Diverse organizzazioni che difendono i diritti umani chiedono tutele per i lavoratori dei cantieri degli stadi
Alcune Ong hanno fatto appello martedì agli sponsor del Mondiale di calcio in programma fra due mesi in Qatar affinché vengano indennizzati gli operai attivi nei cantieri della kermesse. Abusi e difficili condizioni di lavoro sarebbero all’origine di questa richiesta. Dieci delle quattordici imprese partner della Fifa, infatti, non hanno ancora fatto promesse in relazione a eventuali indennizzazioni, e nemmeno hanno risposto alla richiesta di negoziazioni attorno agli abusi legati al torneo calcistico che scatterà il 20 novembre. Lo deplorano, in un comunicato congiunto, Human Rights Watch, Amnesty International e FairSquare.
«A soli due mesi dal fischio d’inizio, gli sponsor dovrebbero usare la loro enorme influenza per mettere pressione sulla Fifa e sul Qatar affinché assumano le proprie responsabilità in materia di diritti umani nei confronti di questi lavoratori», ha detto Minky Worden, direttrice delle iniziative mondiali presso Human Rights Watch. Solo quattro imprese partner dei Mondiali – Adidas, Coca-Cola, McDonald’s e AB InBev – si sino impegnate a versare una compensazione finanziaria, hanno precisato le tre Ong. Visa, Hyundai-Kia, Qatar Energy, Qatar Airways, Vivo, Hisense, Mengniu, Wanda Group, Crypto e Byju’s, invece, sono gli sponsor che non hanno risposto alle richieste delle Ong.
Il Qatar è da tempo accusato di minimizzare il numero dei decessi legati ai lavori effettuati in vista della Coppa del mondo. Le Ong, che riconoscono con piacere il fatto che il Paese abbia adottato alcune riforme sociali, rimproverano comunque al Paese organizzatore lacune nella protezione degli operai e problemi nel pagamento dei salari. Il governo del Qatar ha da parte sua fatto notare di avere di recente introdotto la regola del salario minimo, l’ammorbidimento della dipendenza dei lavoratori nei confronti dei datori di lavoro e il varo di regole di protezione più efficaci nel corso delle stagioni più calde.
Il Qatar, così come altri Stati del Golfo fanno ampio affidamento su manodopera a buon mercato proveniente dall’Asia, dall’Africa e dal Medio Oriente. Secondo un sondaggio YouGov commissionato da Amnesty International, il 73% delle 17mila persone intervistate è del tutto favorevole – o piuttosto favorevole – all’idea che la Fifa provveda a indennizzare i lavoratori migranti per le violazioni dei loro diritti.