Euro 2020

Ancora ai rigori? Perché no, col fattore Sommer

L'eliminazione agli ottavi in Germania nel 2006? L'errore di Xhaka contro la Polonia nel 2016? Tutto dimenticato, dopo Bucarest

30 giugno 2021
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La vittoria ai danni della Francia maturata dal dischetto ha spezzato l’incantesimo sfavorevole che gravava sui rossocrociati quando si trattava di passare attraverso l’imponderabilità dei calci di rigore al termine dei tempi supplementari. Una sorta di maledizione che trae origine ai Mondiali del 2006 in Germania, nell’ottavo di finale (abbordabile) contro l’Ucraina di Shevchenko. Fu proprio il fuoriclasse di Milan e Chelsea ad aprire le danze dal dischetto, ma Zuberbühler in stato di grazia (il portierone elvetico chiuse quella Coppa del mondo senza gol al passivo in quattro partite) gli respinse la conclusione. L’avvio apparentemente ideale non venne per niente sfruttato, in quanto in campo rossocrociato fallirono Streller, Barnetta e Cabanas, e “auf Wiedersehen” Germania. Nel 2016, e qui passiamo agli Europei con una selezione con molti dei rossocrociati protagonisti ancora oggi, la Svizzera si arrese, sempre agli ottavi, contro la Polonia (abbordabile, come l’Ucraina 10 anni prima) a causa dell’errore dal dischetto di Granit Xhaka, oggi capitano e leader della selezione. 

I motivi per eventualmente affrontare con maggiore serenità il ricorso ai calci di rigore contro la Spagna, sono due: da una parte, l’esito felice del duello contro la Francia, d'altro canto quello che possiamo definire il fattore Sommer, uno che nello specifico esercizio ha dimostrato di essere tornato a saperci fare, dopo un lungo periodo in cui la reputazione di “pararigori” che gli venne assegnata nel 2014, al momento di trasferirsi in Bundesliga, pareva non calzargli proprio più. Nel 2012 decise con due parate decisive la finale di Coppa Svizzera che vinse con il Basilea a spese del Lucerna. Un anno dopo contribuì alla qualificazione dei renani alla semifinale di Europa League esaltandosi ai rigori sia contro lo Zenit San Pietroburgo, sia contro il Tottenham. Il declino, però, pareva inarrestabile, visto che al Borussia Mönchengladbach e in Nazionale, degli ultimi 32 rigori ne aveva intercettati solo 4. Addirittura desolante il bilancio con la Nazionale rossocrociata ai grandi tornei: 17 rigori, nessuna parata. Il 18esimo tentativo è stato quello buono, quello che forse lo ha restituito al ruolo di “pararigori”.