La stagione dei bianconeri è stata fin qui caratterizzata da un certo squilibrio di rendimento fra i diversi reparti
Quello rientrato da Zurigo è un Lugano arricchito di tre importanti punti in classifica, ma ancora alla ricerca di una sua precisa fisionomia. Dopo sette turni di campionato – tre successi e quattro sconfitte – i bianconeri, più che discreti dalla cintola in su grazie a un pacchetto offensivo formato da giocatori veloci e di grandi qualità tecniche, accusano invece alcuni problemi a livello di retroguardia e di costruzione di gioco. Il centrale difensivo Lukas Mai, purtroppo, non dà ancora quella sicurezza imprescindibile che si richiede a chi ricopre un ruolo come il suo, e che può garantire invece un giocatore di provata esperienza come Ziegler, purtroppo indisponibile e assente contro i campioni svizzeri. Il tedesco è giovane, certo, ed è arrivato da poco: a tutti va concesso il tempo per ambientarsi e per conoscere compagni e allenatore, ci mancherebbe, ma lui pare anche in ritardo di preparazione. Certe chiusure fuori tempo e alcuni rilanci mal calibrati sembrano infatti – più che di automatismi da perfezionare insieme ai colleghi di reparto – figli di una condizione ancora non ottimale. Del resto, fisicamente è imponente, e dunque è abbastanza normale che i tempi tendano a dilatarsi. Schierato titolare nelle prime uscite probabilmente per mancanza di alternative a causa dei molti giocatori indisponibili, il ragazzo era in seguito stato un po’ messo da parte per essere poi rispolverato e messo in campo dall’inizio sabato al Letzigrund, dove anche a causa di un terreno da gioco in condizioni vergognose non è riuscito a convincere. Cresciuto nel Bayern, non può essersi imbrocchito di colpo: qualità ne possiede di certo, così come non gli manca il potenziale per crescere ulteriormente. Vero pure che, ormai, il tempo comincia a stringere: in questo inizio di stagione il Lugano sta subendo un po’ troppi gol ed è addirittura banale ricordare che, se presenta anelli deboli, è difficile che un reparto difensivo si dimostri efficace.
Meno affidabile rispetto all’anno scorso si è spesso rivelato anche il pacchetto di centrocampo: capitan Sabbatini e il nuovo arrivato Doumbia, uomini esperti e di personalità, si fanno in quattro, è innegabile, ma ogni tanto nella loro zona si ritrovano in inferiorità numerica e inevitabilmente capita loro di fare un po’ di fatica, sia quando si tratta di costruire sia in fase di interdizione. Le molte reti subite, spesso scaturite – oltre che da sfortuna, distrazioni e improvvisi cali di intensità – da errori o palle perse proprio a metà campo, sono forse la conseguenza di un modulo che quest’anno privilegia maggiormente la fase offensiva rispetto alla prudenza e al contenimento. Del resto, come dicevamo, in avanti mister Croci-Torti dispone di un reparto di tutto rispetto, formato da giocatori tecnici, veloci e fantasiosi, ed è comprensibile che il coach momò li voglia sfruttare e valorizzare al meglio. Quando hai gente come Bottani, Amoura, Haile-Selassie e Mahou è legittimo farsi ingolosire e decidere di schierare una formazione un po’ sbilanciata in avanti. Se poi a questi nomi aggiungi Renato Steffen – colpaccio di chiusura di mercato già dimostratosi decisivo alla sua prima titolarizzazione – la tentazione di osare diventa ancor più irresistibile. E ci sta, intendiamoci: forse non è strettamente necessario cambiare il modulo, ma bisognerebbe convincere i giocatori più dotati tecnicamente a sacrificarsi un po’ di più in fase di non possesso.
Fra gli incursori, il solo ad aver fin qui un po’ deluso è Celar, al di là dei tre gol già realizzati. Lo sloveno dal passato italiano pare lontano dal giocatore che la scorsa primavera era stato fondamentale sia in campionato sia per la conquista della Coppa Svizzera. Il suo ruolo, quest’anno ancor più che nel passato, è fatto anche di sacrificio, con palloni da difendere spesso da ben due avversari sempre aggrappati alla maglia e incollati alle caviglie. Fisicamente non pare al 100% e i bene informati dicono non sia troppo felice perché avrebbe voluto andarsene. Per convincere qualcuno ad acquistarlo al prossimo mercato, però, dovrebbe ritrovare voglia e condizione: ci guadagnerebbero tutti.