Daniele Grassi torna sulla rocambolesca sconfitta contro lo Zugo. ‘Sull’arco di tutto l’incontro abbiamo commesso tanti errori evitabili’
Altro che Black Friday. Quello che si è appena lasciato alle spalle l’Ambrì Piotta è un autentico Black Weekend. Perché dopo il boccone amaro che gli uomini di Luca Cereda avevano dovuto masticare venerdì a Bienne, ne ha fatto seguito uno se possibile ancora più indigesto ventiquattr’ore più tardi allo Stadio Multifunzionale, dove lo Zugo ha saputo ribaltare una partita che dopo otto minuti di gioco lo vedeva addirittura sotto di quattro gol. E così il fine settimana di fuoco dei leventinesi si chiude senza punti, ma, soprattutto, con tanto rammarico. «Sì, la sconfitta contro lo Zugo fa male, e parecchio, soprattutto pensando a come si era messa la partita nei primi minuti – ammette senza tanti giri di parole il capitano dei biancoblù Daniele Grassi –. A far male sono in particolare i gol incassati: sei sono tanti... Non puoi sperare di vincere una partita subendo così tante reti. Questa è indubbiamente un’altra bastonata; forse non ce la meritiamo tutta, ma un po’, a onor del vero, sì: sull’arco di tutto l’incontro abbiamo commesso diversi errori evitabili... Non è facile voltar pagina, ma dobbiamo cercare di relativizzare un po’ il tutto. D’accordo, quella di sabato era la nostra quarta sconfitta in serie, ma non dobbiamo abbatterci. Anzi, adesso è il momento in cui la squadra deve unirsi, unire le forze per dare quel qualcosa in più. Ognuno lo deve fare. Quando le cose vanno così, non possiamo che abbassare la testa e lavorare ancora più sodo; ciò che possiamo fare ora è prendere questa delusione e trasformarla in rabbia, per andare a Zugo già martedì per cercare di vendicare questo sgarbo». Ti sei dato una spiegazione di come sia stato possibile il come-back dei campioni svizzeri? C’è forse stata un po’ troppa supponenza da parte vostra dopo esservi portati sul 4-0? «No, non penso che abbiamo mollato la presa dopo aver segnato il quarto gol. Penso piuttosto che siamo stati colpevolmente troppo poco attenti in diverse situazioni di gioco, e ancora una volta siamo stati puniti duramente». Un po’ lo stesso copione che si era verificato il giorno prima a Bienne e in diverse altre partite... «Già ... Il bilancio del weekend non può dunque che essere negativo. Volevamo riscattarci dal fine settimana precedente, chiuso a mani vuote, e invece agli archivi ne consegniamo uno con un bilancio analogo. Puntavamo a fare dei passi avanti, ma a bocce ferme direi che solo in parte siamo riusciti a farne».
Un passo avanti che la squadra dovrebbe fare, alla luce di quanto capitato sabato, sembra essere quello della gestione del vantaggio: «Sabato è stata una partita per certi versi anomala. Non capita tutti i giorni che dopo otto minuti ti ritrovi già sul 4-0. Sicuramente queste situazioni dobbiamo imparare a gestirle molto meglio; perché perdere così fa male, e in più si sprecano punti ed energie per nulla. Sotto questo punto di vista dobbiamo sicuramente crescere e maturare». Può essere che proprio il fatto che siate riusciti a piazzare un poker così velocemente abbia in un certo senso influito negativamente sull’atteggiamento con cui avete affrontato il resto della partita? «Volevamo iniziare subito forte la partita, e ci eravamo anche riusciti. Non penso che il fatto di aver trovato così velocemente il quadruplo vantaggio ci abbia condizionati, ma come purtroppo spesso è accaduto in stagione, anche sabato abbiamo peccato di continuità sull’arco dei sessanta minuti. Venerdì questo calo nel rendimento l’avevamo accusato nel primo tempo, contro lo Zugo, invece, è stato nel periodo centrale e parte del terzo».
Quanto pesa l’assenza di un giocatore come Fora, elemento capace di dare stabilità a tutto il reparto arretrato, oltre che di fornire impulsi pure importanti in attacco? «Mike è un giocatore importantissimo sul nostro scacchiere, capace di dare una bella sicurezza in difesa: la sua assenza si fa indubbiamente sentire. D’altro canto gli infortuni fanno parte dell’ordine delle cose in una stagione; è l’occasione per altri di avere più spazio, ma anche di farsi carico di maggiori responsabilità per alzare il livello della squadra».