Matteo Nodari lancia il penultimo derby di regular season. 'Bisogna mettere i biancoblù sotto pressione il più possibile. E pattinare, anche molto'
È noto a tutti, ogni derby ha la sua particolare storia. Quello di domani, però, arrischia di avere anche una storia a sé, siccome la quinta (e penultima) sfida della regular season tra Lugano e Ambrì potrebbe anche essere l'ultimo della storia giocato alla Valascia. Giusto usare il condizionale, siccome le due squadre nella 'postseason' potrebbero ancora incontrarsi. Di sicuro, però, giocatori e staff tecnici non amano parlare di ciò che sarà, perché la loro concentrazione è rivolta soltanto alla prossima partita, quella di domani in Leventina. «Ma non saprei dire se possa essere una motivazione in più per l'Ambrì, sapere che questo potrebbe essere il loro ultimo derby nel vecchio stadio – è il pensiero di Serge Pelletier –. Di questi tempi le motivazioni sono dirette più agli obiettivi da realizzare che alle singole partite. Vale per loro come per noi. Il focus è fisso su un punto ben preciso, e ogni squadra ha il proprio davanti agli occhi».
Spulciando gli archivi di Brenno Canevascini, ci si accorge che dei 238 derby della storia, in 117 occasioni le sfide si sono giocate alla Valascia, con un bilancio di 57 vittorie in favore dell'Ambrì e 53 del Lugano, più sette pareggi (quando ancora si poteva). In questa stagione, invece, tutti i quattro derby di campionato sono andati tutti ai bianconeri: segno che il Lugano abbia trovato la formula magica? «Diciamo che dopo aver ben studiato il loro gioco abbiamo capito come affrontarli, e nelle varie situazioni che emergono sappiamo gestire meglio il disco – spiega il trentaquattrenne difensore Matteo Nodari –. Domenica scorsa, nel duello che avevamo vinto per 3-1, è vero, le statistiche dei tiri in porta erano favorevoli ai leventinesi, ma non sempre questi numeri sono determinanti: quello che conta è il risultato. Il possesso del disco è stato buono, salvo all'inizio del secondo tempo dove abbiamo fatto un po' fatica, però alla fine l’abbiamo portata a casa. Bisogna cercare di metterli sotto pressione il più possibile, e andare diretti sulla porta, pattinando anche molto. Poi con la tecnica che hanno i nostri attaccanti, li possiamo mettere in difficoltà».
Nelle ultime settimane il Lugano ha collezionato molte vittorie ma anche qualche battuta d’arresto. «Le ultime due partite contro Berna e Ambrì le abbiamo vinte, dobbiamo quindi assolutamente restare su questa scia positiva. Quando si ha successo, però, è fondamentale non abbassare attenzione e intensità, pensando di poter continuare a vincere facile: questo è un atteggiamento che non porta assolutamente a niente».
Dopo le sue prime 41 partite alla Cornèr Arena di ritorno da Losanna, Nodari analizza così la sua prima parte di stagione. «Inizialmente posso dire di aver avuto un buon periodo, poi non tutto è filato liscio, con prestazioni direi prestazioni altalenanti. Tuttavia cerco di lavorare ogni giorno per raggiungere livelli buoni, a cui devo arrivare. Perché sono sincero con me stesso: non sono soddisfatto al 100% delle mie prestazioni, ho ancora tanto da dare».
Il numero 22, però, non dà la colpa alla pandemia. «Non penso, perché il Covid alla fine ha disturbato tutti, e quando sei confrontato con diverse quarantene mantenere il ritmo non è facile per nessuno. Quindi sarebbe un alibi che potrebbero avere tutti: questo non sarà un campionato normale, ma non bisogna cercare scuse».