A poco meno di un mese dall'inizio della nuova stagione, Luca Cereda fa il punto della situazione in casa Hcap
Biasca - Quattro settimane e poi si farà sul serio. Finalmente. La lunghissima marcia di avvicinamento - «a memoria la piu lunga della storia dell'hockey moderno», sottolinea l'allenatore dell'Ambrì Piotta Luca Cereda - alla stagione 2020/21 sta per entrare nella sua fase finale: all'appello mancano ancora cinque test amichevoli. Poi, appunto, si tornerà a giocare per i punti; oltre sei mesi dopo l'ultimo impegno ufficiale. E che squadra sarà l'Ambrì Piotta versione 2020/21. «Sarà una squadra che non si discosterà da quelle passate, per obiettivi, atteggiamento e ideali - tiene a precisare lo stesso tecnico di Sementina -. Nel senso che siamo ancora nel bel mezzo della fase di consolidamento di quanto avevamo iniziato a costruire nel maggio del 2017, ossia da quando il club aveva varato il suo nuovo corso in particolare designando il sottoscritto quale head coach e Paolo Duca in veste di direttore sportivo. Tre anni fa avevamo creato le basi per la ricostruzione (sportiva e no) del club, per poi iniziare la lunga fase di consolidamento che, appunto, non è ancora finita. E proseguirà ancora per diverso tempo: per il terzo capitolo, quello cioè tendente alla ricerca dei progressi, occorrerà ancora avere pazienza. Certo è che la nuova pista (di cui potremo usufruire dal campionato 2021/22) ci darà un'ulteriore spinta per avvicinarci alla tanto attesa terza fase del nostro progetto a media-lunga scadenza».
Oltre dettare il tempo e le regole del presente, la pandemia di coronavirus ha ovviamente avuto ripercussioni nella proiezione temporale dei progressi... «È inevitabile che una situazione come questa rallenti un po' il processo, nel breve e nel medio termine. D'altro canto è un aspetto con cui dovremo imparare a convivere, noi così come le altre società. Ciò che non cambia, comunque, è il nostro principio. E non cambia nemmeno la nostra filosofia di lavoro, che si basa su una piramide, al cui vertice c'è l'identità del gruppo: il concetto di 'aver sempre presente chi siamo e da dove veniamo', tanto predicato in passato, continuerà a essere il nostro dogma che svetta più alto di tutto il resto. Subito sotto, in questa piramide, (ri)troviamo la dedizione al lavoro. Poi, via via, ai piani inferiori ci sono gli aspetti quali i principi di gioco, l'etica di lavoro e il talento, del gruppo e individuale».
In concreto, la pandemia (e le conseguenti disposizioni di sicurezza sanitaria), oltre ad allungare i tempi della preparazione estiva, ha pure costretto a modificarne in corso d'opera la scaletta abituale. Come avete gestito questa situazione? «Come d'abitudine, nelle prime tre settimane di lavoro a secco abbiamo lavorato sull'intensità. In questa fase, a cambiare è stato il tipo di lavoro, forzatamente assolto per gran parte in forma individuale: ognuno ha lavorato per conto suo, a domicilio. Con la decisione di posticipare l'inizio del campionato ci siamo poi ritrovati con due settimane in più da dover gestire, lasso di tempo che abbiamo deciso di impiegare lavorando al ritmo di tre giorni intensi e tre di recupero. Queste due settimane le abbiamo inserite prima dell'ultima fase della marcia di avvicinamento alla nuova stagione, mirata all'assestamento del gruppo. In generale, nonostante la pandemia, dopo aver adottato tutti gli accorgimenti del caso (alla Valascia, ad esempio, abbiamo potuto far capo a due spogliatoi, e addirittura tre a Biasca), abbiamo potuto lavorare in condizioni quasi normali. Quelle che sono un po' venute a mancare sono le attività non prettamente sportive volte a creare lo spirito di squadra...».
Nel parlare di ambizioni relative alla stagione entrante, Luca Cereda rispolvera la metafora ei treni, già usata un anno fa di questi tempi: «Dodici mesi dopo la realtà che si prospetta non è cambiata granché: il campionato sarà ancora una volta sostanzialmente a tre velocità. Con le squadre più quotate (le quattro più potenti per tasso tecnico e risorse finanziarie) che paragonerei ai treni ad alta velocità. Poi c'è il gruppo delle squadre di centro classifica, che viaggeranno come treni diretti. A chiudere il tutto ci saranno quelli che, fatte le dovute proporzioni, viaggiano come i Tilo. E qui troviamo le formazioni che abitualmente navigano tra la decima e la dodicesima posizione. In quest'ultima categoria, giocoforza, ci siamo anche noi. Certo, abbiamo le carte in regola per raggiungere uno dei treni più veloci, posto però che sapremo giocare bene le carte a nostra disposizione». Con la consapevolezza che, comunque, per riuscirci ci vorrà anche qualcosa in più...«Ovviamente, perché, come sempre nello sport (e non solo lì), ci sono aspetti che possiamo influenzare direttamente, altri che possiamo influenzare solo in parte, ma anche altri che non possiamo affatto controllare e non dipendono da noi. Di conseguenza dobbiamo concentrare le nostre energie e i nostri sforzi prevalentemente sul primo gruppo di aspetti. Come? Non siamo nelle condizioni di poterci permettere rinforzi dell'ultima ora pescando all'estero, ragion per cui dovremo concentrarci ancora di più sui nostri valori, quali l'identità e l'unità, fra i giocatori, con lo staff e, più in generale con il nostro pubblico, cercando di coltivare nel migliore dei modi il parco giocatori. Visto che non abbiamo un milione di franchi in più da spendere per rinforzarci, cercheremo di avere un milione... di idee per fare un ulteriore passo avanti, magari rivedendo quella che era l'abituale routine di avvicinamento alla partita. Capiterà, ad esempio, che i giocatori beneficino di un giorno di riposo proprio la vigilia della partita: faremo dei test in questo senso e vedremo quali saranno le risposte».
Prosegue la preparazione e proseguono anche i test per trovare il giusto equilibrio sullo scacchiere biancoblù. Come quello che vede Dal Pian impiegato in difesa: «I primi esperimenti sono stati incoraggianti: è un'interessante opzione. Lo proverò ancora dietro la prossima amichevole, poi, con lui, faremo il punto alla situazione». E mentre l'avventura in biancoblù di Plastino si è ufficialmente conclusa (con l'italo-canadese partito per Bolzano), prosegue invece quella di Novotny, inizialmente previsto in pianta quasi stabile a Biasca: «Era già pianificato che Jiri assolvesse tutta la preparazione con noi e ora, complice anche la partenza di Plastino, ora come ora per noi è da ritenere il quarto straniero della rosa biancoblù». Sulla partenza di Plastino, il direttore sportivo dell'Ambrì Piotta Paolo Duca aggiunge: «Fino a l'altroieri Nick era una delle opzioni per completare il nostro poker di stranieri, anche perché nei nostri piani ideali era contemplato un difensore straniero. Certo, terremo d'occhio il mercato, anche se è difficile muoversi in un contesto dove le incertezze non mancano, a cominciare dal numero di spettatori che effettivamente potremo accogliere alla Valascia, e di conseguenza su che budget avremo a disposizione per eventuali ulteriori ingaggi».
La stagione entrante, dal profilo pratico, presenta due grosse novità: l'abolizione della retrocessione in Swiss League (provvedimento per ora limitato al campionato 2020/21) e l'introduzione di un pre-playoff per le squadre classificate tra la settima e la decima posizione al termine della regular season. Cambierà qualcosa per voi? «Non molto... Tra le due innovazioni, penso che quella relativa all'abolizione della retrocessione possa avere maggiori ripercussioni è quella relativa all'abolizione: effettivamente c'è un certo rischio che cammin facendo venga meno quell'istinto che spingeva le ultime della classe a battersi fino allo stremo per sfuggire all'insidia dello spareggio, e di conseguenza la tensione nelle parti più basse della classifica vada un po' scemando nel finale di stagione», riprende Cereda. «Abolizione della retrocessione e pre-playoff assieme, per contro - gli fa eco Duca - dovrebbero comunque contribuire a mantenere vivo l'interesse nel campionato fino all'ultima giornata: guardando gli equilibri, è molto probabile che gli ultimi posti per accedere ai pre-playoff vengano assegnati solo con le ultime partite; non credo che ci saranno squadre tagliate fuori dai giochi con largo anticipo».
Al campionato, però, manca ancora poco meno di un mese. Che l'Ambrì trascorrerà assolvendo gli ultimi test amichevoli, che passeranno anche per due derby (il primo a Biasca sabato 19 settembre alle 20.30 e l'altro, sabato 26 settembre, alla Cornèr Arena, al medesimo orario; sfide che saranno pure diffuse in diretta televisiva su Rsi La2 e in streaming). «Questi due derby dovrebbero contribuire a far salire la tensione in vista dell'inizio del campionato: saranno partite di rifinitura (il primo, in particolare, mi servirà per vedere come la squadra reagirà in una situazione di 'back-to-back', visto che la vigilia a Bellinzona affronteremo il Friborgo), certo, ma in un certo modo accresceranno anche la voglia di hockey, dei giocatori e dei tifosi. È tempo che lo sport torni al centro dell'attenzione, dopo mesi in cui la scena è stata occupata dall'emergenza sanitaria e da tutto quanto ad essa collegato», conclude il coach dei leventinesi.
A Biasca i biglietti (in vendita esclusivamente su www.biglietteria.ch, da lunedì, 14 settembre a mezzogiorno) saranno riservati esclusivamente agli abbonati di Ambrì Piotta e Rockets. Alla Cornèr Arena, per contro, l'accesso sarà riservato ai soli detentori di una tessera stagionale del Lugano, fino al raggiungimento del limite massimo consentito dalle disposizioni sanitarie.