L'attaccante spagnolo si è sfogato in un programma radiofonico: ‘Hanno preso di mira anche la mia famiglia’
L'attaccante spagnolo Alvaro Morata, criticato per la sua goffaggine sotto porta dopo le prime due partite Euro contro la Svezia (0-0) e Polonia (1-1), ha detto di essere stato vittima di “minacce” nei confronti suoi e della sua famiglia.
«Dopo la partita contro la Polonia, sono rimasto nove ore senza poter dormire. Ho ricevuto minacce, insulti alla mia famiglia, messaggi che auguravano la morte dei miei figli... Ma sto bene, forse qualche anno fa sarei stato male, ma ho passato qualche giorno isolato da tutto», ha detto giovedì sera l'attaccante della Roja al programma “El Partidazo” della radio spagnola Cadena Cope.
Sulla scia della partita con la Polonia di sabato sera, Morata, alla televisione spagnola, ha risposto alle critiche: «In questo paese, dare la propria opinione è facile e gratuito». Una frase che ha scatenato la rabbia di alcuni fan.
«L'ho detto per rabbia, dopo un pareggio all'Europeo. Non ho intenzione di mettermi in mostra davanti a tutta la Spagna. Io do tutto me stesso. Tutto quel che dico viene interpretato in un modo o nell'altro. Ho due opzioni: o sto zitto o vengo a spiegarmi», ha affermato.
«Forse non ho fatto il mio lavoro come avrei dovuto. Capisco che mi si critichi perché non ho segnato, ma la gente dovrebbe mettersi nei panni della persona che riceve le minacce», ha aggiunto Morata, ancora a secco nonostante la vittoria spagnola di martedì sera (5-0 alla Slovacchia).
L'attaccante iberico ha fatto appello allo psicologo della squadra: «Joaquin (Valdes) ci sta aiutando molto – ha detto Morata –. È bello avere qualcuno che ti ascolta e ti capisce quando ne hai bisogno. Poter parlare con lui fa bene».