Il polacco della Ineos firma al Tour de France un autentico capolavoro, Pogacar rosicchia qualche secondo a Vingegaard nella generale
Applausi per Michal Kwiatkowski, che ha vinto in solitaria una tappa breve (138 km) ma davvero dura, conclusa con la salita di 17 km (oltre 7% di pendenza media) che conduce alla sommità del Grand Colombier, sul massiccio del Giura francese.
Il 33enne polacco della Ineos, già campione del mondo su strada nel 2014 a Ponferrada, è scattato in modo tanto prepotente quanto intelligente a poco più di 11 km dal traguardo, lasciando inesorabilmente dietro di sé gli ultimi reduci di una lunga fuga condotta in totale da 19 uomini. 47 i secondi di margine sul secondo classificato, cioè il belga Maxim van Gils della Lotto. Dopo il successo in solitaria di Izaguirre giovedì, dunque, anche la 12a frazione si è conclusa con un’azione personale.
Kwiatkowski, portacolori di una brillante Ineos che ora guida la classifica a squadre, conquista così la sua seconda affermazione alla Grande Boucle, dopo il trionfo colto tre anni fa a La Roche-sur-Foron davanti al suo compagno Richard Carapaz. Il polacco vanta però numerosi successi prestigiosi in carriera, fra i quali due Amstel Gold Race e la Milano-Sanremo del 2017.
«Noi della Ineos volevamo marcare presenza in ogni azione di giornata», ha detto al traguardo il vincitore, «non credevo però di poter addirittura vincere oggi, e dunque sono ancora più felice di questo pazzesco successo. Temevo questa tremenda salita, perché ricordavo bene la crisi che qui ebbe tre anni fa il mio compagno di squadra Egan Bernal. (Perse oltre 7 minuti e dovette abdicare al titolo conquistato l’anno prima, ndr). Senza il calore del pubblico assiepato al bordo della strada, credo davvero che non ce l’avrei fatta».
L’affare di giornata, a livello di classifica generale, l’ha fatto lo sloveno Tadej Pogacar (capitano della Uae), che proprio sul Grand Colobier vinse nel 2020 e che è riuscito negli ultimi 400 metri a staccare di qualche ruota il leader Jonas Vingegaard (Jumbo), che fin lì lo aveva invece marcato strettissimo. Arrivato terzo con 50 secondi di ritardo dal trionfatore, Pogacar ha guadagnato sul danese 4 secondi più altri 4 di abbuono, e dunque ha ridotto da 17" a 9" il suo ritardo nella graduatoria: davvero un margine minimo, considerate le oltre 50 ore complessive di corsa.
Nel giorno della Festa nazionale, c’è stata poca fortuna per i francesi: a cercare gloria è stato soprattutto il 31enne Quentin Pocher (Groupama), la cui azione solitaria all’inizio della salita conclusiva è durata davvero poco. Anche lo scorso anno il 14 luglio ci fu un arrivo in salita, all’Alpe d’Huez, e pure quella volta a imporsi fu un uomo della Ineos, vale a dire il britannico Tom Pidcock.
Sabato la carovana si trasferirà da Annemasse a Morzine les Portes du Soleil (Alta Savoia) per un’altra impegnativa tappa di montagna, la prima nelle Alpi, per un totale di 152 km lungo i quali potrebbe cambiare ancora qualcosa per quanto concerne l’entusiasmante sfida fra Vingegaard, maglia gialla e trionfatore nella Grande Boucle dello scorso anno, e il suo maggior rivale Pogacar, che il Tour lo ha vinto invece nel 2020 e nel 2021.