L’amministratore unico dell’Acb respinge tutte le motivazioni addotte da Swiss Football League per giustificare la mancata concessione della licenza
La comunicazione di lunedì diramata dalla Swiss Football League, del tutto inattesa sotto i Castelli, ha obbligato i vertici granata a reagire immediatamente per allestire il ricorso – da inoltrare entro stasera – che chiederà di rivedere la negativa decisione di prima istanza. Raggiungiamo dunque Gabriele Gilardi – amministratore unico del club, nel pieno di una giornata inevitabilmente frenetica. «Il nostro dossier sta prendendo forma in modo vigoroso», esordisce l’avvocato. «Abbiamo coinvolto specialisti nel diritto sportivo affinché il ricorso sia il più reale, concreto e vincente possibile».
Già lunedì in giornata Bernhard Welten, presidente della Commissione licenze della SFL, ha rivelato pubblicamente le motivazioni per cui, per il momento, vi è stata negata la licenza: non è piuttosto insolito che chi ricopre quel ruolo si sbottoni così tanto, e soprattutto in modo così prematuro?
Per quanto ne so, e per quanto ricordo, è la prima volta che un membro di una commissione della Swiss Football League rilascia dichiarazioni su un incarto aperto, ben lontano dall’esser cresciuto in giudicato e dunque assolutamente non definitivo. Welten ha detto cose assai delicate, che saranno recisamente contestate nel nostro ricorso. Poteva davvero risparmiarsele. La decisione della Commissione di negarci in prima istanza la licenza verte su fatti assai discutibili, quindi avrei preferito che, prima di prendere posizione, a Berna aspettassero di ricevere il ricorso. Si commentano le decisioni finali, e non le vertenze ancora aperte.
Uno degli elementi su cui si basa la decisione negativa nei vostri confronti verte sul fatto che l’Acb avrebbe dei debiti.
I debiti si creano mensilmente, ma a Bellinzona mensilmente sono stati pure onorati, come avevamo promesso di fare lo scorso anno quando la licenza ci venne concessa. I debiti vengono ripagati con i ricavi di una società oppure tramite prestiti e finanziamenti. Tutto ciò è da chiarire attraverso documenti e tabelle, che vengono presentati alla Commissione licenze. E in questo momento il Bellinzona ha onorato tutti i suoi debiti esigibili.
La seconda ragione che ha giocato contro di voi sarebbe un conflitto di interessi che riguarda Pablo Bentancur, il quale – secondo la Commissione – ufficialmente fa l’agente di diversi giocatori e al contempo, anche se non in modo dichiarato, si occupa della gestione del club. A questo appunto come risponde l’amministratore unico Gabriele Gilardi?
Rispondo che Pablo Bentancur non è agente di calciatori. La sua attività nell’ambito del calcio sarà chiarita tramite il nostro ricorso.
Lei ha detto che, dal momento che l’anno scorso la licenza era stata concessa, non vede perché non dovrebbe essere concessa pure quest’anno, visto che la documentazione non è cambiata di molto: anzi, se è mutata è solo perché voi avete fornito garanzie ulteriori.
Confermo. E grande è stata la meraviglia nel leggere le motivazioni del rifiuto. Il Bellinzona non ha ricevuto alcuna diffida di pagamento da parte di nessuno. Ha onorato i suoi impegni e ha presentato una situazione migliore e di più facile lettura, visto che da questa stagione è solo la Società anonima a gestire la prima squadra. La Sa non è più mischiata con l’Associazione, la quale è stata pulita di ogni debito e resa indipendente da ogni rischio di gestione della prima squadra. Di conseguenza, l’incarto è simile a quello dell’anno scorso, ma reca inoltre la conferma che abbiamo onorato tutti gli impegni e stiamo arrivando a fine stagione con la massima tranquillità.
Ieri Welten presentava due scenari possibili, a questo punto: o il club viene ceduto a un nuovo proprietario entro il 26 maggio oppure – entro la stessa data – Pablo Bentancur deve smettere di fare il suo lavoro ufficiale.
Non commento i consigli che vengono dalla Commissione licenze. Il 26 maggio vedremo dove saremo. E noi vinceremo.
Di recente, su queste stesse colonne, Pablo Bentancur ha detto chiaramente che a gestire la società è lui, benché il suo nome non appaia nell’organigramma del club. Secondo lei, in questo modo si è sbilanciato troppo? Si è un po’ tirato la zappa sui piedi? Oppure tutto ciò rientra in una logica, per quanto sfuggente?
Per la mia sensibilità, Pablo senior tiene all’Acb quanto ci tiene suo figlio.
Quindi, tutto ciò che Pablo ha detto è stato detto per il bene del club?
Del club e di suo figlio.
Lei, Gilardi, fa anche parte della Commissione trasferimento della Swiss Football League: immagino dunque che sarà ancora più stupito dalla presa di posizione della stessa SFL nei vostri confronti.
Dopo il 26 maggio comunicherò le mie personali riflessioni.
Ci sono diverse squadre di Promotion che non raggiungono i requisiti per affrontare un eventuale salto di categoria, oppure ci sono club che i requisiti li avrebbero anche, ma che poi preferiscono rinunciare al diritto di essere promossi…
Ciò conferma l’importanza dell’impresa che abbiamo fatto noi l’anno scorso.
Vero, ma ciò cosa ci dice, sul calcio svizzero in generale?
Dice che solo i grandi gruppi capaci di assorbire grandi perdite a preventivo possono gestire squadre costose ad alto livello. Ma ciò vale ovunque, non solo in Svizzera. Tutti gli altri, si sa, fanno invece fatica a far pareggiare i conti. Nel nostro Paese succede nella massima serie di tanti sport, non solo nel calcio. Ma è normale, è ciclico. Bellinzona, ad ogni modo, deve ritenersi già felice della promozione dello scorso anno, conquistata sia sul campo sia a livello di licenza. Noi ora pensiamo di poter confermare la presenza in Challenge League – da neopromossi, non dimentichiamolo – e anche qui intendo sia sul campo sia a livello di licenza. Purtroppo, come in ogni ambito, anche qui ci sono degli imprevisti, delle novità, che cercheremo di risolvere in modo propositivo.