Dopo sette anni da ‘secondo’ di Yann Sommer, lo zurighese assume il ruolo di titolare tra i pali della Nazionale. Patrick Foletti: ‘È il momento giusto’
«Avrei dovuto scattare una foto!». Patrick Foletti non dimenticherà mai l'emozione che ha colto Gregor Kobel quando Murat Yakin gli ha comunicato che sarebbe diventato il nuovo numero 1 della Nazionale svizzera. «È diventato rosso come un pomodoro», ride l'allenatore dei portieri della squadra svizzera.
È vero che lo zurighese aspettava questo momento da sette anni, da quando è stato convocato per la prima volta nella squadra svizzera nel giugno 2017 per un'amichevole contro la Bielorussia a Neuchâtel. Dopo sette anni e solo cinque presenze in campo, Gregor Kobel è finalmente dove voleva essere, dove altri, tra cui il suo agente Philipp Degen, lo avrebbero voluto anche prima.
Giovedì a Copenaghen contro la Danimarca, in occasione della partita inaugurale della Nations League, l’estremo difensore del Borussia Dortmund assumerà ufficialmente la sua nuova funzione, quella di portiere titolare della Nazionale rossocrociata. E in occasione della conferenza stampa della vigilia, potrà esprimere davanti a tutti quelle che sono le sue sensazioni.
«È il momento giusto», concordano Patrick Foletti e Murat Yakin. Senza dubbio l'allenatore aveva già preso la sua decisione prima dell'Euro in Germania. Il mese scorso, l’annuncio del ritiro di Yann Sommer dalla Nazionale ha reso molte cose più facili. Ciò che ha permesso una transizione più o meno dolce, con il vecchio leone che decide di farsi da parte di fronte all’incedere del nuovo che avanza.
Come era già capitato con Diego Benaglio e Yann Sommer, Gregor Kobel si ritrova proiettato sul palcoscenico senza avere alle spalle una grande esperienza internazionale. Il 26enne zurighese ha giocato solo due partite “vere” con la Svizzera, una sconfitta per 4-0 contro il Portogallo il 5 giugno 2022 in Nations League e una vittoria per 3-2 contro la Serbia il 2 dicembre 2022 ai Mondiali in Qatar.
Troppo febbrile a Lisbona, dove a sua parziale discolpa aveva dovuto fare i conti con una difesa troppo facilmente sopraffatta dagli eventi, senza acuti a Doha, dove aveva svolto il suo compito senza però cavare dal cilindro la parata decisiva, Kobel deve ora superare la naturale diffidenza dei sostenitori di Yann Sommer.
Tuttavia colui che nelle ultime due stagioni è stato eletto miglior portiere della Bundesliga dalla rivista specializzata Kicker e che in giugno ha difeso la porta del Borussia Dortmund nella finale di Champions League contro il Real Madrid, secondo Patrick Foletti possiede tutte le carte in regola per avere successo anche con la maglia rossocrociata… «Ha una grande influenza sulla sua squadra, sugli avversari e sui tifosi. Grazie alle sue qualità, Gregor può ribaltare una partita – afferma il ticinese –. I suoi compagni di squadra lo sanno, così come gli avversari e i tifosi. I risultati che ha ottenuto in questi anni sono enormi. Lavora ogni giorno sui suoi punti deboli. Il suo livello di professionalità è davvero impressionante».
L'unico punto interrogativo è legato alla sua fragilità muscolare. Nelle ultime due stagioni ha saltato 25 partite per infortuni vari. Senza dubbio, con lui a volte occorre tirare le briglie, ma è altrettanto importante fargli capire che le sue spalle sono abbastanza larghe da sopportare il peso della successione dell’estremo difensore con più selezioni dell’intera storia del calcio svizzero.