Dopo la brutta prestazione di Zurigo (3-0 e quarta sconfitta nelle ultime 5 partite) il tecnico bianconero si aspetta una reazione domani contro il Vaduz
Maurizio Jacobacci rivuole un Lugano con gli attributi. Intesi come qualità solitamente proprie della sua squadra quali «solidarietà, compattezza, umiltà, aggressività, forza nei duelli e solidità difensiva», ma intesi anche in senso lato, per dirla in maniera elegante, il carattere. Sì perché il tecnico bianconero non è per nulla contento di quello che ha visto nelle ultime uscite – quattro su cinque terminate con una sconfitta – e in particolare domenica in quel di Zurigo, da dove i ticinesi sono tornati con un secco 3-0 sul groppone che ha lasciato l’amaro in bocca all’allenatore bernese forse più per il modo in cui i suoi ragazzi hanno interpretato il match che per il risultato in sé. “Jaco” lo aveva immediatamente messo in chiaro dopo la partita del Letzigrund («l’atteggiamento del gruppo non è stato quello che mi aspettavo, avrei voluto vedere un Lugano molto più grintoso e aggressivo») e lo ha ribadito in settimana: prima ai diretti interessati, i giocatori, con i quali ha avuto un confronto diretto martedì in una riunione voluta dallo stesso tecnico al posto dell’allenamento sul campo (in seguito svolto in maniera individuale); poi, oggi, nuovamente alla stampa, di fronte alla quale non è riuscito a nascondere un misto di nervosismo e delusione per quello che avrebbe potuto essere ma che ora difficilmente sarà, ossia il secondo posto in campionato e la conseguente qualificazione ai preliminari dell’Europa Conference League (alla quale si accederà comunque anche attraverso la terza piazza in Super League e forse pure la quarta, in caso il Servette dovesse trionfare in Coppa Svizzera e chiudere tra i primi tre).
«È vero, nelle scorse settimane ho parlato io stesso di secondo posto e di Europa, ma ho sbagliato – le parole (formulate certamente anche per stimolare e far reagire indirettamente i giocatori bianconeri) di Jacobacci alla vigilia della sfida di domani sera a Cornaredo (18.15) contro un Vaduz in piena lotta contro la retrocessione (+2 sul Sion ultimo) –. Mi sono lasciato prendere dal vostro gioco, perché eravate soprattutto voi giornalisti a parlare di Europa, ma dobbiamo capire che davanti a noi ci sono squadre come il Basilea che sta di nuovo facendo bene e un Servette (entrambe a +4 sul Lugano, ndr) che ha battuto due volte l’Yb. Essere ambiziosi è un conto ma bisogna tenere in considerazione tante cose e forse il secondo posto forse è un traguardo troppo grande per noi visto il peso come società del Basilea e il suo organico. Penso ad esempio a un Cabral che da solo ha segnato 18 gol, più della metà delle reti del Lugano (35, ndr). Noi finora avevamo compensato le nostre mancanze mettendoci solidarietà, compattezza, umiltà, aggressività, forza nei duelli e solidità difensiva. Non si parla di tecnica ma di mentalità. A Zurigo non abbiamo portato in campo queste caratteristiche e abbiamo visto com’è andata. Ora però basta pensare sia allo Zurigo sia all’Europa, dobbiamo concentrarci sul Vaduz e conquistare una vittoria che aiuterebbe tutti a dimenticare l’ultima brutta partita».
Un successo che però potrebbe non bastare visto che come detto quello di Zurigo non è stato l’unico passo falso dei bianconeri nelle ultime settimane (in chiave Europa pesa in particolare il ko 1-0 nello scontro diretto con il Servette). Sbavature che Jacobacci teme possano far passare in secondo piano la grande stagione della sua squadra… «Mi auguro che direte veramente – ha proseguito il 58enne rivolgendosi ai giornalisti – che un’eventuale mancata qualificazione in Europa non sia un fallimento. Anche perché abbiamo disputato un bel campionato, che avrebbe potuto essere anche migliore. Ricordo diverse partite che per sfortuna o episodi a sfavore sono terminate con un risultato meno positivo di quello che poteva essere: penso al quarto di finale di Coppa (sconfitta 2-1 con il Lucerna a Cornaredo, ndr), alla sfida pareggiata all’ultimo secondo dal Servette o a quella persa in casa 3-2 contro il Lucerna, per non parlare del 2-2 di Basilea. Ci sono state piccole delusioni che hanno fatto male, avremmo potuto disputare un grande campionato ed eravamo vicini a una cosa veramente importante come la Coppa svizzera, ma dobbiamo per forza di cose accettare la situazione. Anche per questo ho voluto organizzare la riunione con i ragazzi (programmata quella mattina stessa, a differenza di quanto scritto erroneamente da qualcuno), nella quale abbiamo discusso soprattutto di come desideriamo affrontare le quattro gare che rimangono, con quale mentalità e quali motivazioni. Per me è fondamentale non snobbare questi impegni e ne abbiamo parlato perché sono loro scendere in campo. In palio ci sono ancora 12 punti e non possiamo permetterci di buttarli, è da settembre che tutti facciamo sacrifici e ho voluto sottolineare quanto sia importante arrivare in fondo con lo stesso atteggiamento. Già da domani dobbiamo avere una grande reazione».
Per reagire servono le energie fisiche e soprattutto mentali che sono sembrate venire meno a Sabbatini e compagni nelle ultime settimane e Jacobacci è certo che la sua squadra saprà trovarle… «Il gruppo ha ancora qualcosa da dare, lo si vede tutti i giorni negli allenamenti. I ragazzi hanno voglia di allenarsi, sono presenti e persino martedì dopo che gli ho detto che erano liberi perché mi interessava che recuperassero dal profilo mentale, hanno preferito restare e allenarsi in sala pesi o in campo. Questo dimostra che hanno voglia di stare insieme ed è positivo».
Oltre ai tre punti, a Zurigo il Lugano ha perso anche due colonne portanti come Mijat Maric e Mattia Bottani. Se il numero dieci potrebbe recuperare dall’infortunio muscolare alla coscia per le ultime due o tre partite della stagione, il difensore (problema a un ginocchio) ha già chiuso anzitempo la sua stagione. Oltre a loro, contro la squadra del Principato mancherà anche Kecskés… «Non posso pensare a chi non ci sarà, devo concentrarmi e rispettare chi sarà a disposizione. Sono convinto che chi subentrerà sarà pronto a fare il meglio possibile. Come detto ci vuole in tutti la voglia di chiudere il campionato nel miglior modo possibile, al là dell’avversario mi importa come gioca la mia squadra, con quale atteggiamento scende in campo. Chi entra deve dimostrare quello che sa fare ed esaltarsi. Contro San Gallo e Losanna qui a Cornaredo abbiamo vinto perché avevamo questa gran voglia prima di tutto di non subire gol e poi una volta recuperata palla di andare a segnare. Chiedo questa carica che è sempre stata l’arma importante del Lugano. Con questi attributi e con l’aspetto tecnico che abbiamo, siamo stati in grado di ottenere belle vittorie».