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‘Presto o tardi la fortuna sarebbe girata, lo sapevo’

Dopo un inizio difficile, a Vaduz Joaquin Ardaiz ha finalmente trovato le prime reti in bianconero: ‘La fiducia non mi è mai mancata’

15 marzo 2021
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Ha da poco compiuto 22 anni, Joaquin Matias Ardaiz de los Santos, ma di strada ne ha fatta parecchia. Per lo meno quella che lo ha portato dall’Uruguay natio a giocare sia in Europa, sia negli Stati Uniti. Cresciuto tra Danubio e Tanque Sisley, nel vecchio Continente ha vestito la maglia di Anversa, Chiasso e Frosinone, mentre al di là dell’Oceano ha difeso i colori dei Vancouver Whitecaps. Dalla Columbia Britannica è tornato a fine 2019 e dopo sei mesi al Riva IV, lo scorso agosto ha trovato una nuova possibilità con il Lugano. E con i bianconeri, dopo una prima parte di stagione difficile e di scarse soddisfazioni, è esploso domenica a Vaduz, con una doppietta in una partita sulla carta molto insidiosa e in uno stadio nel quale il Lugano non vinceva dal 2013. Due gol per certi versi simili che hanno messo in evidenza precisione e freddezza sottoporta, doti che al Pajaro sin qui non venivano riconosciute.

Nato a Salto, città di poco più di 100’000 abitanti, la seconda dell’Uruguay e il corrispettivo “charrua” di Rosario, la “ciudad del futbol argentino” (ha dato i natali a Luis Suarez e Edinson Cavani), Ardaiz con le due reti del Rheinpark ha ridato slancio a una carriera che sembrava stagnare… «Sono contento, soprattutto per la squadra. La partita di Vaduz era molto importante, dovevamo vincere a ogni costo. A livello personale, in quanto attaccante sono ovviamente molto soddisfatto di aver ritrovato la via del gol. Ogni qual volta scendo in campo cerco sempre di dare il massimo, a favore della squadra e anche per me, perché se le cose vanno bene dal profilo personale, è molto più facile che vadano bene anche per il collettivo. Al di là della doppietta e della vittoria, in settimana dovremo lavorare altrettanto bene di quanto fatto in preparazione alla sfida di Vaduz. All’orizzonte ci aspetta una sfida molto difficile contro il Basilea e dobbiamo cercare di ritrovare la vittoria casalinga». Vittoria che, detto per inciso, manca guarda caso dal 29 novembre 2020, quando a Cornaredo era ospite proprio il Basilea…

Prima dei 90’ che Maurizio Jacobacci gli ha concesso nel Principato, Ardaiz in bianconero aveva disputato appena 297’ in 15 apparizioni (nemmeno venti minuti a botta, una sola titolarizzazione): l’aver deciso la sfida del Rheinpark rappresenta una boccata d’ossigeno… «Sono due reti molto importanti, perché era da molto tempo che non provavo questa soddisfazione (dal maggio 2018, quando vestiva la maglia dell’Anversa, ndr). Adesso, però, si tratta di continuare a lavorare per progredire all’interno del gruppo. Questa doppietta rappresenta una grande iniezione di fiducia sulla quale occorre costruire».

‘Sono sempre rimasto tranquillo’

Maurizio Jacobacci probabilmente ne era già conscio, i tifosi bianconeri invece, dopo aver arricciato il naso per qualche gol sbagliato, hanno scoperto di avere a disposizione un elemento in più per cercare di sopperire a una mancanza di efficacia offensiva che dalle parti di Cornaredo è una costante da troppo tempo. Per Ardaiz, convivere con un periodo tanto lungo di astinenza non è stato facile… «Ho sempre cercato di rimanere tranquillo, ben sapendo che la gente ha tutto il diritto di avere delle opinioni in merito a un determinato giocatore. Le persone che mi sono vicine hanno contribuito alla mia serenità e io sono conscio del lavoro che sto facendo per migliorare e per cercare di essere sempre più utile alla causa del Lugano. Ero convinto che prima o poi l’opportunità sarebbe arrivata e mi sarei dovuto far trovare pronto. Il calcio è così, a volte di tocca sbagliare, altre volte segnare: stavolta l’ho messa dentro, per cui oggi è una giornata felice».

Nonostante le difficoltà, non da ultimo per abituarsi al ritmo della Super League e a un gioco che ha dichiarato essere più veloce rispetto a quello praticato in Belgio e negli Stati Uniti, il Pajaro non ha mai perso la fiducia… «Assolutamente. Anche se ammetto che non è sempre facile rimanere positivo quando sembra che tutta vada per il verso storto, quando per pochi centimetri la palla picchia sul palo o viene deviata dal portiere. Ma sono uruguaiano, ho quella mentalità, quella resistenza, quella convinzione per le quali ero sicuro che prima o poi la ruota della fortuna sarebbe cambiata».

Due gol sono come due rondini, non fanno necessariamente primavera. Anche perché quelle di Vaduz sono state reti figlie dell’ottima predisposizione mostrata da tutta la squadra, oltre che dell’opportunismo di Ardaiz. E l’uruguaiano, per le sue caratteristiche, può rendere al massimo solo se i compagni sono in grado di mettere sotto costante pressione l’avversario, come successo al Rheinpark, così da approfittare al meglio delle sue caratteristiche da uomo d’area. Sabato il Basilea sarà un avversario molto diverso rispetto al Vaduz, ma il Lugano possiede le qualità per dare seguito ai tre punti conquistati nel Principato. Anche perché adesso, lì davanti, tra Gerndt, Bottani, Aboubakar e Ardaiz, la concorrenza è un po’ più elevata. D’altra parte, contro i renani il Lugano non perde da quattro partite (novembre 2019), con due vittorie casalinghe e due pareggi al St. Jakob...