I bianconeri si inchinano al Davos ai rigori. E c'è preoccupazione per gli infortuni di Chiesa e del numero 98, uscito dolorante al ginocchio sinistro
Da Davos il Lugano torna battuto (ai rigori) e... con due grosse tegole. Quelle degli infortuni di Chiesa e Brunner, che già nei primi 20 minuti devono alzare bandiera bianca, entrambi usciti dal ghiaccio della Vaillant Arena zoppicanti. Il secondo addirittura sorretto da Wellinger, trascinandosi il ginocchio sinistro. E l’impressione è che il numero 98 ne avrà per diverso tempo, a giudicare dalla smorfia di dolore con cui ha riguadagnato lo spogliatoio. Così, di colpo, Greg Ireland si ritrova privato di due pedine fondamentali dello scacchiere. Ciononostante, i bianconeri riescono a chiudere i primi 20 minuti avanti di un gol, un po’ estemporaneo, ma fondamentale. Lo segna Hofmann, sorprendendo Senn con un tiro dalla media distanza. E lo stesso numero 15, nel tempo di mezzo, firma anche il gol del raddoppio. Ma lo slancio del Lugano finisce lì. perché i padroni ai padroni di casa bastano 73 secondi per azzerare il vantaggio ospite. Tutto da rifare dunque nel terzo tempo. Che regala un gol per parte: il primo a segnare è il Davos, ma il Lugano riacciuffa i grigionesi facendo centro a sua volta con Lapierre. Poi niente più reti fino al 60’ e dunque verdetto rinviato al prolungamento, che i bianconeri iniziano con un uomo in meno, visto che in coda ai tempi regolamentari si fa espellere Sanguinetti. Ma il Davos non ne approfitta, andando comunque vicino al gol con Ambühl, che però a tu per tu con Merzlikins non riesce a batterlo. E nei rigori, l’unico a fare centro è Corvi, che regala il secondo punto al Davos.