Dopo il bacio sulla bocca dato alla calciatrice Jenni Hermoso e le conseguenti polemiche, Luis Rubiales ha deciso di fare un passo indietro
Luis Rubiales si dimetterà dalla presidenza della Federcalcio spagnola, travolto dallo scandalo in seguito al bacio sulla bocca alla campionessa del mondo, Jenni Hermoso, alla premiazione a Sydney. Una decisione attesa da giorni che è accolta in queste ore con grande sollievo da gran parte della società e della politica spagnola, indignate dalla sua condotta. Comunicherà il suo passo indietro domani, 25 agosto, all'assemblea dei vertici del calcio iberico.
Termina così una vicenda che ha scosso profondamente tutta la Spagna e aveva colpito tutta la comunità sportiva mondiale, tanto che aveva spinto a mobilitarsi anche la Fifa: il massimo organo del calcio mondiale proprio oggi, 24 agosto, aveva annunciato l'apertura di un procedimento disciplinare ai suoi danni.
Nel corso della giornata era trapelata la sua volontà a tener duro. Sui media aveva fatto sapere di sentirsi ancora "forte e con la coscienza tranquilla". Il suo ultimo obiettivo era quello di ottenere una sospensione dalla carica dai due e i sei mesi. Una formula che avrebbe potuto permettergli di ripresentarsi alle prossime elezioni, l'anno prossimo. Ma poi la svolta. L'edizione online de El Pais riferisce che Rubiales ha preso questa decisione dopo un drammatico confronto con il suo staff e con alcuni dirigenti locali, proprio alla vigilia di una assemblea straordinaria che si annunciava molto difficile.
Così alla fine ha scelto il licenziamento volontario di fronte alla fortissima possibilità di essere squalificato dal Consiglio Superiore dello Sport dai due ai 15 anni, per aver violato la nuova Legge sullo Sport che, nell'articolo 104, punisce "gli atti pubblici che violano la dignità o il decoro sportivo e gli abusi di autorità".
L'intenzione di Rubiales – prosegue El Pais – non era quella di dimettersi, ma il susseguirsi di critiche e la perdita di sostegno nel mondo del calcio delle ultime ore (si pensi appunto alle indagini avviate dalla Fifa) lo hanno convinto a gettare la spugna.
Notizia subito accolta con giubilo dal governo che sin da subito aveva chiesto la sua testa. "Viva il movimento femminista!", ha esultato a caldo la leader di Sumar e vicepresidente del Consiglio, Yolanda Diaz.