Il 29enne del Lugano, autore del gol che ha regalato ai suoi un punto sabato a Berna, mette l'accento sul margine di crescita della squadra di Jacobacci
Quando si parla del Lugano targato Maurizio Jacobacci, capace di infilare una striscia di ben 17 risultati utili consecutivi e di portare via un punto tanto da San Gallo quanto da Berna, oltretutto dopo aver appena battuto in casa il Basilea – e abbiamo citato le attuali tre prime squadre della Super League (che hanno giocato rispettivamente una e due partite in più dei ticinesi) –, viene spesso tirata in ballo l’indubbia forza del gruppo bianconero. Una forza nata dall’affinità e dall’unione tra gli elementi della rosa create nel corso degli anni e che sul campo si traducono in solidarietà, carattere, compattezza. Ma anche nel rodato e quasi perfetto funzionamento di un meccanismo all’interno del quale ognuno ha un ruolo ben preciso ed è conscio di quello degli altri, così come conosce caratteristiche, movimenti, mentalità, pregi e difetti dei propri compagni.
Ne sono l’esempio perfetto i due splendidi gol realizzati dai bianconeri sabato al Wankdorf (2-2), finalizzati il primo dalla gran conclusione da fuori di Lovric e il secondo dal tap-in di Botttani. In particolare l’1-0 dell’austriaco, costruito attraverso movimenti e giocate tanto rapidi e precisi – il pallone è arrivato da Macek a Lovric (e poi in rete) passando da Lavanchy e dallo stesso “Botta” con quattro tocchi e nel giro di appena sei secondi – da risultare una volta assemblati un piccolo capolavoro sulla tela della partita.
«Sandi (Lovric, ndr) ha fatto un gran gol ma effettivamente è stata davvero bella tutta l’azione – ammette il numero dieci del Lugano Mattia Bottani, uno degli elementi che, assieme ai vari Sabbatini, Gerndt, Daprelà e Maric, rappresentano lo zoccolo duro di questo Lugano –. Con Numa (Lavanchy, ndr) gioco ormai da molto tempo, ma anche con Macek, un ragazzo al quale piace molto giocare ravvicinato e con pochi tocchi. E anche se lui magari non ha sempre giocato in questi anni, ci siamo allenati molto insieme e il fatto che ci conosciamo bene e che ci sia un bel rapporto sia in campo sia fuori, fa la differenza e permette di sviluppare giocate simili».
Trame che il fantasista bianconero vorrebbe vedere più spesso dalla sua squadra… «In quell’azione abbiamo messo in mostra le qualità che abbiamo e secondo me possiamo farne molte di più. A volte infatti abbiamo magari un po’ di timore di provare a giocare, specie contro le squadre più chiuse facciamo fatica. Contro compagini come San Gallo e Yb, che provano a fare la partita lasciando inevitabilmente qualche spazio in più, ci viene più facile, mentre ad esempio con lo Zurigo (sconfitta 1-0, la prima da oltre 5 mesi, ndr) abbiamo fatto più fatica, in quanto loro non volevano praticamente giocare. Ma è proprio in quel genere di partite che dobbiamo migliorare e mostrare ancora più personalità, prenderci la palla e fare il gioco. Credo che questo sia un aspetto sul quale possiamo ancora lavorare per compiere un ulteriore passo avanti come squadra».
Un lavoro da effettuare perché no durante la pausa invernale, che in questa stagione condizionata dalla pandemia e da tanti rinvii sarà decisamente accorciata rispetto al solito e che per i bianconeri durerà solo fino al 17 gennaio, giorno in cui è stato piazzato il recupero contro il Sion al Tourbillon, che precederà di tre giorni l’arrivo a Cornaredo dell’Yb per giocare il match rinviato lo scorso 1 novembre. Prima però c’è da archiviare il 2020 con la trasferta di mercoledì a Losanna… «Dove dobbiamo portarci le buone sensazioni di sabato, perché con tre partite in sette giorni hai anche bisogno di queste energie positive per affrontare gli impegni ravvicinati. In fondo nel calcio, così come lo sport in generale, l’aspetto emotivo/mentale è molto importante, quando le cose vanno bene e hai fiducia sia in te stesso che nei tuoi compagni la differenza si sente e la prestazione ne beneficia. Il momento positivo bisogna quindi cavalcarlo ed è quello che vogliamo fare, ma il Losanna è una buona squadra e dovremo stare attenti per chiudere bene l’anno. Sarebbe molto importante riuscirci, anche perché spesso a Lugano negli anni si sono alternati momenti di alti e bassi e dobbiamo cercare di evitarlo. Un risultato negativo non cancellerebbe quanto di buono fatto finora, ma sarebbe decisamente meglio vincere e passare le feste ancora più sereni. Anche perché dopo le pause è sempre difficile ripartire e affrontarla mantenendo lo slancio positivo sarebbe un bell’aiuto».
La pandemia che ha caratterizzato il 2020 e che ha scombussolato la vita di tutti, ha toccato in prima persona anche Bottani, il quale ha contratto il coronavirus a fine ottobre...«Già con l’infortunio al ginocchio che mi ha fatto perdere il finale della scorsa stagione non ho passato dei bei momenti, poi però ho effettuato un’ottima preparazione estiva, stavo benissimo, ma mi sono preso il virus. Non è stato facile, in primis dal punto di vista umano, perché è stato brutto non poter vedere i miei figli, ma anche a livello sportivo è stato pesante, in quanto sei costretto a stare praticamente fermo per almeno una settimana e poi è dura ripartire. In particolare nelle prime settimane ti senti debole e i tempi di recupero possono variare molto da persona a persona. Oltretutto io mi sono infortunato appena uscito dalla quarantena e lo stesso vale per Sabbatini, non penso sia un caso. Fortunatamente poi con il Basilea ho trovato un gol che mi ha dato energia e fiducia e ora mi sento bene».
L’anno si sta quindi per chiudere su note positive per il 29enne cresciuto (calcisticamente e non) sulle rive del Ceresio, tanto a livello di squadra quanto personale, con due delle sue tre reti trovate in questa stagione arrivate nelle ultime settimane e rivelatesi particolarmente pesanti visto che hanno regalato alla sua squadra tre punti contro il Basilea e uno con i triplici campioni svizzeri in carica. E che gli hanno anche permesso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, lui che spesso è stato criticato per la poca freddezza sotto porta… «Diciamo che non è mai stato il mio punto forte, le critiche a volte sono giuste, altre no, ma fa parte dello sport. Di sicuro mi ha fatto piacere aver aiutato la squadra e spero di poter continuare così, senza infortuni o altri problemi».