Gran bel primo tempo dei bianconeri che mettono sotto il Lucerna. Nella ripresa, rimasti in dieci (espulso Lungoyi) devono stringere i denti
Signori, giù il cappello davanti all’esordio del Lugano nella nuova stagione di Super League. I bianconeri di Jacobacci hanno fatto un sol boccone del Lucerna e portato a 12 la striscia di risultati positivi conseguiti a Cornaredo. Il primo tempo è stato pressoché perfetto, con due reti, almeno altre tre clamorose occasioni e un controllo quasi assoluto della situazione. Soltanto nella ripresa, una volta rimasti in dieci per l'espulsione di Lungoyi al 69' (era in campo da 3'!), i bianconeri sono stati costretti a gestire la situazione, correndo alcuni rischi (il palo di Sidler al 75'), ma capitolando soltanto al 91' (testa di Ndiaye). Qualcuno potrà argomentare sulla pochezza proposta dagli uomini di Celestini, ma se il Lucerna è parso poca cosa è anche merito dei bianconeri. «Posso solo essere orgoglioso di questa squadra – afferma Maurizio Jacobacci in conferenza stampa –. Abbiamo disputato un ottimo primo tempo e siamo stati sul pezzo pure nei primi 15' della ripresa, nonostante di fronte avessimo una squadra forte fisicamente. Siamo però sempre riusciti a metterli in difficoltà, con trame di gioco anche spettacolari. Peccato per l'espulsione, provvedimento che mi è sembrato severo, ma godiamoci pure questa bella vittoria, pur rimanendo con i piedi per terra».
Con una squadra rodata, del tutto simile a quella che tanto bene aveva chiuso lo scorso campionato (Osigwe e Guerrero le uniche novità), il Lugano ha subito ritrovato il bandolo del suo gioco, con ficcanti azioni ad ampio respiro, sempre alla ricerca della verticalità. La solidità della difesa è cosa conosciuta (buono l’esordio di Osigwe, sicuro negli interventi e deciso nel dirigere il reparto), mentre a centrocampo Lovric e Sabbatini hanno riservato lampi di classe (per tutti l’assist di tacco dell’uruguaiano a favore di Bottani per il 2-0, pezzo di bravura sufficiente a ripagare il biglietto d'ingresso). Davanti sono andati in rete sia Gerndt (20', conclusione dal limite, con goffo intervento di Zibung), sia Bottani (32' piattone da centroarea a concretizzare quella che è forse stata l’azione più spettacolare dei primi 45').
Un primo tempo perfetto, tanto che al ritorno negli spogliatoi la squadra è stata osannata con uno scrocio di applausi, invero inusuali a Cornaredo... «Li abbiamo sentiti, eccome – conferma Mattia Bottani –. E ci hanno dato una carica supplementare, tant'è che tornati in campo abbiamo subito sfiorato la terza rete in almeno due circostanze. Avremo bisogno di questo sostegno anche quando le cose andranno magari meno bene».
Nella ripresa, dopo un 3 contro 1 clamorosamente fallito da Bottani, l'espulsione di Lungoyi ha costretto la squadra a rivedere i suoi piani e a badare soprattutto ad amministrare il risultato. Compito svolto piuttosto bene, al di la del gol di Ndiaye. Ma a voler trovare il pelo nell'uovo, la partita andava chiusa già nel primo tempo, tutt'al più nei primi 15' della ripresa, tanto per non finire, una volta tanto, con il cuore in gola. Resta il fatto che in gol sono andati i due attaccanti, constatazione che non può che far felice Jacobacci... «Il gol di Gerndt è stato un fulmine che ha freddato il portiere, ma lo ha sempre detto: "Se non tiri non puoi segnare". Oggi ci ha provato da lontano e, dotato com'è di una buona castagna, ha fatto centro. L'azione del secondo gol è stata stupenda, con il tacco di Sabbatini a liberare Bottani. Il quale, non so se ve ne siete accorti, ha segnato di sinistro. Certo, se dovesse arrivare un altro attaccante lo accoglieremmo con piacere, perché la concorrenza è sempre improntante. Ciò detto, concentriamoci su coloro che al momento fa parte della rosa e diamo loro fiducia».
Il gol del 2-0 potrebbe permettere a Mattia Bottani di ritrovare quella fiducia venuta meno la scorsa stagione, anche a causa dell'infortunio che lo aveva a lungo tenuto lontano dal campo... «Mi aiuterà a liberarmi dei cattivi pensieri avuti in questi mesi, dopo l'infortunio e la stagione non brillante dell'anno scorso. Potrò lavorare in maniera più serena per cercare di dare continuità alle mie prestazioni. Ma soprattutto, questi tre punti garantiranno alla squadra serenità e morale».
Rispetto all'anno scorso il Lugano ha cambiato poco, anzi pochissimo. E in campo si è visto sin dai primi minuti... «Non dimentichiamo – aggiunge Jacobacci – che sono comunque partiti diversi giocatori, da Yao a Aratore, da Yanga a Pavlovic, da Untersee a Jefferson, tutti uomini che non avevano giocato moltissimo, ma che avevano fornito il loro prezioso contributo. È altresì vero che la continuità è importante, fa sì che la squadra possa continuare a crescere partendo da una situazione di stabilità già acquisita. A volte siamo stati criticati per la mancanza di gioco o per l'eccessivo difensivismo, ma non bisogna pensare che a me non piaccia giocare in maniera offensiva: non dobbiamo però dimenticare che siamo qui in primo luogo per essere concreti e fare risultato. Il fatto che a volte rimaniamo un po' più bassi non significa che non si possa comunque far male all'avversario. I risultati danno serenità, tranquillità, rendono più piacevole il lavoro quotidiano».
Se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, la stagione del Lugano si prospetta densa di soddisfazioni, soprattutto se i bianconeri sapranno chiudere in anticipo e senza affanni partite che per un’ora hanno chiaramente dominato.