Il direttore generale Nicola Mona parla della nuova ‘casa’ dell'Ambrì. ‘È stata una bella sfida’.
Meno due. Il conto alla rovescia è quasi finito: dopodomani è il grande giorno. Quello in cui i giocatori dell'Ambrì Piotta terranno a battesimo ufficiale la loro nuova 'casa' affrontando il Friborgo nella loro seconda sfida stagionale, la prima davanti al pubblico amico. Sì, davanti al pubblico – 6'775 fortunati che avranno vinto la loro corsa al biglietto perché è quasi scontato che allo Stadio Multifunzionale si giocherà davanti al tutto esaurito – che per la prima volta dopo mesi di assenza, tornerà a varcare in forma massiccia le porte di uno stadio per una partita di campionato.
Oggi, intanto è il giorno del trasloco ufficiale della prima squadra, che, smobilitato il campo-base di Biasca, prende possesso del suo nuovo spogliatoio. Per gli uffici, invece, ci vorrà ancora un po'. «Il mio? Verosimilmente sarà completato per ottobre», precisa il direttore generale dei biancoblù Nicola Mona. Che poi si sofferma sulle caratteristiche della nuova 'casa' dei leventinesi: «È davvero un bell’impianto. Se sono contento? È un aggettivo quasi insufficiente per descrivere come mi sento. I sentimenti che provo in questo momento sono un misto tra eccitazione e stupore. A cui aggiungerei pure un pizzico di sollievo: anche se non è ancora il momento di rilassarsi del tutto, perché il cantiere è tutt’altro che finito». Un’idea su quella che sarà la tempistica per i lavori che seguiranno? «Tutto dipende dal grado di dettaglio che si vuole andare con le rifiniture. Il grosso dei lavori rimanenti dell’impianto, ad ogni buon conto, sarà completato e operativo entro fine mese».
Il direttore generale biancoblù
Un bel sospiro di sollievo, in ogni caso buon conto, Mona lo potrà tirare già sabato, quando sul ghiaccio andrà in scena la prima casalinga dei biancoblù contro il Friborgo: «Lo tireremo, io e tutti gli attori che hanno partecipato alla realizzazione pratica di questo progetto, solo alla fine della partita: il prima e il durante non fatico a immaginare che sarà ancora piuttosto stressante per tutti. Non avendo avuto il ‘lusso’ di poter collaudare lo stadio con altre partite, portandolo a regime con una pianificazione in crescendo, quello sarà una sorta di battesimo in presa diretta».
Un battesimo per una struttura che, però, un nome ‘vero’ non ce l’ha ancora: a che punto è la ricerca del ‘naming’ dello stadio? «Ci stiamo lavorando: ci sono delle trattative in corso, sulle quali è prematuro esprimermi. La mia speranza è che si possa annunciare qualcosa in tempi brevi».
Col senno di poi, non sarebbe forse stato meglio prendersi più tempo iniziando la stagione magari con diverse partite fuori casa, come fatto ad esempio da altri club in passato? «Certe scelte di pianificazione di calendario vanno fatte con tantissimi mesi di anticipo, e in quel momento non c’erano segnali di ritardi o comunque di incognite legate alla tempistica: niente lasciava appunto intendere che non saremmo stati pronti per la nostra prima partita casalinga come da pianificazione abituale. C’erano anzi buoni margini di sicurezza per compensare eventuali ritardi dovuti a qualche imprevisto, margini che al tirar delle somme abbiamo impiegato fino in fondo, senza per questo sforare da quello che era il nostro termine ultimo».
Dando corpo e forma al nuovo Stadio Multifunzionale, l’Ambrì Piotta (inteso anche e soprattutto come Valascia Immobiliare Sa e tutte le persone che ne hanno reso possibile la nascita) ha compiuto una sorta di miracolo a tinte biancoblù, completando un’opera che ancora all’inizio della passata stagione sembrava un miraggio più che qualcosa di concreto: «Per tutta la durata del cantiere è stato un susseguirsi di alti e bassi, di momenti in cui le certezze sembravano darci un certo conforto e le giuste rassicurazioni, e altri in cui il traguardo sembrava troppo lontano per essere raggiunto nei tempi prestabiliti. Nell’esecuzione pratica dei lavori è capitato più d’una volta di ritrovarci di fronte a determinate problematiche a cui inizialmente non si era pensato, dunque non pianificate e che verosimilmente avrebbero coinvolto un numero significativo di attori del cantiere. Penso a tutti quei servizi trasversali di un’opera di queste dimensioni, come possono essere le questioni legate all’informatica, gli aspetti multimediali, audio, luci… Tutte insomma cose che richiedono l’intervento di singoli specialisti che devono però interagire con tantissimi altri attori». Qual è stato il momento più delicato di tutto questo processo? «Ce ne sono stati diversi, e non fatico a credere che altri ne seguiranno. In questo senso, iniziare subito col tutto esaurito, come si prospetta la partita col Friborgo, sarà una prova molto importante. In queste settimane abbiamo avuto svariati collaudi, diverse prove, anche d’emergenza, prove anche parziali dei sistemi… C’erano molteplici aspetti critici, che hanno messo alla prova un po’ tutto. Quando ad esempio accendi per la prima volta l’impianto elettrico e vedi che tutto funziona, e che il cablaggio è stato fatto a regola d’arte, beh, un bel sospiro lo tiri. E, in questo senso, da un buon mese a questa parte... di sospiri ne ho tirati diversi».
È giusto definirla la sfida più grossa per Nicola Mona nei panni di direttore generale del club? «Non mia ma di tutto il team, a cominciare dal Consiglio d’amministrazione dell’Ambrì Piotta, passando per la Valascia Immobiliare Sa: tutti attori che sono stati molto attivi in tutte le fasi del progetto, prendendo un ruolo molto importante nella sua esecuzione pratica. Noi abbiamo dato sicuramente tanti input e aiutato su tutti i fronti possibili, ma il progetto non è di sicuro mio o di qualche altro singolo: è di tutta la squadra dell’Ambrì, progettisti e maestranze comprese. Il nuovo Stadio Multifunzionale è la perfetta rappresentazione del concetto di gioco di squadra, in cui nessuno conta più degli altri, ma ciascuno ha un ruolo fondamentale per la sua riuscita d’assieme».
Del prospettato insediamento del centro di allenamento delle Nazionali femminili si è ancora parlato? «È un tema ancora sul tavolo delle discussioni. Lo abbiamo lasciato un po’ in sospeso negli scorsi mesi perché, logicamente, le nostre priorità erano altre. A stadio ultimato potremo sicuramente chinarci su questo argomento, come su altri ancora. Questo è uno Stadio Multifunzionale dall’enorme potenziale (e non solo per eventi sportivi), che deve ancora essere scoperto in tutta la sua interezza».
Orgoglio, però, Nicola Mona lo manifesta anche quando il discorso passa alla campagna abbonamenti: «A oggi (martedì, ndr), abbiamo venduto qualcosa come 4’350 tessere più 150 nelle lounge, per un totale di 4’500 abbonati, con un aumento pari a quasi il cinquanta per cento in più rispetto agli scorsi anni: cifre che nella storia dell’Ambrì Piotta non si sono mai viste. Due stagioni fa, tanto per rendere l’idea del balzo in avanti che abbiamo fatto, le tessere vendute erano state suppergiù tremila». Più di due terzi della capacità del nuovo stadio… «Il ticketing è una dei quattro pilastri su cui si regge, finanziariamente parlando, una società sportiva. L’andamento della campagna abbonamenti ci porta sicuramente in una zona di comfort. Ma anche gli altri pilastri hanno altrettanta importanza. Quello dello sponsoring sta andando bene, anche se si nota una (peraltro comprensibile) certa prudenza da parte dei sostenitori. Ma sono persuaso che non appena questi sponsor ancora indecisi vedranno lo stadio, l’entusiasmo che ci sarà tutt’attorno alla squadra e non da ultimo le possibilità che ci sono in termini di ospitalità, tanti decideranno di manifestarci il loro sostegno. Un altro pilastro è poi dato dai diritti televisivi, che non possiamo influenzare direttamente ma che sono altrettanto importanti per la sopravvivenza economica di un club. Da ultimo c’è tutto ciò che concerne il merchandising, i gruppi di sostegno e altro ancora».
In chiusura, Mona rivolge un appello a tutti i tifosi: «Per accedere a tutto il perimetro dello stadio è obbligatorio il certificato Covid ufficiale valido (quello col codice Qr, per intenderci): senza non si entra. Stiamo studiando una soluzione per offrire test antigenici in collaborazione con alcune farmacie del posto, ma in ogni caso consiglio vivamente a tutti di mettersi in strada per Ambrì solo con il certificato in mano».