laR+ Euro 2024

’Finora buone direzioni arbitrali’

Francesco Bianchi, ex direttore di gara internazionale e osservatore Uefa: ‘Forse Orsato farà la finale, ma Letexier è il migliore del torneo’

In sintesi:
  • Secondo l'ex direttore di gara ticinese, in campo si vede ancora qualche simulazione di troppo
  • Il Var è un ausilio, ma gli arbitri che non decidono mai nulla, lasciando che sia sempre la tecnologia a intervenire, sono poco consapevoli del proprio ruolo
  • Buone le prestazioni fornite agli Europei dal fischietto svizzero Sandro Schär
3 luglio 2024
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Nel breve intervallo fra gli ottavi e i quarti di finale di Euro 2024, col ticinese Francesco Bianchi – ex direttore di gara internazionale, ex osservatore Uefa, e da molti anni dirigente del sistema arbitrale svizzero – tracciamo un bilancio provvisorio dell’operato dei suoi colleghi.

Quanto ti ritieni soddisfatto del lavoro svolto in queste prime fasi da arbitri e Var?

L’operato mi pare in generale piuttosto buono. Quando ci sono stati errori, il Var ha provveduto a rimediare. La Uefa ha detto che questo Europeo doveva essere all’insegna del fair play, e finora le cose sono andate bene. Non ci sono state espulsioni per falli gravi, tranne in un caso verificatosi nella gara inaugurale. Fra l’altro è proprio stata una situazione in cui il Var si è rivelato provvidenziale. L’arbitro non aveva nemmeno visto il fallo, mentre poi si è visto che ci stava sia il rigore sia l’espulsione per fallo grave. Si è trattato di un brutto errore arbitrale (dirigeva il francese Turpin, ndr), ma direi che è stato l’unico. Purtroppo però ho visto ancora casi di simulazione, l’ultimo quello di Dumfries l’altro ieri, che ha finto di aver ricevuto un colpo in realtà inesistente. Forse in questi casi bisognerebbe squalificare i giocatori a posteriori, se si vuole davvero mondare il calcio dalle sceneggiate.

Cosa ti è piaciuto di più in queste due settimane?

Direi la nuova prassi secondo la quale a parlare con l’arbitro in caso di reclami può essere solo il capitano. Ha funzionato molto bene – chi ha sgarrato è stato ammonito – anche perché prima dell’Europeo gli arbitri e i loro responsabili, in ogni Paese, sono andati a incontrare le Nazionali per spiegare nel dettaglio le novità e le direttive. Credo che verrà applicata anche nei campionati. Da noi, alle regioni sarà data libera scelta, e so che la Federazione ticinese di calcio intende applicarla. Certo, per una cosa del genere servono arbitri di personalità.

Come si è comportato l’arbitro svizzero Sandro Schärer?

Ha fatto bene – così come il tutta la nostra terna e il Var – ma purtroppo è già tornato a casa, fra i 6 arbitri esclusi dopo la fase a gruppi. Fra questi c’era anche l’olandese Makkelie, che veniva indicato fra i candidati a dirigere la finale, ma forse ha pagato gli 8 minuti eccessivi concessi in Italia-Croazia. Ma non possiamo saperlo per certo, perché le giustificazioni non vengono rese note. Escluso dalla possibile finale anche l’arbitro rumeno Kovács, dopo quella partita con 15 gialli e 2 rossi – Repubblica Ceca contro Turchia – che è stata praticamente un macello. Tornando a Schärer: il fatto che uno svizzero fosse presente a una grande manifestazione dopo ben 14 anni è un gran bel segnale per tutto il nostro movimento arbitrale. Fra l’altro, lui di recente aveva avuto un problema muscolare a un polpaccio, e ha rischiato fino all’ultimo di dover rinunciare. Per fortuna tutto poi si è risolto.

La finale allora a chi andrà?

Qualcuno dice che, con l’Italia eliminata, Orsato ha la strada spianata. Sarebbe la sua ultima occasione, perché a 48 anni è al termine di una grande carriera. Ma in realtà non è per nulla scontato, è davvero difficile capire cosa succederà. Nel 2008, ad esempio, tutti credevano che la finale sarebbe andata al nostro Massimo Busacca. Invece toccò a Rosetti, e Busacca ebbe una semifinale, che è comunque un grande traguardo. Per me, il miglior arbitro di questo Europeo è il francese Letexier, giovane emerso negli ultimi anni, ma ovviamente molto dipenderà dai criteri geografici: se la Francia andrà in finale, logicamente non sarà lui a dirigere l’ultima partita. A me piacciono molto anche il turco Meler e lo svedese Nyberg: mi fa piacere vedere affermarsi arbitri che non appartengono alle solite grandi federazioni.

Di Var si parla sempre parecchio: i direttori di gara hanno perso autonomia?

Al contrario di quanto si dice, gli arbitri non vivono male gli interventi del Var. Sanno che si tratta di uno strumento che li può aiutare. È però innegabile che chi non decide, lasciando che a intervenire sia sempre il Var, non è del tutto consapevole del proprio ruolo.

Perché sul fuorigioco si tende a intervenire con grande ritardo, anche quando l’offside risulta evidentissimo?

Per la verità, non è che si lascia proseguire in ogni situazione. Se il fuorigioco è evidente – l’espressione che noi usiamo è ‘as big as a house’ – in realtà si interviene subito. In generale, se l’offside è nella zona centrale, verso la porta, si applica quello che chiamiamo il ‘delay’: si lascia cioè terminare l’azione per dare al Var la possibilità di verificare. Dove il Var non c’è, ad esempio nelle leghe più basse, si interviene subito e si ferma il gioco.

Altre novità che ritieni davvero utili?

Il chip all’interno del pallone è un buona cosa: segnala in maniera inequivocabile, molto meglio dei fotogrammi video, se e quando il pallone viene toccato. E poi mi piacerebbe che si adottasse il sistema già in vigore nella Mls secondo cui, dopo una consultazione Var, l’arbitro comunica col microfono a tutto il pubblico i motivi delle sue decisioni. È stato provato, con successo, anche agli ultimi Mondiali femminili.

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