HOCKEY

Il canto del cigno della Coppa Svizzera

Dalla stagione 2021-22 non parteciperanno più le squadre di National e Swiss League. Patrick Bloch: 'Non vogliamo indebolire campionato e Nazionale'

19 agosto 2020
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Rilanciata nel 2014, la Coppa Svizzera vivrà la sua ultima edizione con i club professionisti in questa stagione. La partenza dello sponsor principale e la densità del calendario spiegano questa rinuncia. La storia sarà durata sette anni. La Coppa Svizzera nello stile del XXI secolo sarà quindi durata meno tempo di quella del secolo scorso (11 edizioni tra il 1956 e il 1972). Il motivo principale alla base dello stop è il ritiro dello sponsor principale dal concorso, il cui contratto è valido fino al 2021. Senza questa manna finanziaria, i club di National League e di Swiss League sono molto meno inclini ad appoggiare il progetto.

Anche se la Coppa ha recentemente incoronato i club di Swiss League (Rapperswil nel 2018 e Ajoie nel 2020), le entrate non hanno soddisfatto i club. Era piuttosto questione di non perdere soldi piuttosto che di guadagnarne.

A differenza del calcio, dove la Coppa ha un grande valore storico, l'hockey non può basarsi su una simile tradizione. La recente vittoria per 7-3 dell'Ajoie sul Davos è stata uno shock importante nella Svizzera romanda e ha dimostrato che i "piccoli" possono battere i "grandi", ma non basta. «È stata una grande vetrina per i club delle leghe inferiori –, ha detto l'allenatore di Ajoie Gary Sheehan –. L'idea di riprenderla è stata buona e ci pentiremo della decisione di mollarla».

Nella stanza dei bottoni regna il pragmatismo. «È stato davvero bello per le leghe minori –, ha detto il direttore generale del Friborgo, Raphaël Berger –. Per le compagni dell'élite nazionale, la rinuncia significa che sono disponibili più date. E non dimentichiamo che nella stagione 2021/22 potrebbero esserci 13 club in Nationa League».

Anche il boss dell'hockey svizzero, Patrick Bloch, sottolinea in un comunicato stampa la complessità di un calendario già ampio: «È una grande sfida, soprattutto nel 2022 con i Giochi Olimpici di Pechino, redigere un calendario che tenga conto di tutte le scadenze e non penalizzi nessuna squadra. Vogliamo rafforzare le competizioni esistenti e non indebolire il campionato o la nazionale a causa di un eccesso di pianificazione».