Rindlisbacher, presidente della Federhockey, festeggia il plebiscito per la Nazionale agli Swiss Awards ma avverte: 'Non ostacoliamo lo sviluppo del nostro hockey'
Domenica i riflettori agli Swiss Sport Awards non erano puntati soltanto su Roger Federer e Vreni Schneider. Anche la Nazionale di hockey ha avuto la sua parte di gloria, visto che per la giuria popolare meritava di essere eletta miglior squadra degli ultimi 70 anni, grazie soprattutto alle due storiche medaglie d'argento conquistate ai Campionati del mondo del 2013 e del 2018. «È un grande onore per noi, e questo riconoscimento mi riempie di orgoglio – dice il presidente della Federhockey rossocrociata, Michael Rindlisbacher –. Orgoglio per lʼeccellente lavoro svolto negli ultimi dieci anni, sul ghiaccio e fuori dalla piste, a livello di nazionali e di club, professionistici e non, in particolare a livello giovanile».
Nella cerimonia di domenica, ben un terzo dei votanti ha deciso che la Nazionale di hockey meritasse quel titolo. «Ed è impressionante, se si considera quanto fosse agguerrita la concorrenza nella categoria. Ciò dimostra lʼimportanza dellʼhockey in Svizzera, e quanto sia amata la Nazionale. Ma sono convinto che ciò sia dovuto non solo alle vittorie in campo sportivo, bensì anche ai valori che rappresentiamo».
Ovvero? «La nostra Nazionale incarna valori come passione, orgoglio, rispetto, coraggio e tradizione. Sotto la direzione del Patrick Fischer, negli ultimi anni abbiamo dimostrato che la Svizzera non deve copiare lʼhockey delle grandi nazioni, ma può conseguire successi importanti grazie alla propria identità e a una propria filosofia: «swissmadehockey»!».
Tuttavia, le discussioni che si stanno intavolando sul possibile aumento del contingente di giocatori stranieri in campionato sconcerta parecchia gente, sia tra gli addetti ai lavori, sia tra i tifosi. Qual è la sua opinione? «Era già successo due anni fa, ma una prima richiesta d'innalzamento del tetto massimo di stranieri era stata chiaramente respinta dall'assemblea della Lega, anche grazie
allʼintervento della Federazione. La nostra opinione al riguardo nel frattempo non è cambiata: un allargamento del contingente degli stranieri danneggerebbe la strategia della Federhockey nell'avvicinamento delle nostre squadre nazionali allʼélite planetaria».
In che modo? «Le nuove regole sugli stranieri ostacolerebbero a tutti i livello il lavoro svolto in ambito giovanile, non permettendoci di offrire prospettive positive alle nuove leve, e a lungo andare ciò si ripercuoterebbe in maniera negativa sullo sviluppo dellʼhockey in Svizzera – conclude Rindlisbacher –. Temo, inoltre, che passo tanto avventato pregiudicherebbe la grande identificazione che c'è da parte di sostenitori e sponsor, con rispettive conseguenze negative a livello economico».