Otto anni dopo aver chiuso la sua lunga avventura (con papà Stefano) all’Fc Locarno, il 42enne locarnese è diventato amministratore unico dell’Acb.
Era il giugno del 2014 quando con la cessione dell’Fc Locarno a Michele Nicora, la famiglia Gilardi lasciava la ribalta del calcio ticinese dopo anni in cui Stefano (proprietario e presidente) e il figlio Gabriele (direttore generale) avevano portato avanti la gloriosa storia delle Bianche Casacche (poi fallite nel 2018 e ripartite dal calcio regionale, con la squadra che attualmente milita in Terza Lega). Otto anni dopo Gabriele Gilardi ha deciso che è giunto il momento di tornare sotto i riflettori di un mondo che in realtà non ha mai del tutto lasciato, diventando il nuovo amministratore delegato dell’Acb 1904 Sa, la società che gestisce la prima squadra granata, o meglio che la gestirà in caso di promozione in Challenge League (attualmente la formazione guidata da Jean-Michel Aeby è seconda nel campionato di Promotion League).
«Sembra che ora Gabriele Gilardi sia il numero uno del Bellinzona, ma in realtà non è proprio così, il controllo resta in mano all’Associazione, che oltre al settore giovanile gestisce ancora la prima squadra – mette subito in chiaro l’avvocato di Muralto, in diversi modi già vicino al club granata da alcune stagioni –. L’Acb 1904 Sa di cui sono diventato amministratore unico (grazie all’acquisizione del pacchetto di maggioranza da parte della Supergoal Sa, società controllata appunto da Gilardi che già deteneva il 41% delle azioni dell’Acb, ndr) entrerebbe in gioco attivamente nel caso di promozione in Challenge League. Anzi diventerebbe fondamentale, perché a quel punto i giocatori e la prima squadra passerebbero sotto la Sa, necessaria per giostrare in un campionato professionistico. Per il momento però diciamo che ha un ruolo di supporto, anche finanziario, all’Associazione nell’inseguire la promozione ed è evidente che determinati investimenti e decisioni – come dimostrano anche gli arrivi importanti a livello di giocatori – siano in chiave futura».
Per il momento quindi il ruolo del 42enne locarnese è soprattutto quello di «coordinare la preparazione dell’incarto per ottenere la licenza per la categoria superiore, sperando poi che la squadra riesca a centrare la promozione sul campo. Nell’ultimo anno e mezzo in particolare, sono molte le persone che stanno lavorando per aiutare l’Acb a livello sportivo e di struttura a prepararsi per il ritorno nella lega cadetta, dove merita certamente di stare una società come quella granata. Un percorso che passa inevitabilmente dall’ottenimento della licenza e questo significa ottemperare tutta una serie di condizioni che in Ticino ormai conosciamo bene, come ad esempio avere uno stadio a norma. In questo senso la Città di Bellinzona sta facendo un grande lavoro e sta preparando l’incarto, non dovrebbero esserci particolari problemi se non sistemare alcune cose, ma parliamo di dettagli. Anche dal punto di vista finanziario, la situazione è buona. In ogni caso è la prima volta che verrà fatto da questo corso granata in quanto la squadra non era mai arrivata a giocarsi realmente la promozione a marzo, per cui sarà un processo un po’ laborioso a livello di preparazione di tutta la documentazione necessaria, ma sono fiducioso».
Ma cosa ha convinto Gabriele Gilardi a imbarcarsi in questa nuova avventura, otto anni dopo la fine di quella al Lido? «Più fattori, come ad esempio il fatto che a livello professionale sono sempre stato attivo nell’amministrazione del diritto societario, per cui conosco la materia. Così come ho maturato una certa esperienza e ho acquisito delle competenze specifiche nell’ambito della gestione di una società proprio grazie agli anni passati nell’Fc Locarno, che mi serviranno tantissimo in questa nuova avventura. Negli anni passati al Lido ho fatto di tutto, dall’aiutare i nuovi giocatori con il trasloco ad amministratore delegato e tutto quello che ci sta in mezzo, per cui ho fatto la classica gavetta dalla A alla Z. L’unica cosa è che l’occhio per i bomber l’ha sempre avuto mio papà , per cui non mi sbilancerò mai troppo a livello tecnico se proprio non me lo richiederanno. Però tornare allo stadio non solo da spettatore mi farà piacere, in questi anni la mia passione per il calcio è rimasta intatta e non posso negare che l’ambiente del campo un po’ mi mancava. In questo senso a Bellinzona mi sono sempre trovato benissimo, si è subito creata empatia sia con le persone che lavorano per il club, sia con la piazza in generale e questo ha semplificato tutto».
Tra queste persone, anche Pablo Bentancur, che Gilardi conosce già dai tempi dell’Fc Locarno… «È chiaramente una figura molto importante ed è il nostro consulente numero uno a livello sportivo, conosce il mercato meglio di chiunque altro e ha grande entusiasmo. Potremo fare un bel lavoro, per il bene dell’Acb e del calcio ticinese».