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Un doppio impegno per spiccare il volo e sognare in grande

Per la Svizzera di Simion, questo sarà un weekend determinante ai Mondiali di Riga: ‘In corsa per il primato nel girone. E... per il titolo’

In cerca della prima rete iridata (Keystone)
28 maggio 2021
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C’è sempre una prima volta. E per Dario Simion, la prima volta a un Campionato mondiale è arrivata quest’anno. Il biglietto per Riga il valmaggese l’ha prenotato con la sua convincente stagione a Zugo, culminata con la conquista del titolo svizzero, per poi validarlo a tutti gli effetti rivelandosi decisivo nelle ultime due amichevoli premondiali contro la Lettonia: per lui una doppietta nella prima e un gol nella replica. Come stai vivendo questa tua prima esperienza a un Mondiale? «È ovviamente un torneo diverso rispetto ai soliti, vista l’assenza di pubblico e la ’bolla’ in cui è immerso, ma è comunque qualcosa di straordinario – spiega Dario Simion –. Disputare un Mondiale è sempre stato uno dei miei obiettivi: sono contento di essere riuscito a persuadere lo staff tecnico a convocarmi». Ora non ti manca che il gol in questo torneo... «Sarebbe la ciliegina sulla torta. È vero che nelle prime quattro partite non sono ancora riuscito a segnare, ma mi sento di poter dire di aver comunque messo i miei compagni di linea (Corvi e Hofmann, ndr) nella condizione di andare in gol. Siamo un bel trio, che assieme sa crearsi un buon numero di opportunità. Al di là di tutto, la cosa più importante è il risultato di squadra; prima o poi arriveranno anche le soddisfazioni personali».

Che sia un Mondiale anomalo lo dicono anche i risultati: a Riga le sorprese sono ormai diventate una costante... «È vero, e di questo ne abbiamo parlato anche in squadra, chiedendoci cosa stesse succedendo. Tutte le squadre presenti qui a Riga hanno dimostrato di poter vincere contro chiunque. Sicuramente un certo influsso l'avrà avuto anche la pandemia, che ha limitato un po' le risorse, sul piano tecnico, di qualche selezionatore. Noi, comunque, cerchiamo di trarre il meglio delle nostre possibilità, impegnandoci a portare ogni volta sul ghiaccio il massimo della nostra potenzialità».

E veniamo alla stretta attualità. La bella vittoria di ieri ha fatto bene al morale, oltre che rilanciato le vostre quotazioni in un girone tutto ancora molto aperto... «Era importante mostrare una bella reazione dopo lo scivolone di due giorni prima; in fondo era ciò tutti si aspettavano da noi. Martedì la Svezia aveva disputato una grande partita, anche perché era alla disperata ricerca di punti, ma la nostra è comunque stata una partitaccia. Alla luce del risultato finale della partita con la Slovacchia penso proprio che siamo riusciti a tenere fede a queste aspettative: ieri abbiamo disputato un'ottima partita, dal primo all'ultimo giocatore. E questo è estremamente importante per l'ambiente dello spogliatoio». Nell'arco di 48 ore, la Svizzera ha insomma mostrato prima il suo volto peggiore e poi uno dei suoi migliori: come ti spieghi una simile metamorfosi in appena due giorni? «Ogni partita ha la sua storia e uno svolgimento specifico. Poi, ovviamente, molto dipende anche dall'atteggiamento con cui la si affronta. Per gli svedesi, come detto, quella di martedì rappresentava la classica sfida da non perdere, ragion per cui ci hanno messo anche l'anima nei duelli. Sono stati più pronti di noi, fin dal primo minuto, e noi abbiamo concesso loro troppo spazio. Quando vai sotto di tre o quattro reti contro una squadra del genere, poi diventa durissima ribaltare la partita. Un po' quanto è successo, a ruoli invertiti, ieri contro la Slovacchia, contro la quale siamo scesi sul ghiaccio subito con la giusta determinazione». Un largo successo come quello di giovedì è il preludio ideale per il tour de force di questo weekend, domani contro la Russia e domenica contro la Bielorussia... «Senza dubbio. Per preparare al meglio questo doppio impegno abbiamo rivisto alcuni spezzoni della partita di ieri. È vero che l'abbiamo sconfitta due volte su due nelle amichevoli di preparazione, ma la Russia rimane pur sempre un'ottima squadra, molto ben dotata sul piano tecnico. Come la si batte? Aumentando ancora di più la nostra intensità: è l'unico modo che hai per affrontare la partita per poter mettere in difficoltà una squadra così e garantirti una possibilità di vincere».

In corsa per il primato. E per il titolo: ‘Non vedo perché non crederci’

La posta in palio nel weekend è di quelle pesanti per voi: considerando che l'ultimo impegno della prima fase sarà contro la squadra teoricamente più abbordabile (la Gran Bretagna, che la Svizzera affronterà martedì), contro Russia e Bielorussia in palio c'è anche il primato nella classifica finale del girone A. Un primato che lancerebbe nel migliore dei modi la volata per il titolo... «Non ci nascondiamo: possiamo effettivamente giocare per il primo posto; le potenzialità ci sono. A Copenaghen, tre anni fa, la nostra Nazionale aveva già dimostrato di poter competere contro tutte le avversarie, e con un po' di fortuna già lì si sarebbe potuta mettere al collo la medaglia d'oro. Non vedo perché quest'anno non possiamo ripeterci o, chissà, magari andare fino in fondo stavolta!».

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