L’attaccante dei campioni svizzeri, dopo il debutto in Nazionale, in Italia è l’argomento del giorno
Sono bastati pochi minuti di gioco per fare di Wilfried Gnonto, 18 anni e mezzo, il nuovo fenomeno del calcio italiano, una sorta di uomo della provvidenza, oltre che l’obiettivo di mercato di più di una squadra. In Svizzera lo conosciamo già piuttosto bene, dato che da un paio d’anni veste la maglia dello Zurigo. Ma per la vicina Penisola, benché il ragazzo sia nato e cresciuto a Baveno (Lago Maggiore) e abbia svolto il percorso di formazione nel vivaio dell’Inter, si trattava di un quasi perfetto sconosciuto.
Quando il ct azzurro Roberto Mancini lo ha convocato per la Finalissima contro l’Argentina del 1° giugno, molti appassionati lo sentivano nominare per la prima volta: arrivava infatti direttamente dall’Under 19, senza esser nemmeno mai transitato per l’Under 21. Nel match di Wembley che metteva in palio la corona di Re del calcio europeo e sudamericano – stravinta da Messi e Di Marìa –, il ragazzo di origine ivoriana non è sceso in campo, certo, ma ha potuto farlo tre giorni più tardi a Bologna, in Nations League contro la Germania. Mezz’ora scarsa al posto di Politano è stata sufficiente per mostrare a tutta l’Italia le sue qualità: ottimi spunti e, soprattutto, l’assist a Pellegrini per la rete del vantaggio azzurro. A Bologna finirà 1-1, un toccasana per i campioni d’Europa che erano usciti devastati dalla gara contro i sudamericani, e tutti hanno iniziato a riempire di elogi Gnonto, attaccante tracagnotto dall’energia inesauribile e volto del rinnovamento che Mancini sta cercando di mettere in atto dopo la mancata qualificazione al Mondiale. La sua prestazione contro i tedeschi è stata così positiva da indurre il Mancio a schierarlo titolare martedì scorso a Cesena, nel successo italiano 2-1 sull’Ungheria. In pochissimi giorni, da signor nessuno a stella del calcio azzurro.
«Pochi ragazzi della sua età giocano bene come lui», ha detto il selezionatore italiano. «Gnonto è molto veloce e possiede qualità che gli altri nostri attaccanti non hanno. Ci sta portando ciò che ci serviva». Il primo contatto tra Wilfried e Mancini risale a 7 anni fa, quando entrambi erano all’Inter: il ragazzino avvicinò il tecnico per farsi fare un autografo. Poi Mancini lasciò i nerazzurri per raggiungere Manchester, sponda City, mentre Willy cresceva e completava il suo processo di formazione nelle giovanili nerazzurre, dove fu notato dagli scout dello Zurigo che riuscirono a portarlo sulle rive della Limmat quando ancora non aveva compiuto 17 anni. Il suo debutto in Super League risale al 24 ottobre 2020, contro il Vaduz, gara in cui riesce subito a farsi notare fornendo a Kramer l’assist per la rete del definitivo 4-1 a favore dei tigurini. E contro la squadra del Principato segnerà anche il suo primo gol, nel maggio dello scorso anno.
«Willy è ancora un ragazzo», fa notare Mancini, «e non dobbiamo mettergli addosso eccessiva pressione. Deve crescere pian piano, assecondando i tempi». Giovane lo è di certo, ma è un fatto che, dopo le due apparizioni nella nazionale maggiore, la sua quotazione di mercato è salita, in soli tre giorni, da sei a dieci milioni di euro, facendone uno dei giocatori più ambiti fra quelli che militano nel nostro massimo campionato. A Zurigo pare che siano più che disposti a valutare ogni offerta, e la lista dei pretendenti è lunga: Monza, Sassuolo, Fiorentina, Hoffenheim e Friburgo pare che si siano già mossi. Il giovane italiano ha un contratto col club del presidente Ancillo Canepa valido ancora un anno, ma forse i campioni svizzeri se ne priveranno già quest’estate, dato che non vorranno certo rischiare di vederselo soffiare al termine della prossima stagione quando sarà a parametro zero, restando col classico pugno di mosche. Per queste settimane, Gnonto aveva programmato di fare gli esami di maturità, ma non è detto che ci riesca, dati gli impegni imprevisti: sabato infatti c’è Italia-Inghilterra e non è escluso che il ragazzo venga di nuovo schierato nell’undici di partenza.