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Fred Vasseur e quell'aria nuova in arrivo nella Formula Uno

Chiacchierata con il Ceo e Team Principal della Sauber alle porte della nuova stagione con un occhio anche al 2022: "Avvicinarsi ai migliori è possibile".

27 marzo 2021
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La nuova stagione della Formula Uno (al via nel weekend in Bahrain) si apre con la pesante eredità della pressione costante di una pandemia che nel 2020 ha causato un danno economico di circa 360 milioni di dollari di mancati introiti al Circus nel suo complesso. Una situazione che colpendo duramente il mondo della F1 ne ha però allo stesso tempo agevolato il processo di cambiamento del regolamento (rinviato di un anno a causa della delicata situazione legata al Covid) che sarà effettivo dal 2022, con in particolare l'attuazione di un cosiddetto "budget cap" volto a mettere un freno alle spese folli, nonché altre soluzioni anche tecniche che permetteranno di allargare il numero di team in gara (si parla di sei nuove squadre che si stanno interessando alla categoria), contribuiranno alla sopravvivenza di quelli minori e probabilmente regaleranno qualche battaglia in più in gara.

La Ferrari ad esempio ha sviluppato la monoposto 2021 completamente nell'ottica di un'iniziale e immediato miglioramento, ma vi è un gruppo interno assai nutrito che si sta già concentrando sullo sviluppo sostanziale del 2022, anno nel quale Binotto e i suoi uomini promettono tempi migliori per Leclerc e Sainz. Per comprendere meglio questa strana stagione, abbiamo conversato in esclusiva con Frédéric Vasseur, l'uomo che da quattro stagioni oramai gestisce Sauber Group, l'azienda di Hinwil che compendia oltre al team di F1 anche il reparto d'ingegneria, la galleria del vento e studio aerodinamico e altre attività.

Fred, quanto è difficile o particolare preparare la stagione 2021 già sapendo che tutto cambierà nel 2022?

Dobbiamo cercare di far sì ciò che succederà l'anno prossimo non influenzi già in questo momento i nostri orientamenti e le nostre decisioni. È certamente un campionato bizzarro se ci si pensa, è la fine di un lungo ciclo e se ne aprirà uno nuovo nel 2022. Essere in competizione significa proprio questo: pensare al 2022 ma mantenendo la barra sugli obiettivi 2021, dobbiamo assolutamente stare sul pezzo, visto anche il buon recupero di fine 2020.

Avere perso i test invernali per la messa a punto della monoposto, un inconveniente non indifferente e girare tre giorni in Bahrain peraltro con tempesta di sabbia inclusa non credo aiuti a giudicare appieno il valore di una monoposto. Come si fa a comprendere davvero a che punto siete?

Hai perfettamente ragione, approcciare un Mondiale con soli tre giorni di prove è troppo poco. È così per tutti, è vero, ma resta una scelta che non condivido sino in fondo. Mi ha comunque colpito che un po' tutti i team abbiano subito trovato una buona affidabilità delle monoposto – forse solo Mercedes ha faticato un poco –, il che ha permesso di girare molto e specie ai giovani piloti di acquisire esperienza e informazioni utili. Il fatto che la nostra Sauber sia un'evoluzione del 2020 è un altro elemento che permette una lettura dei dati coerente e in un certo senso continua, quindi alla fine non mi lamento troppo. Certo che per il 2022...

La tua esperienza con grandi piloti e il tuo fiuto sono conosciuti. Hamilton, Rosberg, Kubica per citarne alcuni. Com'è gestire un personaggio come Kimi Raikkonen?

Ciò che è invisibile a tutti è quanto Kimi si senta parte di un team: viene regolarmente qui a Hinwil, è spesso al simulatore, interagisce con tutti ed è sempre di ottimo umore e motivato. Capisco il senso della domanda certo, ma per noi in Sauber davvero non è tema perchè Kimi è uno di noi a tutti gli effetti ed è un professionista molto semplice da gestire internamente, davvero, è molto informato sulle tante necessità di questo team e condivide le idee per il futuro della Sauber. Certo ha il suo carattere, sa esattamente cosa vuole o non vuole fare. Un campione del mondo da 20 anni in Formula 1, non ha molto desiderio e nemmeno necessità di accettare taluni compromessi, lui vuole concentrarsi sul suo mestiere che è correre. E bene anche.

Quindi utilizzi un approccio differenziato nei confronti di Antonio Giovinazzi?

Il livello di carriera dei nostri due piloti è molto diverso. Antonio deve dimostrare tutto, dopo due anni, alla terza stagione è chiamato al salto di qualità, non si discute. Si deve accettare un poco di follia giovanile per raggiungere questo obiettivo, ma è tempo per lui e per noi di crescere. C'è di buono che lui non si sente in competizione con la carriera di Kimi e viceversa: questo permette un passaggio virtuoso di informazioni e di apprendimenti, oltre che di stimoli. Kimi è straordinario nel darci feedback sulla vettura, suggerire aree di lavoro e miglioramento.

Stellantis, il nuovo colosso automobilistico frutto della fusione tra i gruppi Fiat Chrysler e Psa, ha in Carlos Tavares un vero Ceo finalmente "malato" di auto e di corse: Alfa Romeo resterà anche nel 2022 con voi?

Lo dico con chiarezza: la mia prima auto è stata un Giulia, per me Alfa Romeo è un marchio iconico, il primo a trionfare in F1 e ne ho preso, in senso buono, il virus. Insomma non posso che essere orgoglioso di questo nome sulla Sauber. Tavares è un conoscitore del nostro mondo, se il progetto sarà solido e supportato economicamente, spero che Alfa Romeo prosegua ovviamente, anche in un momento di così enorme cambiamento del nostro settore. Noi dobbiamo migliorare la performance e i risultati che diamo ad Alfa, dobbiamo avanzare in griglia, dare alla marca il supporto che ci chiedono a giusta ragione. Ripeto quanto ho detto all'inizio: questo nome è la storia del motorismo sportivo, essere in F1 deve restare il desiderio di qualsiasi appassionato del nostro sport, pochi nomi hanno un patrimonio e una storia come Alfa Romeo da narrare.

Anno dopo anno, dove trovi ancora il piacere e la voglia del tuo mestiere?

Non voglio sembrare arrogante, ma non è il denaro a muovermi. Ho rispetto di chi fatica a guadagnare, non è il mio caso, ma non è su tutto la mia prima molla. Resta l'amore e la passione per la competizione automobilistica, certo più matura di quando cominciai a 30 anni a scendere in pista. Sono un uomo fortunato, faccio esattemente il mestiere che ho sempre sognato, è un privilegio di cui sono molto cosciente. Il mio desiderio però è di progredire sempre, sfidarmi, andare oltre, ogni giorno. So che oggi il tema non è vincere, ma lo stesso possiamo e dobbiamo fare meglio, io per primo. Ad esempio quando nel 2020 a fine stagione finalmente siamo migliorati dopo avere deluso nella prima parte del campionato, ecco quello è stato un buon momento per me, molto motivante. Nel 2021 desidero quindi arrivare ancora più vicini ai primi, non si discute.

Guardando più lontano, il 2022 potrà essere un anno di rivincita per Sauber?

Sono fiducioso. Cominciamo con dire che per noi il taglio delle spese non è un tema nuovo. Da anni viviamo con un'attenzione totale al controllo dei costi e delle singole voci, penso che sarà molto più complicato per quei team da 500 e oltre persone, per i quali il taglio sarà davvero brutale e sostanziale. Poi il nuovo modo di remunerare le scuderie, con più denaro versato dagli organizzatori alle squadre più piccole, livellerà l'ingresso di cassa a nostro favore. E il denaro è la base per poter investire. Il cambiamento tecnico inoltre introduce semplificazioni e condivisioni diverse che permettono ai team di avvicinarsi, come conferma anche un rinnovato interesse di altri a entrare nel Circus dopo anni di difficoltà. È in arrivo una nuova aria in F1. Certo in griglia il 1° gennaio 2022 non tutto sarà cambiato, i top team avranno ancora un gap di vantaggio con le tante competenze acquisite, ma sta a noi riguadagnare spazio anche scegliendo i piloti giusti ed effettuando le mosse corrette, le condizioni quadro per farlo ci sono.