Una sconfitta nella finale di Coppa contro il Lugano macchierebbe l'intera stagione dello Young Boys
Al di là del Gottardo ci si chiede se Raphaël Wicky domenica diventerà il terzo allenatore dello Young Boys a conquistare l'accoppiata Campionato-Coppa, exploit riuscito nel passato a Gerardo Seoane e ad Albert Sing. Dopo la comoda vittoria del titolo nazionale, tutti si aspettano da lui anche il trionfo in Coppa Svizzera, ed è certo che in caso di mancato successo – anche perché i gialloneri giocheranno nel proprio stadio – la sua prima stagione sulla panchina bernese verrebbe considerata un mezzo fallimento, tenuto conto anche della prematura eliminazione dal palcoscenico europeo la scorsa estate.
Abbiamo però detto che, in 125 anni di storia, il ‘double’ è riuscito alla squadra della capitale in due sole occasioni, nel 1958 e, più recentemente, nel 2020. «Un dato che mostra quanto sia difficile fare la doppietta nella stessa stagione», mette le mani avanti il tecnico vallesano, che la Coppa la vinse in tre occasioni da giocatore quando vestiva la casacca del Sion, nel ’95, nel ’96 e nel ’97. In particolare, nella memoria di Wicky è ancora ben presente la finale del 1996 contro il Servette, che vide i vallesani imporsi 3-2 con un ultimo gol assai discusso dopo che si erano ritrovati sotto 0-2.
L'ex internazionale rossocrociato, dunque, sa bene che in una finale come quella di domenica in cui affronterà il Lugano potrà succedere davvero di tutto. «Il giorno della finale c’è sempre un'atmosfera, un ambiente che non possono lasciare indifferenti i giocatori», spiega specificando che, per vincere una finale, bisogna essere assai pragmatici. Domenica, di fonte a un avversario molto bravo nell'impedire ai rivali di sviluppare il proprio gioco, i gialloneri soprattutto dovranno evitare di lanciarsi all'attacco in modo scriteriato. «Una sola squadra uscirà vincitrice, siamo del tutto consapevoli dell'importanza e delle implicazioni di questo match, e sono convinto che gran parte della sfida si giocherà a livello mentale», riconosce Wicky.
Dirigenti e tecnico dei bernesi dovranno trarre insegnamento dalla finale persa nel 2018 contro lo Zurigo. Cinque anni fa, infatti, l'YB aveva probabilmente troppo festeggiato la conquista del titolo nazionale, che attendeva da ben 32 anni, e dunque giunse in finale non certo nelle condizioni ideali, e senza il giusto approccio. Quest'anno lungo l'Aar si vuole evitare di commettere lo stesso errore: una piccola festa – due giorni a Ibiza – in realtà c’è stata, ma subito ci si è rimessi a lavorare col preciso obiettivo di conquistare la Coppa, e dunque il terzo ‘ambo’ della storia giallonera. «Vincendo, metteremmo il sigillo a un'annata fantastica», conclude Raphaël Wicky. Perdendo, però, sappiamo tutti che sarà inevitabile dare tutta un'altra lettura della sua prima stagione sulla panca dell'YB.