Per le sue prime partite sulla panchina della Nati, il 46enne renano dovrà reinventarsi il reparto offensivo, orfano di Shaqiri, Embolo e Gavranovic
I quesiti che circondano la “nuova” Svizzera di Murat Yakin nel post Vladimir Petkovic, non troveranno certamente risposta domani sera a Basilea nell’amichevole contro la Grecia. Non tutti perlomeno e probabilmente non quelli più importanti, che vanno dalla capacità del neo selezionatore tecnico di ricreare quel feeling che Vlado era stato capace di instaurare con e tra i giocatori – condizione imprescindibile per la “piccola” Svizzera per andare oltre alle buone prestazioni e alle cosiddette sconfitte onorevoli e ottenere qualcosa di importante come la semifinale sfiorata al recente europeo – alle novità tattiche oltre alla difesa a quattro, che verrà rispolverata già contro gli ellenici.
No, nel match del St. Jakob-Park sarà soprattutto chi andrà in campo a fornire delle risposte, in particolare sull’atteggiamento e la voglia di ripartire chiudendo un seppur bel capitolo della storia della Nati per aprirne uno nuovo. Senza per forza doverla dimenticare, l’era Petkovic. Anzi, come hanno dimostrato le stesse convocazioni di “Muri”, quanto costruito in sette anni dal tecnico bosniaco di origine croata e in particolare il livello raggiunto negli scorsi mesi deve essere sfruttato per ripartire già lanciati verso quello che sulla carta, anche per l’età e la maturità dei giocatori che formano lo zoccolo duro della selezione rossocrociata, potenzialmente rappresenta il vero appuntamento con la Storia per la Nazionale, i Mondiali del 2022.
È vero, lungo la strada verso il Qatar a livello prettamente numerico la sfida con la Grecia conta zero e ben più fondamentali saranno i match di domenica sempre a Basilea con l’Italia campione d’Europa (che guida il gruppo C con 9 punti in tre partite, 3 in più della Svizzera che però di match ne ha giocati solo due) e di mercoledì 8 settembre a Belfast contro l’Irlanda del Nord (1 punto in due partite), considerando anche che solo i vincitori dei dieci gironi europei staccheranno direttamente un pass per la Coppa del mondo, mentre le seconde finiranno in un percorso di spareggio a dodici squadre (due arriveranno dalla Nations League) che assegnerà tre ulteriori biglietti. Però proprio alla luce di ciò, aprire con una brutta prestazione o peggio con una figuraccia contro la selezione allenata da John van 't Schip la gestione Yakin, sarebbe oltre che un peccato molto pericoloso, perché significherebbe approcciare non certo nel migliore dei modi le due successive e più importanti partite, dopo le quali lo spazio per rimediare a eventuali passi sarebbe davvero limitato, se non nullo.
A complicare ulteriormente il compito del neoselezionatore, già ingarbugliato dall’annoso problema del minutaggio limitato nei rispettivi club di molti giocatori rossocrociati (stavolta in particolare dalla metà campo in su), alla vigilia del match con gli ellenici è arrivata la notizia del forfait di ben quattro elementi del gruppo: Xherdan Shaqiri, Breel Embolo, Mario Gavranovic e Loris Benito hanno infatti lasciato il ritiro di Basilea per “motivi medici”. In sostanza, se per gli ultimi tre si può effettivamente parlare di infortuni – nel caso del ticinese (che ha accusato un problema a un polpaccio durante l’allenamento di lunedì) e del terzino (coscia) recenti, mentre l’attaccante del M'gladbach se lo sta ancora trascinando dall’Europeo –, per quel che riguarda il fantasista fresco di trasferimento al Lione si tratta essenzialmente di uno stato di forma decisamente carente. Al loro posto è stato chiamato un solo elemento, l’attaccante del Nizza Dan Ndoye, ma la sostanza non cambia: domani sera e soprattutto contro l’Italia e l’Irlanda del Nord, Yakin dovrà ridisegnare quasi da zero il reparto offensivo della Svizzera.
«Devo ammettere che ero già preparato al forfait di Shaqiri ed Embolo, farli giocare in queste tre partite non avrebbe avuto senso», ha spiegato l’allenatore renano, che se vorrà schierare i suoi uomini con il 4-2-3-1 previsto, dovrà trovare un’alternativa al numero 23 nel ruolo di trequartista. I papabili, nonostante siano prettamente degli esterni, sono Renato Steffen e Ruben Vargas, mentre Andi Zeqiri (appena prestato dal Brighton all’Augsburg ma pure lui a corto di minuti) potrebbe essere chiamato in causa per guidare l’attacco e concedere così qualche giorno in più di recupero in vista dell’Italia ad Haris Seferovic, appena rientrato da quattro settimane di stop per un problema a una coscia. Già sicuro per contro il debutto tra i pali di Gregor Kobel, nuovo titolare del Borussia Dortmund e che ha superato Mvogo (solo riserva al Psv Eindhoven) nel ruolo di secondo portiere dietro a Yann Sommer (dal canto suo risparmiato proprio per la sfida con gli Azzurri). Come dire che la sfida con i campioni d’Europa del 2004 (ora al 48esimo posto della classifica Fifa) rimane sì solo un’amichevole, ma gli spunti interessanti per la prima di “Muri” non mancheranno.