5-0.
Zugo: Hollenstein; Schlumpf, Kreis; Cadonau, Djoos; Hansson, Wüthrich; Nussbaumer; Martschini, Kovar, Simion; Klingberg, Senteler, Zehnder; Marco Müller, Lander, Herzog; Suri, Leuenberger, De Nisco; Allenspach.
Lugano: Schlegel (dal 22’13’’ Fatton); Loeffel, Mirco Müller; Alatalo, Riva; Nodari, Wolf; Chiesa; Fazzini, Thürkauf, Bertaggia; Carr, Arcobello, Josephs; Morini, Herburger, Boedker; Vedova, Walker, Stoffel; Traber.
Arbitri: Piechaczek (Ger), Dipietro; Obwegeser, Meusy.
Note: 4’098 spettatori. Penalità: 3 x 2’ contro lo Zugo; 5 x 2’ contro il Lugano. Tiri in porta: 42-40 (10-11, 18-10, 14-19). Zugo privo di Bachofner, Stadler, Gross (infortunati) e Hofmann (in soprannumero); Lugano senza Herren (infortunato), Guerra (ammalato) e Leland (straniero in soprannumero). Pali: 29’10’’ Thürkauf, 39’40’’ Fazzini. Premiati a fine partita, quali migliori giocatori in pista, Carl Klingberg e Thibault Fatton.