A Rotterdam, al termine di una finale equilibrata e indecisa fino all'ultimo sono i rigori ad attribuire il trofeo. Dove si esalta il portiere Simon
Un primo tempo equilibrato, con un paio di occasioni per parte, e la più nitida di tutte capita sul conto di Gavi. Poi una ripresa altrettanto combattuta ma avara di segnature. Le occasioni migliori sono sul conto degli iberici, che al 57’ mancano il gol d’apertura con Alba, il cui colpo di testa finisce alto di poco. Cinque minuti dopo, un gran tiro dalla distanza di Rodrigo – fuori di poco – risponde al tentativo dei croati, con Pasalic che (pure lui di testa) colpisce solo la rete esterna. Poi tocca a Ruiz provarci, dopo un intervento d’emergenza del portiere Livakovic, che per qualche istante è costretto a lasciare la porta incustodita, ma il tentativo di pallonetto dello spagnolo si spegne sul fondo. L’occasione davvero d’oro, però, finisce sul conto di Fati, che al 84esimo si ritrova sul piede un pallone immancabile, ma la sua conclusione è centrale e Perisic salva poco davanti alla linea. Gli iberici ci provano ancora con Asensio, invano.
Così si va ai supplementari, iniziati da due squadre che vanno al piccolo trotto. Le opportunità da gol, però, alla fine arrivano. Soprattutto al minuto 104, quando la Spagna rischia grosso con l’apertura di Kovacic per Majer, che viene chiuso all’ultimo da Nacho. La Spagna però non sta a guardare, e quattro minuti dopo è Olmo ad avere una ghiotta occasione, ma la palla finisce in corner. I croati chiudono all’attacco con due calci d’angolo di fila, ma lo 0-0 non si sblocca. Tocca quindi ai calci di rigore stabilire il nome di un vincitore, con la Croazia che batte per prima e ne trasforma quattro su cinque, esattamente come gli spagnoli. I quali, però, possono contare su un Simon in grande serata, che dopo aver detto di no a Majer para anche il primo dei tentativi a oltranza, di Petkovic, prima del tiro decisivo di Carvajal.