CALCIO

Yann Sommer: ‘La Nazionale è stata un onore e un privilegio’

Il 35enne estremo difensore ha annunciato la fine della carriera in rossocrociato, durata dodici anni (dieci da titolare) e 94 partite

Yann Sommer festeggia l’ultima vittoria in Nazionale, il 29 giugno contro l’Italia
19 agosto 2024
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Il prossimo 4 settembre, la Nazionale svizzera prenderà il volo da Zurigo alla volta di Copenaghen per l’esordio nella nuova edizione della Nations League, senza poter riporre nel bagaglio l’esperienza di 219 partite internazionali. Quelle disputate da Xherdan Shaqiri (125) e Yann Sommer (94). A poche settimane dall’annuncio del ritiro internazionale del fantasista basilese, ieri l’estremo difensore nato a Morges ha convocato la stampa in un hotel nei pressi dell’aeroporto di Kloten per annunciare che in futuro non vestirà più la maglia della Nazionale rossocrociata. A 35 anni, Sommer ha deciso di lasciare spazio ai suoi successori, in particolare a Gregor Kobel (26 anni), al quale nei giorni scorsi Murat Yakin aveva assicurato il posto da titolare. Per l’estremo difensore dell’Inter, dunque, l’ultima partita in rossocrociato è stata l’amara eliminazione ai rigori per mano dell’Inghilterra, lo scorso 6 luglio a Düsseldorf nei quarti di finale di Euro 2024.

«Dopo approfondita riflessione, sono giunto alla conclusione di mettere fine alla mia avventura con la Nazionale – ha affermato l’attuale portiere dell’Inter –. È stato un onore e un privilegio poter difendere per dodici anni i colori del mio Paese. Per me, la Nazionale svizzera ha sempre avuto grande importanza, da quando a 15 anni ho esordito con la U16 fino ai dieci anni trascorsi da titolare della selezione maggiore. Voglio ringraziare i miei compagni di squadra, gli allenatori, tutti i membri dello staff e i tifosi: senza il loro sostegno tutto questo non sarebbe stato possibile».

L’esordio di Yann Sommer in rossocrociato risale al 30 maggio 2012, al comando di Ottmar Hitzfeld, in un’amichevole persa 1-0 a Lucerna contro la Romandia. Dopo due anni (e un Mondiale in Brasile trascorso da riserva di Diego Benaglio), nell’estate del 2014 Vladimir Petkovic gli ha consegnato le chiavi della porta elvetica. Porta difesa per dieci anni da titolare indiscutibile, nonostante la concorrenza di una generazione di portieri molto promettenti, in particolare Roman Bürki, il quale a un certo punto, non vedendo sbocchi concreti, aveva deciso di gettare la spugna e abbandonare la Nazionale.

In carriera, Sommer ha disputato in qualità di numero uno due Mondiali (Russia 2018 e Qatar 2022) e tre Europei (Francia 2016, Euro 2020 e Germania 2024). In tutti questi anni, l’ex basilese è stato protagonista di molti interventi decisivi, ma nell'immagine collettiva del calcio svizzero rimarrà indelebile l’intervento del 28 giugno 2021, quando a Bucarest aveva fermato il rigore decisivo calciato da Kylian Mbappé, parata che aveva regalato alla Svizzera, per la prima volta dal 1954 (ma a quei tempi la formula era assai diversa), l’accesso ai quarti di finale di un grande torneo. E quella è stata altresì l’unica volta nella quale la lotteria dei rigori ha sorriso agli elvetici e al suo estremo difensore, battuti invece nel 2016 negli ottavi di finale dalla Polonia, nel 2019 nella piccola finale di Nations League dall’Inghilterra e nel 2021 nei quarti di finale degli Europei per mano della Spagna. «La parata su Mbappé rimane uno dei ricordi più belli. Quella sera abbiamo eliminato la Francia e dimostrato che pure noi potevamo ottenere grandi risultati. Non dimenticherò mai le emozioni condivise nello spogliatoio dopo quella vittoria. Così come le immagini di tutti i tifosi riuniti nelle strade della Svizzera per celebrare quel successo».

Chi pensava che Sommer si sarebbe presentato davanti alla stampa con il muso lungo per essere, di fatto, stato detronizzato da Yakin a favore di Kobel, "secondo" con il quale afferma di «non avere alcun contatto» e con il quale la coabitazione non è affatto stata semplice, è rimasto deluso. Sommer è apparso quello di sempre, tranquillo e riflessivo. Da parte sua, nessun risentimento… «La decisione l’avevo presa già due settimane fa e un colloquio avuto a Milano con Patrick Foletti (preparatore dei portieri svizzeri, ndr) ha confortato la mia scelta. Mi è stata fatta presente l’impossibilità di garantirmi il ruolo di titolare, tuttavia ciò non ha influenzato la mia scelta: sapevo che sarebbe capitato, certe situazioni fanno parte di questo mestiere».

Con i suoi 94 cap, Sommer occupa un posto nella top 10 dei nazionali svizzeri con più presenze (classifica capeggiata da Granit Xhaka a quota 130): nessun estremo difensore ha difeso più volte di lui la porta rossocrociata. In complesso, considerando pure le presenze con le selezioni giovanili – ricordiamo la medaglia d’argento a Euro 2011 con la U21 diretta da Pier Tami – ha raggiunto le 159 maglie rossocrociate.

La decisione annunciata a Zurigo non significa tuttavia la fine della carriera del numero uno basilese… «Il calcio ha ancora molto da darmi. D’ora in poi mi concentrerò essenzialmente sul mio club. Ho grandi ambizioni per la stagione appena iniziata con l’Inter, giocare in un club prestigioso come quello nerazzurro rappresenta per me motivo di immensa soddisfazione. Quando entro in campo a San Siro, davanti a 85’000 spettatori, ogni volta mi viene la pelle d’oca, per cui mi dico: “Stai facendo la cosa giusta”».

Chiusa l’era Sommer, si aprirà in Danimarca quella di Gregor Kobel. A 26 anni, lo zurighese è nel pieno della sua maturità sportiva. Alle sue spalle, complice l'ingombrante presenza di Sommer, vanta soltanto cinque presenze in Nazionale (più altre 27 nelle varie selezioni giovanili), ma nei dieci anni già trascorsi in Germania ha avuto modo di costruirsi una solida esperienza, tanto da convincere nell’estate 2021 il Borussia Dortmund a puntare su di lui. Con la maglia giallonera è stato per due anni il miglior portiere della Bundesliga, pochi mesi fa ha disputato la finale di Champions League contro il Real Madrid, mentre nel 2023 aveva perso il titolo tedesco all’ultima giornata, consegnandolo di fatto al Bayern Monaco del suo rivale Yann Sommer. Il compito che lo attende tra i pali della Nazionale svizzera non sarà affatto semplice. Dovrà far dimenticare un portiere che può legittimamente essere considerato, per prestazioni personali e longevità, il migliore della storia del calcio svizzero e, compito ancor più arduo, dovrà provare a prenderne il posto nel cuore dei tifosi. Gli occhi dei quali saranno subito puntati sullo zurighese, il cui esordio da titolare fisso non sarà per nulla agevole, dapprima in trasferta in Danimarca, poi tre giorni più tardi a Ginevra contro i campioni d’Europa della Spagna. E proprio quella al cospetto della miglior squadra del continente potrebbe essere l’occasione ideale per un doveroso omaggio a Yann Sommer e Xherdan Shaqiri, giocatori amati da Ginevra a San Gallo, da Basilea a Chiasso e già entrati di diritto nella Hall of Fame del calcio svizzero.

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