Hockey

‘Carattere e atteggiamento non mancano all’Ambrì Piotta’

Il bilancio del direttore sportivo dei biancoblù Paolo Duca dopo nove partite di stagione regolare

Il lavoro non manca per il 'diesse' dei leventinesi (Ti-Press)
4 novembre 2020
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Dopo nove partite, l’Ambrì Piotta viaggia con una media di un punto giusto giusto a incontro. Frutto di due successi entro il sessantesimo, tre sconfitte entro i tempi regolamentari (una ai rigori e due nel prolungamento) e quattro prima del sessantesimo. Bottino che colloca i biancoblù alla nona posizione di una classifica comunque di difficile (eufemismo) interpretazione. Più verosimile, allora, basarsi appunto sulla media di punti a partita, che li collocherebbe comunque al nono posto, ma con meno margine sul Bienne, decimo (e a quattro punti dai leventinesi).

'Contro i Lions il nostro miglior hockey'

Come ‘leggere’ questi numeri? «Più che parlare di classifica, mi soffermerei sulle prestazioni in questa prima parte di stagione regolare – premette il direttore sportivo dei leventinesi Paolo Duca –. E sotto questo aspetto la squadra ha mostrato buone qualità, raccogliendo in diverse occasioni meno di quanto avrebbe meritato per mole di lavoro, atteggiamento e prestazione portati in pista. Globalmente la squadra ha sempre giocato piuttosto bene, mostrando quasi sempre lo spirito combattivo che è parte integrante della nostra identità. Spero che dopo la pausa si possa finalmente trovare un po’ quel ritmo che ci permetta di dare anche una certa continuità ai risultati. Del resto lo sapevamo fin dall’inizio che ci sarebbe voluto un po’ di tempo affinché ognuno trovasse la sua giusta carburazione, anche perché sono diversi quelli della rosa che erano reduci da una stagione in cui erano stati ai margini della competizione causa infortunio. Sappiamo che non siamo ancora al top, ma l’ultima partita in casa (contro lo Zurigo, chiusa con il successo per 5-2 dei biancoblù, ndr) abbiamo comunque compiuto un bel passo avanti. Finora quella è stata indubbiamente la partita in cui siamo riusciti a portare in pista il nostro miglior hockey».

'L'emergenza sanitaria ci ha costretti a percorrere strade nuove'

Quanto ha inciso l’emergenza sanitaria nei risultati della squadra in questo primo scorcio di campionato? «È una domanda a cui mi è difficile dare una risposta, ma è comunque innegabile che la pandemia un certo impatto l’abbia avuto sul lavoro di giocatori e staff tecnico. Beninteso, questo vale tanto per noi quanto per tutte le altre squadre. Bene o male siamo tutti sulla stessa barca: non è che il virus, o più in senso lato la pandemia, abbia colpito noi più degli altri. O viceversa. È un po’ come la qualità del ghiaccio: se è brutta, lo è per entrambe le squadre, e non per una in particolare. Non è ovviamente la situazione ottimale; non da ultimo perché si era partiti con una preparazione programmata per arrivare pronti per metà settembre e invece ci siamo dovuti riorganizzare e ridisegnarla per posticipare il tutto di tre settimane, percorrendo strade che erano nuove anche per noi. Va da sé che tutto quello che è legato a incertezza e preoccupazioni poi, bene o male, va a incidere in una certa forma sulle prestazioni sul ghiaccio. Come del resto qualche ripercussione l’ha avuta pure nella vita di tutte le persone».

'Sempre vigili sul mercato'

Da una parte i disagi dovuti alla particolare situazione dettata dall’emergenza sanitaria e dai suoi dispositivi di sicurezza, ma dall’altra, l’Ambrì Piotta in queste prime settimane di campionato ha anche dovuto fare i conti con diversi infortuni, e pure di pedine chiave. Per limitarsi ai soli stranieri, prima Nättinen ha dovuto saltare la prima metà delle partite giocate dai biancoblù, poi è stato Novotny a doversi fermare (costringendo anche Cereda a schierare due soli stranieri in partita), ed infine D’Agostini, che ne avrà ancora per un paio di mesi… «Sì, direi che quest’anno abbiamo avuto ancora più infortuni del solito. E non aiutano di certo… Ma non penso che questo aumento degli acciacchi sia da ascrivere ai disagi di una preparazione ‘ridisegnata’ dal coronavirus».

L’emergenza sanitaria non aiuta nemmeno il compito di Paolo Duca di sondare il mercato: in un contesto così, cercare eventuali rinforzi o sostituti di qualche giocatore infortunato non è cosa facile: «Mi guardo ovviamente comunque in giro: il mercato non dorme mai, e occorre sempre essere vigili e informati su quelle che ha da offrire. I punti interrogativi che aleggiano sulla prossima stagione di Ahl e Nhl hanno indotto diversi giocatori di questi campionati a guardarsi in giro per trovarsi una sistemazione temporanea da questa parte dell’Oceano: paradossalmente, a volere (e soprattutto a poter) piazzare qualche colpo a sensazione, questo periodo potrebbe anche risultare più propizio che al solito, anche per cifre super ragionevoli. Va da sé che in questa stagione vadano anzitutto fatti ragionamenti di tipo finanziario e di opportunità nel decidere se aggiungere qualcuno in una stagione in cui tutti sono chiamati a fare sacrifici. Sebbene per il momento non ne ravviso la necessità, non escludo comunque a priori l’innesto di qualche giocatore nel corso della stagione».

Da direttore sportivo, quanto è difficile una stagione senza pubblico (o fortemente limitato)? «Sia prima, quando giocavo, sia ora che sono dirigente, l'hockey l'ho sempre associato alle emozioni: ne ho provate e ne provo sempre di forti. E una buona parte di queste sono date anche dal pubblico. Soprattutto alla Valascia, che è un'arena notoriamente 'calda'. Giocare a porte chiuse toglierà sicuramente. Giocare senza spettatori toglierà sicuramente qualcosa all'agonismo, ma non possiamo fare altrimenti: non è colpa di nessuno se si è arrivati a questa situazione ma ci dobbiamo abituare.

La squadra

Ciaccio e Nättinen due valori aggiunti

Intanto, comunque, Duca si gode Nättinen: il finlandese, per quanto ha mostrato in queste prime partite in biancoblù, ha tutte le carte in regola per rivelarsi uno degli ingaggi più riusciti dell’intera campagna acquisti 2020/21: «Come già avevo detto alla sua presentazione, Julius ha veramente un grande potenziale e dalle indiscutibili doti tecniche. Dopo i problemi muscolari che l’anno un po’ ritardato durante la preparazione estiva, rendendo un po’ più laborioso il suo ambientamento in una realtà nuova e in un nuovo sistema di allenamenti, sta trovando la forma ideale. Da subito ha comunque mostrato l’attitudine giusta, e questa è una qualità fondamentale per un giocatore che vuole affermarsi». Pensando a lui, nella memoria di molti frequentatori della Valascia (e non solo in loro) davanti agli occhi torna l'imagine di Kubalik: vedi anche tu in Nättinen il potenziale erede del ceco poi sbarcato con successo in Nhl, fronte Chicago Blackhawks ? «Per ora meglio limitarsi a dire che ha un grande potenziale: è un po’ prematuro arrivare già alle conclusioni di un percorso che è ancora tutto da scrivere. Anche perché ha pure ancora grandi margini di miglioramento in diversi aspetti del suo gioco: il talento è grande, ma per riuscire a fare un passo importante come quello dell’eventuale Nhl manca ancora tanto lavoro».

Da un bell’ingaggio a un altro: quello di Damiano Ciaccio, che ha dimostrato di saper sopperire in maniera egregia alla partenza di Manzato: «Questo è un’altra nota positiva dei nuovi innesti. Manzato, assieme a Conz, avevano creato una squadra a sé all’interno dello spogliatoio, pronti a sostenersi reciprocamente. Questo affiatamento tra estremi difensori lo si è ritrovato anche con il nuovo tandem di portieri, al punto che entrambi possono garantire prestazioni da titolari quando chiamati a difendere la porta».